UN KO IMMERITATO E UNA COPERTA CORTA: AD OGGI GOMEZ E' SENZA UN VICE, NETO CONTINUA A DELUDERE
La Fiorentina ha perso e, col suo classico spirito, Firenze spiffera qua e là qualche mugugno. Niente di preoccupante: è la natura della città del Giglio. Perché, di base, il ko contro l'Inter è immeritato e perché la Viola è stata bella ma forse distratta e poco concentrata in difesa sulle azioni salienti. Giudicare però la sostituzione di Giuseppe Rossi da parte di Vincenzo Montella significa non aver letto la distinta, non aver realizzato che ieri era giovedì, che Pepito viene da un lungo infortunio e molto altro ancora. Il punto è che nel metodo-modulo di gioco di Montella, un riferimento avanzato dovrebbe pur esserci. Il punto, semmai, è stato inserire Josip Ilicic. Che ha qualità e valori indiscussi, ma che ha costretto Joaquin a rivestire il più che inedito ruolo di prima punta e che ha messo in mostra una lacuna forte nella rosa viola: Mario Gomez non ha un sostituto. Non solo: anche in mediana, quando ci si poteva domandare se Joaquin e Mati fossero pronti al cambio, manca almeno un'alternativa d'esperienza a Aquilani, Ambrosini, Borja Valero e Pizarro. Una coperta corta, naturale per una squadra nata ex novo, ma appunti che Pradè e Macia devono mettere gioco forza in cascina. Bakic, Vecino, Rebic, Wolski. Il futuro, i miraggi, son belli e luminosi. Il colpo Ambrosini, però, dimostra che il domani si costruisce con l'oggi e con l'esperienza immediata per crescere i giovani e i maturandi. Non si spiega, altrimenti, il cambio di cui sopra: togliere Rossi, per stanchezza ed in vista di Parma, è stata la cosa più giusta che Montella potesse fare. Un conto, però, è gettar dentro Matos contro il Pacos Ferreira. Un conto è avere il solo Rebic a dare muscoli, ora troppo acerbi. Servirebbero altri tasselli, col pelo sul petto e sullo stomaco, a dare un lustro vintage alla rosa viola. Su Neto l'idea non cambia: ha una buona impostazione di base, ha ottima tecnica, piedi educati, ma poco carattere e decisività sull'episodio singolo per essere il portiere di una grande squadra come la Fiorentina vuol essere a breve. Serve altro a gennaio: perché il valore di Neto è buono, ma non tanto da poter permettere ai Viola di incrociare le dita, più che i guantoni, ad ogni palla diretta verso la sua porta in cerca di fortuna.
PS - In un lungo turbinio di polemiche, fischi, fischietti e fiaschi, concedetemelo. Bravo, bravissimo Valeri. Al di là del fallo su Borja Valero sulla ripartenza dell'Inter, uno di quelli che però sfuggono spesso per rapidità, distanza e velocità, fischi impeccabili. "Bravo", gli ha detto Montella dopo il '90. Condivido.
Di Marco Conterio
Responsabile di redazione Tuttomercatoweb.com