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UNITÀ DI CRISI VIOLA AL LAVORO: ROCCO CON MONTELLA E LA SQUADRA. MOMENTO DIFFICILE, CALENDARIO PEGGIO. I RISULTATI ARRIVANO SOLO SE C’È UN GIOCO. A GENNAIO SERVE UN MERCATO VERO

di Mario Tenerani

Ciò che preoccupa non è tanto la classifica, quanto la mancanza di forza e di idee per cambiarla. Ruota tutto intorno a questo concetto il momento più brutto dell’era Commisso. Un punto nelle ultime quattro partite è più di un banale campanello d’allarme. E’ l’indicatore di un disagio nemmeno tanto nascosto, evidente agli occhi di tutti. La paura si allarga a macchia d’olio perché il passato è molto recente, per niente remoto: questa squadra adesso sembra la gemella di quella che si è salvata grazie ad un mezzo miracolo calcistico il 26 maggio scorso. L’unico distinguo sta nella gara col Lecce: in questo contesto i viola si sono spremuti fino all’ultima risorsa energetica alla disperata ricerca di una vittoria ed invece è arrivata la terza sconfitta consecutiva. Per il resto Cagliari, Verona e Lecce sono facce diverse di un medesimo problema. Il gioco non è fluido come al contrario era stato con Napoli, Juventus, Milan e Atalanta. Le idee scarseggiano. Ci sono differenze tra giocatore e giocatore, alcuni sembrano fare fatica per essere all’altezza del loro compito. E questo chiama in causa anche il mercato: non tutte le operazioni sembrano essere state centrate anche se c’è ancora tutto un girone da giocare e i giudizi potrebbero anche cambiare.

In questi frangenti tutti gli allenatori, Montella non fa eccezione, nuotano nel mare dei dubbi. C’è solo un rimedio e non è detto che funzioni al cento per cento: creare un cordone sanitario intorno al tecnico, una sorta di unità di crisi, per dare fiducia a chi forse la sta smarrendo. L’allenatore soffre più di tutti perché è solo, schiacciato tra chi divide le responsabilità nel gruppo, vedi i giocatori, e la società con i dirigenti. Rocco Commisso conosce le regole del calcio e pure la gestione delle anime, non a caso è a capo di un gruppo con 4.500 dipendenti. Ieri, insieme ai suoi colonnelli, è stato al centro sportivo e ha speso parole di sostegno per la squadra e Montella. Rocco ha fatto quello che di solito fa un presidente, ma non sempre è facile trovare un presidente che si comporti così. Il periodo è complicato, il calendario di più. Torino, Inter e Roma in sequenza paiono ostacoli duri da saltare, per superarli servirà la miglior Fiorentina che adesso si fa fatica ad immaginare. Commisso e i manager viola si sono mobilitati, Montella dovrà fare il resto. Magari trovando anche alternative tattiche per smuovere un po’ le acque. Uno sforzo congiunto per traghettare la Fiorentina fuori dalla tempesta. Non si può pensare di ottenere risultati senza passare da un’idea di gioco, quella che fino a qualche settimana fa pareva esserci e della quale adesso si sono perse le tracce. I viola devono ripartire da lì. 

Un mese di fuoco poi la pausa di Natale e dopo mercato. A gennaio non si possono sparare grandi cartucce, ma con un buon budget e poche idee e chiare, è possibile rinforzare la Fiorentina, rimediando alle mancanze nate in estate. Una prima tappa nel processo di rinforzamento, aspettando la sessione estiva, quella decisiva. Va bene tutto, tranne rivivere una stagione come quella passata. Firenze ha già dato.