UNA BUONA FIORENTINA CONTRO UN NAPOLI DA CHAMPIONS. GATTUSO SEMPRE PIÙ VICINO. VLAHOVIC, UNA QUESTIONE DA RISOLVERE
La Fiorentina ci ha provato, niente a che vedere con la gara di andata e quel punteggio umiliante. I viola hanno tentato di costruire una partita con le proprie forze, aspettando e ripartendo. Come sempre quest’anno e pure nella stagione scorsa. Squadra concentrata e con gli stessi limiti: l’errore di Milenkovic sul rigore è la foto di un’annata, così come quelle 5-6 palle in uscita che potevano essere gestite meglio. Però i viola hanno profuso impegno, la gara a tratti è stata spigolosa, con un arbitro che ha diretto male e con una pessima gestione dei cartellini. C’era nervosismo, soprattutto da parte del Napoli.
La Fiorentina è andata meglio nel primo tempo, gli uomini di Gattuso nella ripresa, dimostrando tutta la loro forza basata su una cifra tecnica superiore e su un’organizzazione di gioco più che collaudato. Due gol per vincere sostenuti da una bella prova di Insigne. I viola si sono ritrovati di fronte 37 punti differenza, mezza classifica di distacco, una enormità. Non sempre va come con la Lazio, non sempre becchi una Juventus in crisi come all’andata. I valori ci sono nel calcio, come nella vita. Certo, esistono le eccezioni, ma che sono lì per confermare la regola. Si potrebbe discutere a lungo sulla partita di ieri per arrivare sempre alla stessa conclusione: sarebbe bello che nel giro di due-tre anni la Fiorentina diventasse forte come il Napoli attuale.
Iachini l’ha preparata bene e i suoi ragazzi lo hanno seguito. Sono stati con lui fino all’ultimo. L’episodio della maglia regalata con la scritta “Grazie Beppe”, bagnata dalle lacrime di Iachini, ci ha riportato al passato quando il calcio era una roba più genuina. C’erano le tensioni anche allora, ma senza i veleni gratuiti di oggi. Iachini se ne andrà da innamorato della Fiorentina dopo aver ricevuto dal presidente viola, dopo la Lazio, un invito a pensare circa una sua permanenza in panchina. Lo ha raccontato lo stesso Iachini. Meglio lasciarsi da amici, ha spiegato il tecnico e cambiare strada. Non sappiamo ancora dove allenerà Beppe nella prossima stagione, ma è molo probabile che come suo sostituto a Firenze sbarcherà Rino Gattuso. Ci sono troppe indiscrezioni convergenti che portano verso Ringhio, ora ad un passo dalla Champions.
Il Napoli in 18 gare del ritorno ha fabbricato 42 punti, una marcia pazzesca. D’accordo, con un organico da scudetto però il merito di Gattuso è intatto. La sua qualità di gioco negli anni è migliorata. Rino ha dovuto lottare anche contro l’etichetta che gli era stata affibbiata dopo un’equazione molto superficiale: Gattuso indomito lottatore in campo, mediano anche in panchina. Niente di più falso. Per scrollarsela di dosso ha dovuto combattere, ma ora ce l’ha fatta. Basta guardare alcune trame di gioco messe in mostra ieri nella ripresa: quello è il Napoli di Gattuso.
Allenatore con la schiena dritta, pronto ad andare incontro alla società, ma desidera avere un’ampia libertà sul mercato. Le sue indicazioni vanno seguite e non disattese. Può soprassedere su un nome, ma mai sulle caratteristiche di un calciatore richiesto. Ciò che è accaduto in passato sul mercato, tipo Badelj e Pulgar messi accanto oppure Callejon per fare il 3-5-2, con Gattuso non può verificarsi. Ma è giusto così. Un allenatore del genere può aiutare una società a muoversi con più lucidità sul mercato.
Il feeling col presidente è una carta da giocare. Significa gettare le basi per un’annata di costruzione e non distruzione. La società assicurandosi un allenatore fresco di Champions, ormai il Napoli dovrebbe davvero essere ad un passo, farebbe un gran colpo. Passare dalla conquista della Champions ad una squadra che da tre anni lotta per restare in serie A, non sarebbe cosa di poco conto. Convincere Gattuso ad intraprendere questa avventura rappresenterebbe un successo di grandi di dimensioni, non banale.
L’altra questione da affrontare prima possibile è Vlahovic, il suo rinnovo è basilare per gettare le basi della Fiorentina du Gattuso. Lo scenario è molto incerto: Vlahovic è riconoscente al club viola e a Firenze, ma le sirene del mercato sono fortissime. La tentazione di andarsene è presente. Non è escluso che in assenza di una soluzione tempestiva Dusan possa andare in ritiro a Moena. A quel punto mancheranno due anni alla scadenza del contratto, non tanto se parliamo di calcio. Difficilissimo indovinare l’esito di questa vicenda, ma la società deve provare tutto e qualcosa in più per convincerlo a restare. Non può permettersi il lusso di perderlo.