UN REGISTA VERO E DUE GIOCATORI DI PRIMA FASCIA PER TORNARE PROTAGONISTI. L’EFFETTO-ITALIANO VA SFRUTTATO. ORSOLINI E ZACCAGNI PISTE CALDE. ATTENTI A CARRASCAL. UN TESORETTO DALLE CESSIONI DI MILENKOVIC, KOUAME, KOKORIN E AMRABAT
La prossima settimana, finito il ritiro di Moena, ci sarà un vertice fra i dirigenti viola e l’allenatore per far decollare il mercato. Italiano si presenterà con la sua lista dei promossi e bocciati, in venti giorni ha sicuramente valutato quali sono i giocatori sui quali vorrà contare, quelli che l’hanno seguito meglio, hanno la sua voglia, il suo entusiasmo e la sua fame e quelli invece da vendere.
Questo è sicuramente un buon gruppo e l’allenatore è contento di come hanno lavorato tutti gli elementi che erano in ritiro, ma è arrivato il momento delle scelte e soprattutto delle decisioni.
Si dovranno stabilire le priorità, quali sono i ruoli da coprire o da rafforzare per costruire una Fiorentina competitiva come si aspettano i tifosi.
E’ chiaro che l’arrivo di Italiano con un progetto tecnico finalmente definito, la scelta caduta su un allenatore giochista che ha in testa una squadra divertente, propositiva, di grande personalità, sta incuriosendo tutti.
L’allenatore ha grande personalità, è un trascinatore, ci sono buone sensazioni, si è ritrovata positività, ma nessuno deve scambiare questo momento felice con l’idea che “allora bastano i giocatori che ci sono”. Sarebbe un errore colossale.
E’ chiaro che una squadra con un gioco farà crescere tutti e rilancerà molti. Lo abbiamo sempre sostenuto negli anni scorsi, il problema della Fiorentina è stata la mancanza di un gioco e di una identità. Senza un progetto tecnico chiaro, nel quale riconoscersi, i giocatori si sono persi e molti hanno reso meno rispetto al loro reale valore. Callejon è il primo che mi viene alla mente.
Ma tutti si sono messi a disposizione e i risultati in termini di personalità arriveranno, ma questo organico va comunque e assolutamente rinforzato. Il discorso non può essere “teniamo questa squadra con pochi ritocchi perché ci penserà Italiano”, ma l’esatto contrario: diamo a Italiano una squadra il più forte possibile perché con la spinta del nuovo gioco e l’entusiasmo del tecnico, si potrà riportare più facilmente e più velocemente la Fiorentina nella parte sinistra della classifica.
Nico Gonzalez è già arrivato ed è sicuramente un ottimo acquisto anche se non ha fatto l’effetto sperato sui tifosi perché come al solito sono stati sbagliati i tempi e i modi del comunicare, ma il giocatore c’è. Qualcuno ha commentato sui social: è stato soltanto sostituito Ribery. Numericamente è vero sull’immediato, anche se trattasi di vicende diverse, ma in prospettiva mi tengo Gonzalez. Comunque non ci si può fermare qui o pensare di fare da adesso in poi soltanto operazioni di piccolo cabotaggio perché questa squadra oltre al gioco (che arriverà) ha bisogno di due-tre giocatori sopra la media, in grado di portare entusiasmo, carisma, tecnica, ma anche ricreare entusiasmo fra la tifoseria.
Non si può ripartire con la squadra che per due anni ha faticato a salvarsi e il solo Gonzalez o poco più.
Fuori dai denti: serve un regista vero. Un investimento va sicuramente fatto su un giocatore di grande personalità e qualità in quel ruolo: non sarà Sensi che vuol rimanere all’Inter, non so se Pradè finalmente riuscirà a prendere Torreira, ma non si può scendere sotto questo livello tecnico. Poi può pure rimanere Pulgar, ho già spiegato come nel gioco di Italiano un regista puro e un altro che ha caratteristiche da regista (Pulgar) possano coesistere quando si attacca con il 2-4-4, un centrocampista dei tre (Castrovilli?) diventa attaccante, ne restano due a metà campo con i terzini che salgono, ma in mezzo serve un leader che dia i tempi, tenga alta la squadra, chiami il pressing, abbia velocità di pensiero e di piede. Fatte le dovuto proporzioni (ovvio) pensate a quanto è stato fondamentale Jorginho per l’Italia di Mancini. Ecco, serve un giocatore con quelle caratteristiche e spero che gli operatori di mercato della Fiorentina lo abbiamo già individuato.
