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UNA RESA SENZA GIUSTIFICAZIONI. SENZA LOTTA NON C’E’ SALVEZZA. UN SOLO PENSIERO: 40 PUNTI. PRANDELLI SCELGA CHI CORRE. SOLO IL PARMA HA UN ATTACCO PEGGIORE. MERCATO OBBLIGATORIO

di Mario Tenerani

Sarà dura masticare questa umiliazione, digerirla, farla evaporare. Legnate del genere lasciano ferite difficili da suturare. Il Crotone è dietro l’angolo, scontro diretto per mantenere la serie A, speriamo che la Fiorentina riesca a depurarsi in fretta, ma nutriamo dubbi. 

I dirigenti viola hanno chiesto scusa e hanno fatto bene. Il pomeriggio del Maradona entra nella narrazione delle prestazioni da vergogna: accadde a San Siro contro il Milan nel 2004-2005, sempre un 6-0 e poi nel 2011-2012 in casa contro la Juventus, con un passivo di 0-5. Non è un caso che quelle disfatte arrivarono in anni pericolosissimi per la Fiorentina, con salvezze acciuffate al fotofinish. Bisogna però tornare al 1938 per trovare una Fiorentina sotto sul 4-0 prima dell’intervallo, mentre il Napoli nella sua storia mai aveva rifilato 5 reti ai viola: stavolta addirittura sei… 

Il punteggio rispecchia in pieno non tanto l’andamento della gara, quando l’atteggiamento con il quale la Fiorentina si è presentata al Maradona. Col piglio della passeggiata al parco, orfana di uno spirito agonistico - nemmeno un giallo… -, svogliata, abulica, in balia del volere dell’avversario. I difensori non hanno difeso, rinunciando alla loro prerogativa principale. Si sono mossi con un passo troppo lento, in preda a distrazioni ingiustificabili. Il paradigma della partita è il terzo gol del Napoli: Insigne che si beve cinque giocatori viola, li umilia prendendosi gioco di di loro. E poi c’è tutto il resto. Non è possibile che Milenkovic, Pezzella e Igor giochino così. 

Napoli furbo e molto più forte - perché sia chiaro, i moduli sono importanti, gli allenatori anche, ma i giocatori di più e se non si compra la qualità si viaggia a scartamento ridotto -, abile a regalare un po’ di spazio ai viola per poi colpirli a proprio piacimento. Dialogando ai 40 metri della Fiorentina con la forza di una lama nel tonno. Squadra viola sbagliata nel disegno tattico, troppo sbilanciata in avanti e ancora di più nell’interpretazione del modulo: perché alla fine conta più come i calciatori si spendono per un sistema, piuttosto che la geometria di un assetto. Può darsi che Prandelli abbia voluto dimostrare un desiderio di crescita di mentalità, mettendo in campo una Fiorentina a trazione anteriore. I risultati pessimi indurranno Cesare a tornare sulla vecchia strada, quella del pragmatismo, a lui molto caro, dell’umiltà che fa rima con necessità di salvarsi. Nella Fiorentina ci sono troppi trequartisti e pochissimi attaccanti. Anche questo è un difetto che nasce da lontano, dalla costruzione della squadra. Per Prandelli è il momento delle scelte dolorose. La qualità va sempre privilegiata, ma se uomini come Ribery e Callejon offrono queste prestazioni meritano di essere messi fuori per un po’ a beneficio di calciatori meno dotati, ma in grado di correre. Il calcio di oggi non fa sconti: ti ordina di correre tanto e con raziocinio. Chi cammina non può essere della partita. Anche le dichiarazioni di Prandelli a fine gara su Ribery devono far riflettere: “Secondo me è un campione, però tante volte quando si ferma non ne capisco il motivo… Avevo paura avesse un problema. È una situazione che dobbiamo valutare attentamente”. 

Tanto vale imbottire la linea dei cinque a centrocampo e affidarsi a due punte, veloci nel contropiede, come Vlahovic e Kouame. Difesa blindata e poi ripartenze. Cesare non ascolti le sirene del bel gioco, delle trame offensive, sono temi fuorvianti. Conta solo la salvezza, produrre 40 punti per restare in A e l’impresa, vedendo il vuoto pneumatico di Napoli, non si mostra scontata. 

A centrocampo ci sono altre criticità: Amrabat non convince, il suo investimento di 20 milioni per adesso non rende. L’ex Verona non fa niente di decisivo e talvolta sembra impacciato. Di sicuro al fianco non può avere Castrovilli se agiscono in due. Gaetano pare più fluido in una mediana a tre anche se pure lui non sta attraversando un gran periodo. Sugli esterni è in difficoltà Biraghi, soprattutto nella fase difensiva e Venuti a destra fa quel che può. Il titolare è Caceres che però ha commesso quest’anno più errori del solito. 

Il quadro generale è ancora più triste se pensiamo all’attacco viola: dopo 18 giornate è al diciannovesimo posto in classifica, cioè ce n’è solo uno peggiore, quello del Parma. Un reparto avanzato da retrocessione. Non è possibile avere una carenza così grande quando di ciò si discute almeno da un anno. Ai dirigenti della Fiorentina non resta che prenderne atto e intervenire subito sul mercato, ma non immaginando investimenti per la stagione ventura, bensì per quella attuale. I doverosi rinforzi, ormai obbligatori, occorrono subito a gennaio e non a giugno. Prima si fa il mercato per salvarsi e dopo si può disegnare con calma lo scenario futuro. Un attaccante e un centrocampista pensante servono come il pane alla Fiorentina. 

Da oggi però i viola devono provare a voltare pagina, tentando di dimenticare questa sconfitta così umiliante. Col Crotone contano solo i 3 punti utili a girare a quota 21 per restare in media salvezza. Il presidente Commisso sarà con la squadra al centro sportivo Astori, cercherà di portare un aiuto ad un gruppo in crisi. Non è il momento dei processi, ma del sostegno. La Fiorentina ha bisogno di tutti per salvarsi, ma solo al proprio interno può trovare la forza di farcela.