UN PATTO COMMISSO-SQUADRA. PUNTI SALVEZZA CON LA SAMP. IACHINI PENSA A CAMBIARE. RIBERY A MARZO, KOUAME FRA DUE MESI. INCONTRI PER LO STADIO A CAMPI. TUTTE LE SOLUZIONI. PAURA AEROPORTO
Commisso in piena regola con l’american style, viaggia sempre sintonizzato su un doppio binario parallelo, da una parte la questione stadio-centro sportivo, dall’altra il campo e il campionato.
Ieri sera il presidente viola ha portato a cena la squadra per cercare di rafforzare la coesione fra tutte le componenti dello staff tecnico, dalla dirigenza all’allenatore ai giocatori. Un modo per guardarsi negli occhi, per cementare il rapporto e stringere una sorta di patto per la salvezza. Rocco in questi giorni è amareggiato per la vicenda stadio, ma anche e soprattutto per i risultati deludenti anche dopo il cambio di allenatore. Si aspettava molto di più dalla sua prima annata italiana e questo è evidente. Ieri sera ha ribadito alla squadra la sua fiducia, ma si aspetta una reazione, un colpo d’ala per cambiare in fretta il corso della stagione e tirarsi fuori il prima possibile dalla zona salvezza. Vuole carattere, grinta, rabbia agonistica e ancora maggiore attaccamento alla maglia per lui, ma soprattutto per gli straordinari tifosi viola che meriterebbero ben altro.
Tutti i giocatori sono pronti a dimostrare sul campo, a cominciare da domenica con la Sampdoria, che le ultime sconfitte sono già alle spalle, che è il momento di ricominciare a fare punti.
Come sempre, l’effetto Rocco è stato travolgente e trainante, una iniezione di fiducia che farà sicuramente bene a una squadra che deve scrollarsi di dosso una pericolosa paura di ritorno per poi tornare a giocare come ha fatto a Napoli o con l’Atalanta in coppa.
Ovvio che il presidente si aspetti di più anche da Iachini dopo un mese e mezzo di lavoro, soprattutto ora che sta anche recuperando giocatori importanti. Domenica per la prima volta sarà a disposizione Duncan, uno degli acquisti invernali e potrà essere impiegato anche Caceres. Chi giocherà?
Il 3-5-2 sta diventando troppo prevedibile e l’allenatore sta provando anche altre soluzioni. Passare al 4-3-3 potrebbe essere un’idea. Ma anche il 4-3-1-2. In difesa Caceres a destra e Igor a sinistra, ad esempio, danno sostanza ma sanno anche attaccare. A centrocampo con Duncan ora è possibile mettere Castrovilli dietro le punte con Benassi e appunto Duncan interno, Pulgar o Badelj davanti alla difesa. Il ritorno del croato è un’altra ipotesi. A San Siro in coppa non ha fatto male, porta geometrie e intelligenza tattica. Pulgar potrebbe essere un’alternativa come interno. Comunque ora è possibile una rotazione. Davanti con Chiesa dovrebbe partire dall’inizio Vlahovic, ma gli ultimi allenamenti saranno decisivi. La Samp ha problemi simili, sta cercando di tirarsi fuori dalla zona calda e con il calcio semplice di Ranieri ha trovato concretezza. Il 4-4-1-1 è solido, Ramirez l’uomo di qualità, ma l’assenza del regista Ekdal potrebbe farsi sentire. Marassi non è mai stato un campo facile per la Fiorentina, ma la parola d’ordine passata di bocca in bocca anche ieri è fare punti. Assolutamente.
Fra l’altro sta intensificando gli allenamenti anche Ribery e fra una quindicina di giorni tornerà a disposizione. Ma già averlo negli allenamenti è un bel punto di riferimento per tutto il gruppo. Ieri s’è visto pure il sorriso contagioso di Kouame, un altro dei grandi investimenti invernali. Il ragazzo che viene dal Genoa ha cominciato ad allenarsi con attenzione, nessuno gli mette fretta, ma se la tabella di marcia sarà rispettata potrebbe tornare a disposizione per aprile e di conseguenza la fase finale della stagione.
Confermo infine che si stanno avviando i contatti con Chiesa per il rinnovo del contratto. Ma senza pressioni e con serenità.
Fin qui il comparto calcio giocato, e lo stadio?
Come anticipato martedì scorso e confermato poi dal comunicato della Fiorentina, non c’è da scommettere un euro sullo stadio alla Mercafir.
Eravamo stati fin troppo facili profeti ad intercettare il no di Commisso, ma siamo sinceri, chi di voi investirebbe una cifra così alta su un’area ancora occupata da un’attività economica importante, con mille lacci, lacciuoli, incertezze e burocrazia in agguato?
Solo l’Ottimismo Nardelliano regge ancora di fronte a una realtà già criticata dai Della Valle, ma come già detto siamo davanti a un vero e proprio atto di fede.
Siccome però la crescita della Fiorentina può passare solo attraverso beni immobili e lo stadio è un passaggio fondamentale dopo il centro sportivo, perché non analizzare altre soluzioni?
Capiamo la posizione di Nardella, perdere lo stadio sarebbe uno smacco politico, ma se davvero vuole il bene della Fiorentina e non solo quello della sua amministrazione, dovrebbe con umiltà prendere atto della situazione e allargare l’orizzonte con positività. Ricordo ancora una volta che Nardella è il sindaco metropolitano e le alternative utili alla Fiorentina nella Piana attigua al comune di Firenze forse esistono. Sarebbe un bel gesto pro-Fiorentina prendere atto delle difficoltà e aprirsi per valutare il resto assieme ai comuni interessati.
Si può fare lo stadio a Campi? Ci sono le condizioni? Con lo spostamento della posta dell’aeroporto ci saranno ostacoli per la sicurezza dei voli? E la Regione, o gli altri enti interessati, nel caso sarebbero disposti a collaborare con Campi per la rapida risoluzione di eventuali problemi viari?
Non sarebbe male se qualcuno cominciasse a interrogarsi su questi punti. In fondo uno stadio va costruito per il futuro, con una previsione ad almeno cinquant’anni (il Franchi ne ha una novantina) e fra cinquant’anni c’è da scommettere che fra Firenze e la piana non ci sarà soluzione di continuità, l’età dei comuni è finita da un bel pezzo. Ma per accettare un ragionamento del genere ci vogliono lungimiranza e un pensiero agli interessi collettivi e non particolari.
Ci riusciranno?
“Per favore, mi facci un’altra domanda”, risponderebbe Fantozzi.
Intanto però Rocco i suoi colloqui e la sua analisi con gli amministratori di Campi continua a farla, non si vuole arrendere, spera ancora che una soluzione si possa trovare al più presto per evitare un altro paradosso tutto italiano, quello di un signore che vuole investire 300 milioni di euro, dare lavoro e occupazione, respinto dal vento contrario della burocrazia e della politica. Qualcuno dica che non è vero…