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UN MOMENTO D'ORO DA ALLUNGARE IL PIÙ POSSIBILE

di Tommaso Loreto

Non c’è tempo e modo di sedersi sugli allori, e d’altronde anche volendo la semifinale di coppa Italia di domani richiama nuovamente tutti alla massima concentrazione. Eppure tra le pieghe della vittoria di San Siro è facile rivedere quella crescita che aveva contraddistinto l’avvicinamento alla primavera dei viola, un crescendo in termini di gioco e risultati confermato subito, alla ripartenza del campionato contro l’Inter e dopo 10 giorni spesi a parlare di stadio, forse rallentato (sulla media distanza) solo nella sofferta vittoria interna sul Lecce.

Insomma se Italiano, come prevedibile, non concederà troppo spazio alle celebrazioni è giusto sottolineare come la sua Fiorentina si sia fatta squadra vera, e come il gioco si sia modificato con il passare del tempo e lo sfilare degli avversari. Le stesse correzioni al tema apportate sabato sera, dall’inserimento di Ranieri in un finale speso a difendere il pareggio fino al rilancio di Castrovilli al fianco di Mandragora e con Amrabat a riposo, confermano come il gruppo si sia definitivamente plasmato alle indicazioni del proprio  mister, artefice di un turnover che molti avranno discusso nella prima parte di stagione (aggiungendoci critiche di eccessivo integralismo tattico) ma che alla lunga si è invece dimostrato collante vincente e soprattutto motivante per tutti.

Perchè lungo la striscia di 8 vittorie consecutive è rinvenibile l’apporto dell’intero organico, vero punto di forza di una Fiorentina che ora può non porsi limiti. Uno slancio figlio di una condizione fisica ritrovata ma pure di singoli pienamente inseriti nei meccanismi, da chi è cresciuto rispetto al girone d’andata come Dodò o Cabral o di chi ha garantito il rendimento migliore come nel caso di una difesa salita tra le prime 5 del campionato e reduce da 4 clean sheet nelle ultime 5 partite (sostenuta anche dalla continuità di un Terracciano più che all’altezza).

Medie e numeri che certificano un momento d’oro e che proiettano i viola verso il primo round di coppa con la sensazione che il campo stia finalmente restituendo i frutti di un lavoro tattico sul quale (ancora una volta) l’allenatore ha visto giusto. Niente che garantisca a priori vittorie o un lieto fine alla storia di questi giorni, ma pur sempre testimonianza di una squadra viva e consapevole di potersi giocare le proprie carte nel finale di una stagione che si fa sempre più intrigante.