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UN MESE PER TORNARE ALLA VITTORIA. REAZIONE VIOLA, RIACCESO IL MOTORE. I SEGNALI VINCENTI DI ITALIANO: CENTRAVANTI A SEDERE E CAMBIO MODULO. IKONÉ E QUARTA: FINALMENTE

di Mario Tenerani

Dal 18 al 18, un mese esatto per ritrovare una Fiorentina da 3 punti. L’ultima volta nell’andata col Twente. In campionato 4 giorni prima con la Cremonese. Già 4 settimane non sono uno scherzo nel calcio, figuriamoci se dentro ci stanno 8 gare, divise in 5 pareggi e 3 sconfitte, al lordo di campionato e coppa. Si possono aggiungere, in questo percorso la miseria di 2 gol in A e uno solo in Conference. Col Verona ne sono arrivati 2 in colpo solo e un rigore fallito da Biraghi che avrebbe potuto rendere più pingue il punteggio. 

Nessuna esaltazione, ma registriamo con piacere che il motore viola si è riacceso. Ci voleva dopo l’ ’”Eurofiguraccia” di Istanbul. Serviva una scossa, è arrivata. Non ci sono discussioni sull’affermazione della Fiorentina, sono più i meriti dei viola degli eventuali demeriti del Verona. 
Il taccuino inchioda i gialloblu e giustifica la sconfitta: la Fiorentina nel primo tempo ha fabbricato 5 occasioni da gol vere, più il gol di Ikonè e il rigore su Kouame. Nella ripresa solo una chance con Bonaventura, prima del raddoppio di Gonzalez. Il Verona? Uno squillo nel finale con Kallon, intervento prima di Terracciano e dopo Mandragora in corner, poi il buio. La Fiorentina ha fatto di tutto per vincere, il Verona no. 

I problemi non sono superati, Italiano ha ancora da lavorare, ma Vincenzo può consolarsi. Cercava un’anima e l’ha ritrovata. Chiedeva una reazione dopo la botte dei turchi e l’ha avuta. I viola vanno alla sosta con una porzione di serenità che non guasta anche se il piatto piange. In 7 gare 9 punti sono pochi, ma c’è il tempo per recuperare. A patto che si cambi marcia, soprattutto che si volti pagina. E ieri Italiano ha scritto le prime righe di questo nuovo capitolo.

Dalla sfida di ieri partono due segnali lanciati dal tecnico che ci sembrano più importanti del risultato stesso: Italiano ha dimostrato, a chi non vuol capire, che lui non è un talebano dello schema. Crede in certi principi, ma sa perfettamente che all’occorrenza si possono e si devono cambiare. Primo: ha varato un 4-2-3-1 efficace. Secondo: ha spedito in panchina i due centravanti. Così a sedere hanno potuto riflettere. Con questo gesto l’allenatore ha voluto dir loro: signori, il tempo dell’attesa è scaduto. Fatemi vedere qualcosa altrimenti in panchina trascorrerete altre giornate. 
Il 4-2-3-1 ha consentito ad Amrabat di muoversi nella sua posizione più naturale e a Barak di agire sotto punta. Il gioco è diventato più verticale, grazie al movimento “disordinato” di Kouame. E’ stato lui a far saltare il banco di Cioffi che non si aspettava questa mossa da Italiano. 
Il Verona va a uomo e Kouame ha mandato fuori giri la difesa gialloblu. Kouame ha un grandissimo colpo di testa, dribbling, corsa, si muove tanto e con quella “confusione” che fa in attacco, crea difficoltà a chi lo deve seguire o inseguire. Difetto: una tecnica individuale assolutamente da affinare, ma col lavoro in allenamento, restando più degli altri in campo, saprà migliorarsi tanto. Naturalmente, se lo vorrà. Restiamo convinti che Kouame non sia un vero centravanti così come lo intendiamo noi, ma col Verona ha surclassato le prove offerte fino dal celebrato Jovic e dall’erede di Vlahovic, Cabral. In panchina i due avranno capito cosa vuole Italiano da un centravanti. Speriamo che la lezione sia servita loro.

Il tecnico viola durante la partita ha cambiato modulo 4 volte. E’ partito col 4-2-3-1, poi dopo una decina di minuti è tornato al 4-3-3 per sistemare Barak dalla parte di Ilic, visto che anche Cioffi invertiva gli interni di metà campo, Tameze e appunto Ilic. Verso la fine del primo tempo è ritornato al 4-2-3-1. Al 5’ della ripresa è entrato Bonaventura al posto dell’infortunato Amrabat e Italiano è ripassato al 4-3-3. 
La duttilità dell’assetto era stata provata ed è diventata l’arma decisiva per annebbiare le idee al Verona. Missione riuscita. 
Le altre buone notizie hanno i volti di Ikonè e Quarta, viola che fino ad oggi avevano fatto vendemmia di critiche. 
Il francese finalmente ha fatto una cosa da esterno offensivo: servito sulla destra da una rimessa laterale, ha disintegrato Coppola, sterzato in area sul piede felice e infilato con un sinistro chirurgico Montipo’ che di lì a poco sarebbe diventato protagonista di ottimi interventi. Ikonè poi alla distanza è calato e a metà ripresa ha lasciato il posto a Gonzalez. Ma il transalpino ha messo la firma in questo trionfo, ecco l’aspetto più importante. La speranza è che sia sia sbloccato e che d’ora in poi possa regalare alla gente viola altre prestazioni così.
Quarta non ha sbagliato quasi nulla. Anticipo, grinta, valido di testa, qualche lancio, una prova convincente. Unica sbavatura nel finale quando ha creduto troppo in se stesso e al terzo dribbling ha perso un pallone sanguinoso perché da lì Kallon ha avuto la propria occasione. Ma al netto di questo sbaglio, Quarta ha giocato da 7 in pagella. Era un altro sotto stress, ci auguriamo che possa pescare un po’ di tranquillità dopo una partita simile.
Il ritorno di Gonzalez è stata un’altra bella notizia. L’argentino non giocava dal 25 agosto, in Olanda, contro il Twente, nel secondo atto del Play Off di Conference. Era entrato al 27’ della ripresa al posto di Sottil. Dopo 6 gare fuori è riemerso e ha graffiato: il gol del raddoppio è stato da centravanti, non da attaccante di fascia. Precedentemente Gonzalez aveva giocato un po’ col freno a mano tirato, ma facendo sempre cose intelligenti. La sua presenza è decisiva nella Fiorentina: crea superiorità, vede la porta più di altri, provoca punizioni, rigori e cartellini per gli avversari. E’ stata pesante la sua assenza. Ora andrà in Nazionale, quando tornerà speriamo sia ancora più in forma. 

Infine Jovic. Finita la partita Dazn ha raccontato che al momento del cambio di Kouame, Italiano rivolgendosi verso la panchina avrebbe chiesto all’ex Real come stesse, perché desiderava farlo entrare al posto del centravanti viola. Ma il serbo, secondo la ricostruzione della tv, avrebbe  risposto che non si sentiva al cento per cento e che avrebbe quindi preferito non entrare. Da lì Italiano ha virato su Cabral. La Fiorentina ha fatto sapere che Jovic sarebbe arrivato alla sfida non in perfette condizioni fisiche, quindi tutto sotto controllo. Non possiamo che sposare questa versione perché se le cose fossero andate diversamente, Jovic non ne uscirebbe bene. Meglio chiuderla qui.