.

UN PO' DI SILENZIO, PREGO: ADESSO SI PARRÀ LA VOSTRA NOBILITATE

di Stefano Prizio

Difendersi attaccando, era la cifra, lo stile di Pantaleo Corvino, anzi di più, perché l’uomo di Vernole, plenipotenziario della Fiorentina a trazione marchigiana, si faceva un’ossessione  dell’essere  sotto assedio, denigrato, a suo dire, da stampa e tifosi, tutto leggeva, tutto ascoltava (ogni trasmissione radio), facendo di questa fobia il suo vero grande limite. Daniele Pradè ha un’altra indole e lo ha dimostrato ieri, intervenendo, su Rtv38, al ‘Salotto dello Sport’, di Mario Tenerani e Luca Calamai, nella trasmissione che è ormai la ‘terza camera’ dell’informazione viola.

Pradè, volto dimesso e un soffio di voce, si è preso ogni responsabilità dei balbettii della squadra e degli eventuali errori del mercato, marcando un altro stile e la piena discontinuità, con la precedente gestione della Fiorentina, proprio come fa Rocco Commisso, in ogni sua uscita, così lontana (grazie al Cielo) dallo stile Della Valle, anche loro adusi a giocare d’attacco e a mai, mai e poi mai, riconoscere d’aver torto.

Ma adesso a voi Rocco, Joe, Daniele e Cesare (che ha pure beccato il virus tanto per non far mancare nulla al club viola in quest’anno così strano che forse sarebbe stato meglio passare a palle ferme), mutuando il divin poeta che fu fiorentino (e se fosse vissuto oggi avrebbe parlato e forse scritto di Fiorentina): adesso si parrà vostra nobilitate.

Già, perché adesso, dopo un inizio di campionato stentato e dei più strani, cambiato l’allenatore, forse tardi, ma meglio tardi che mai, venduto il giocatore più forte della squadra, con una grande plusvalenza, ma una altrettanto grande sottovalutazione tecnica; messo un pietrone, forse definitivo, forse no, sul sogno nuovo stadio, ci ha pensato Commisso nelle ultime dichiarazioni in merito.

Adesso, occorre affrontare il mercato invernale, sperando che l’uomo dolce che si è auto accusato ieri sera, ritrovi la vena dei suoi colpi migliori e sia dotato dei quattrini per farlo. Poi col padrone, magari un tantino meno ciarliero, l’allenatore, liberato dal virus (a proposito Cesare ti si vole un monte di bene e ti s’abbraccia), il Ds, il dg Joe Barone, il più zitto che pedala a testa bassa, i ragazzi della squadra: di tutti loro si parrà la nobilitate.

Infatti il campionato è lungo, il calibro della squadra, piena di nazionali, non rispecchia la classifica, l’allenatore è bravo, c’è una finestra di mercato, dove correggere gli errori, compresi quelli pubblicamente riconosciuti. Insomma c’è modo e maniera di far meglio.