Il secondo investimento forte andrebbe fatto su un centrale difensivo in grado di guidare la difesa, soprattutto se Milenkovic e Pezzella non rinnoveranno e dovranno essere venduti per non perderli a zero il primo febbraio del 2022. E’ vero che c’è Quarta il nazionale argentino campione del Sudamerica, è vero che c’è il buon Igor, che Dalle Mura cresce bene, ma un leader difensivo deve essere manna.
Nel mercato ideale dovrebbe essere previsto anche un altro esterno alto, un potenziale titolare, oltre a Gonzalez, Sottil, Callejon e (forse) Saponara attualmente in rosa. Italiano in rosa ne vuole cinque. Qui faccio un nome che è ritornato a circolare nelle ultime ore e parlo di Orsolini del Bologna che con Mihajlovic non è sempre al massimo del feeling.
Tutte le altre operazioni (tipo un vice-Vlahovic) e i nomi accostati alla Fiorentina possono anche essere buoni giocatori e basta, ma è nei ruoli appena citati che si deve investire di più e puntare il meglio. Piace Zaccagni è vero. Piace Nastasic, ma lo immagino uno dei difensori in rosa e stop, visti gli ultimi anni difficili. Attenzione però a Carrascal che dall’Argentina accostano anche ai viola. Per De Zerbi, l’allenatore ora allo Shakthar, trattasi di autentico talento da prendere subito. Mi sembra più un trequartista, non so se, nel caso, potrebbe fare l’esterno. Vedremo.
Poi, ovvio, se Lirola va via e incassi 12 milioni serve uno simile a lui. Ma questo è scontato.
Ora provate a immaginare la formazione: Dragowski; Lirola, X, Quarta, Biraghi; Pulgar, X, Castrovilli; Gonzalez, Vlahovic, X in un contesto di gioco e di personalità come quelle dello Spezia dell’anno scorso.
Se le tre X saranno giocatori di prima fascia può diventare anche tanta roba. Questa Fiorentina rilanciata dal gioco, potrebbe da subito essere competitiva nella zona-Europa League e comunque sarebbe in grado di ridare un senso di appartenenza ai tifosi.
A questo punto qualcuno potrebbe obiettare: ma la Fiorentina che ha già speso 25 milioni per Gonzalez può investire ancora tanto?
La risposta è sì se Barone e Pradè hanno le idee chiare e sono bravi a comprare, ma soprattutto a vendere. La Fiorentina ha già incassato rate di giocatori ceduti. Ha abbassato il monte ingaggi con l’addio di Ribery, Caceres e diversi altri. E può fare un bel tesoretto con le cessioni di Kouamè (sta facendo una buona Olimpiade), Amrabat e Kokorin che sembrano già fuori dai programmi, ma anche Milenkovic, orientato a salutare.
Spero che Pradè in questo mese nel quale è praticamente sparito dai radar, abbia lavorato sott’acqua e abbia già in mano il regista e gli altri e siano già state intavolate trattative per vendere gli esuberi che non sono solo quelli citati.
In questo mese il mercato non s’è fatto almeno ufficialmente, ma farsi trovare impreparati, cominciare davvero ad agosto dopo il summit con l’allenatore, sarebbe delittuoso. Credo che gli affari siano già tutti impostati. O almeno lo spero.
Resta il discorso Vlahovic, ma lo abbiamo già analizzato mille volte. Se davvero, come fa filtrare la Fiorentina, manca solo l’accordo sulle commissioni del procuratore e il giocatore è felice di firmare con una clausola da settanta milioni, siamo tutti contenti. Primo fra questi Italiano.
La firma però deve arrivare prima della fine del mercato altrimenti la situazione potrebbe complicarsi con i tanti corteggiatori e il contratto in scadenza nel 2023.
Se non vuol firmare prima della fine del mercato per legarsi davvero alla Fiorentina, vuol dire che il suo procuratore sta già pensando di andarsene l’estate prossima a prezzo più basso perché più vicino alla scadenza e allora tanto vale venderlo ora se davvero il Tottenham è pronto a spendere una sessantina di milioni. Situazione delicata, da chiudere prima possibile, il tempo della diplomazia sta finendo, serve decisionismo perché una situazione analoga la Fiorentina l’ha già vissuta con Chiesa e non va ripetuta.