VIA SUBITO GLI SCONTENTI
Cambia l'allenatore, ma non i risultati. Un dramma. Firenze è stanca, provata, esasperata. I giocatori sono senza alibi e ora anche senza più parafulmini. L’aver ignorato l’invito di Rossi a fine partita di andare a salutare quei poveri disgraziati che avevano seguito la squadra a Palermo è incommentabile.
Impossibile quindi non fermarsi ancora una volta a riflettere su cosa stia succedendo in casa viola e cosa potrà essere fatto per mettere la parola fine a questa situazione imbarazzante. La risposta, in tal caso, potrebbe arrivare a breve – poco più di un mese – direttamente dal direttore sportivo Corvino in sede di mercato. In pratica là dove tutto è cominciato.
In primo luogo si tornerà quindi a parlare dei ben noti scontenti viola. Dall'incomprensibile indolenza di Vargas e le sua vita sregolata. Passando per Montolivo e la sua voglia di altro, tra fischi e dormite domenicali. Fino ad arrivare ai capricci di Gilardino in sede di rinnovo, che mal si conciliano con un inizio di stagione alquanto deludente. In pratica tre figure, sulla carta, fondamentali all'interno dello spogliatoio viola, ma impalpabili all'interno del rettangolo di gioco. Mai una sorpresa, mai una soddisfazione, pochi sorrisi forzati (o fuori luogo nel caso di Montolivo) e tante troppe prestazioni incolore. Quasi che la maglia viola fosse diventata un peso insopportabile da portare sulle spalle o una fastidiosa mise da indossare per contratto.
Ebbene, adesso basta, il tempo delle scuse è ampiamente scaduto. E qualora il problema fosse individuato proprio nel terzetto degli svogliati, la speranza è che l'inverno possa portare consiglio e magari anche qualche offerta allettante. Cambiare dunque, per ridare nuovo smalto alla squadra. Con nuovi innesti di eguale valore e possibilmente più motivati. Tanto per intendersi, diversi da quelli arrivati nell'ultima sessione di mercato. In sostanza il secondo nodo da sciogliere per Corvino.
Oltre alle ben note problematiche di lungo corso, questa prima parte di stagione ha infatti messo in luce le pecche di un mercato – l'ultimo come quello dell'estate precedente – di basso profilo anche per la scarsa disponibilità economica di cui ha beneficiato il diesse Corvino, chiamato sempre a nuovi miracoli. In ordine di apparizione le undici giornate finora trascorse hanno evidenziato: un Lazzari spesso incerto e in cerca di un ruolo, la mediocrità di Santiago Silva, la scarsa professionalità di Kharja, un Munari francamente impalpabile, un Cassani spesso indisponibile e mal giudicabile e Romulo (ad oggi ancora un personaggio misterioso).
Risultato: sei acquisti, Fiorentina al quint’ultimo posto in classifica, a sole tre lunghezze dalla zona retrocessione, e un allenatore bruciato. Un dramma fiorentino consumatosi lentamente, domenica dopo domenica, tra una sconfitta e una serata in discoteca, fino alle ore piccole del mattino. Come se niente fosse. Lasciando al destino l'onere di risolvere i problemi di una squadra in balia dei suoi stessi limiti.
Analizzando la situazione nel suo complesso sembra lecito allora domandarsi dove possa finire questa Viola e che fine abbia fatto il tanto incensato progetto gigliato. A tal proposito, come detto, a gennaio una risposta si spera possa arrivare dal mercato di riparazione. Ma fino ad allora e a maggior ragione dopo, l'unico in grado di invertire la marcia potrà essere il solo Delio Rossi. L'uomo chiesto a gran voce dalla tifoseria per risollevare le sorti della Fiorentina. E il 'problem solver' chiamato dalla società sulle sponde dell'Arno per ripristinare una situazione fuori controllo e precipitata in meno di due anni nella più completa anarchia.
Un compito non facile da portare a termine, del quale il buon Delio sembra aver preso piena coscienza ad appena dieci giorni dal suo arrivo sulla panchina viola. Dopo il pareggio casalingo con il Milan all'esordio e la sofferta vittoria in Coppa Italia con il modesto Empoli, il primo schiaffo rimediato dalla sua ex squadra nell'ultima giornata ha infatti lasciato il segno. A Palermo Rossi ha potuto toccare con mano tutta la pochezza di una Fiorentina involuta. Timida fino all'eccesso, piccola di fronte a qualunque avversario e abbandonata dai suoi presunti leader. Un complesso di fattori negativi sui quali Rossi dovrà necessariamente intervenire. Anche a costo di fare scelte impopolari e apparentemente azzardate in vista dei prossimi impegni. Stop, dunque, alle concessioni benevole e alle paternali tirate d'orecchio. Tolleranza zero su tutta la linea per il bene della Fiorentina, senza guardare in faccia nessuno. Sia che il giocatore in questione si chiami Vargas, Gilardino o Montolivo. Poi al resto, se sarà necessario, penserà il mercato...
Cristiano Puccetti
direttore sport Lady Radio e Quotidiano viola