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VALANGA VIOLA, INIZIO COL BOTTO. VOGLIA DI VINCERE E INTENSITÀ. BENE ANCHE I NUOVI. ORA CALMA, MA LA STRADA E’ OK

di Mario Tenerani

Un inizio così lo puoi immaginare in un sogno a tinte molto ottimistiche, ma forse c’era qualcosa di magico nell’aria per la Fiorentina. Valanga viola, un set di tennis per disintegrare il Chievo.  

Intanto il 25 febbraio scorso era stata l’ultima volta, proprio col Chievo, per Davide Astori che se ne sarebbe andato nel sonno una settimana dopo a Udine. Il primo gol lo ha fatto Milenkovic, uno dei suo allievi prediletti. Poi il buon curriculum della Fiorentina col Chievo: nona vittoria al Franchi consecutiva contro i veronesi. E ottava vittoria negli ultimi 12 esordi di campionato a Firenze. Come dire, alla Fiorentina dice bene quando parte in casa. 

Partite come queste sono paradossalmente difficili da giudicare perché non si comprende mai dove si esauriscano i meriti di chi vince e dove invece comincino i demeriti dello sconfitto. Possiamo dire però con sicurezza che la Fiorentina non ha sbagliato niente in questa sfida e la buona sorte le ha pure consentito di sbloccare in avvio la gara. Ma quello che è piaciuto di più sono state la velocità di esecuzione, l’intensità della giocata e la determinazione con dei viola, lanciati su ogni pallone. Questi sono elementi significativi che lasciano pensare ad un futuro migliore.

Mancava Veretout nel mezzo - salterà per squalifica anche la partita con l’Udinese -, mentre in tribuna a tifare viola c’era Badelj, laziale col cuore a Firenze. Pioli in partenza aveva 8 titolari dello scorso anno, i nuovi erano Lafont, Edimilson e Gerson. Il tecnico non ha ritenuto adatto, almeno per adesso, l’utilizzo di Noorgard davanti alla difesa. E così ha impiegato Edimilson. Lo svizzero non è un regista, ma un interno interessante, eppure ha svolto bene il compito affidatogli da Pioli. Meglio ancora Gerson che per altro conoscevamo bene. Il brasiliano ha messo in mostra una grande qualità e la voglia di stupire: gol e assist, ma tante aperture di 40 metri davvero efficaci. Infine Lafont: non è stato impegnato, ha fatto il proprio lavoro coi piedi, lo aspettiamo ad impegni più probanti. Nel finale dentro anche Noorgard e Pjaca: il primo è stato concreto, il secondo ha fatto ammonire Meggiorini. Insomma, si vedono potenzialità in questa squadra, con maggiori alternative rispetto a 12 mesi fa. 

Le firme sulla sulla gara sono in qualche modo il paradigma del lavoro di Pioli: doppietta di Benassi - l’anno scorso andò in rete 5 volte -, anche Gerson per il centrocampo, quindi Milenkovic - c’è bisogno del contributo dei difensori goleador - e poi gli attaccanti, Chiesa e Simeone. Si sono battuti con grande generosità e sono stati premiati con la merce a loro più gara, il gol. 

Le prime partite di campionato, nel bene e nel male, vanno sempre pesate nel giusto modo. Contano solo i punti, questo sì. Ora sarà facile per qualcuno cominciare a far decollare la fantasia verso traguardi di classifica fino a poche ore fa preclusi a qualsiasi considerazione. Sarebbe un errore imperdonabile. Per fortuna c’è Pioli che ha le orecchie tappate, non ascolta le facili illusioni e le adulazioni gratuite. Per la Fiorentina era significativo partire col piede caldo e così è stato. Ci sono ottime indicazioni, ma serve calma, siamo solo all’alba di una stagione tutta da leggere. Magari godiamoci la strada perché sembra buona. Centrare la rotta è decisivo.