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UNA GIORNATA CHE È POESIA A FIRENZE. ALLEGRI GIOCA LA CARTA DELLA SUPERBIA. MONTELLA PUNTA SULLA SOLIDITÀ, CON UN'ARMA SEGRETA PRONTA ALL'USO

di Marco Conterio

Ci sono giorni in cui il tempo si ferma. In cui rallenta, scorre nervoso, rintocchi pesanti che turbano l'impaziente tifoso. Fiorentina-Juventus non è una gara come le altre e checché ne dicano vecchi esponenti della Vecchia Signora, non è certo sentita solo a Firenze. Andate a chiederlo a chi frequenta ogni giorno lo spogliatoio bianconero: c'è tensione, c'è concentrazione. Massimiliano Allegri, che è uno schietto e sincero e che le mezze verità male le cela, lo ha detto. "E' una rivale storica, vogliamo vincere". E per farlo, l'allenatore bianconero viaggia ancora sulla scia di Antonio Conte, pur facendolo a modo suo. Gioca la carta della Superbia. Dove si rischia di cadere da peccatori o da uscirne doppi vincitori. Tevez e Morata, presunti titolari, fuori entrambi. Gioca l'imberbe Coman con l'ariete Llorente, tandem novello per una partita così importante. Chiaro: per prestigio ma pure per ambizioni, per la Juve è più importante quella con l'Atletico, ma questo per molti potrebbe sembrare un affronto. Chi conosce Allegri sa che, qualora queste scelte dovessero essere confermate, non si tratta di snobbismo ma di un'ulteriore ricerca della consapevolezza per la sua Juventus.

Dall'altra parte Vincenzo Montella, anche lui alla ricerca di qualcosa. Di stabilità, oltre che di un'altra impresa. In una stagione fatta di tanti numeri, di tanti schemi e di tanti uomini, per la terza consecutiva punta sul 3-5-2. Per Mario Gomez è l'occasione maxima per ribadire il suo ritorno, dopo che nelle scorse settimane il gol è stato trovato ma solo a fatica. Un peso tolto dalle spalle, per il tedesco, è però il primo passo per Gomez per tornare grande ed al suo fianco c'è chi meglio di ogni altro, senza Rossi, può assisterlo, ovvero Juan Guillermo Cuadrado. Per il quale in estate la Fiorentina ha detto di no alla Juventus, davanti a proposta concreta, giusto per inciso. E poi ancora, Joaquin, Mati Fernandez, lo scorso anno icone della Remuntada, stavolta cardini dall'inizio nella formazione viola.

Così, il suo ruolo, semmai per consolidare un vantaggio scritto, così si augura Firenze, può essere Marko Marin. Montella se l'è lasciato sfuggire dai denti, ma il talento tedesco d'origine bosniaca è la sua arma segreta pronta a scendere in campo a gara in corso contro la Juventus. Se Allegri se la gioca subito, ovvero Coman, Montella la tiene in tasca, in panchina. E' una sfida aperta, alla ricerca di qualcosa. Di una dimostrazione di forza, per la Juventus. Di un'altra impresa, per Firenze. Dove il tempo si ferma. E dove l'attesa è infinita.

Di Marco Conterio
Caporedattore Tuttomercatoweb.com e del mensile Calcio 2000