VINCERE... BISOGNA VINCERE... PER SPENDERE, PER SPENDERE. TUTTI NOI E ROCCO A CACCIA DI GIOIE
Quindi, se non per vincere che corri a fare? E oggi la Fiorentina è a un bivio obbligato per la strada che potrebbe condurla all’agognata vittoria della Coppa Italia, trofeo che manca ai viola da un lungo torno di tempo, dal 2001 perciò da 22 primavere, un trofeo che, se vinto, sarebbe il primo della gestione Commisso. Eppure, come diremo, il valore di una vittoria andrebbe ben oltre il gesto già molto importante di aggiungere un trofeo nella bacheca viola, polverosa perché da troppo tempo né smossa né rinnovata. Secondo il giudizio di molti, l’attuale rosa della Fiorentina è di buon valore, perciò per migliorarla in vista dell’anno venturo, al netto dei trofei che la compagine allenata da Italiano eventualmente vincerà davvero, ci vorrà una bella dose di qualità.
Per migliorarla, si diceva, andranno investiti capitali ingenti, e c’è pure chi ha quantificato tali investimenti, come il grande esperto di mercato e procuratore Oscar Damiani il quale ha parlato di Fiorentina migliorabile solo con calciatori da 30-40 milioni l’uno, merce salata, anche per un uomo ricco come Commisso. Meglio rassegnarsi? No, c’è una soluzione: vincere. Ma come, diranno alcuni, vincere per spendere? Sì ecco, vincere per spendere o se volete per continuare a spendere, per spendere di più, per spendere più volentieri. Cercate di ricordare: era un coro che talvolta s’alzava dalla curva Fiesole, di sovente si udiva in autunno inoltrato, nei giorni grigi di pioviggine, con la squadra arrancante in campo e i tifosi che sugli spalti sentivano come non mai tutto l’umidore e la scomodità del vecchio stadio di Campo di Marte.
Dapprima era solo un mormorio poco intellegibile, poi via via più chiaro ed infine perspicuo: ...'endere….'iogna…'endere…ere…iere….spendere…bisogna…spendere….pe…vincere….pe….vincere….spendere. Bisogna spendere, per vincere! Era un coro, lo ricorderete, che faceva tanta uggia a Diego Della Valle, abituato ad una critica compiacente quando non servile e a gente che gli ronzava intorno col cappello in mano e le hogan ai piedi, quel coro lo disturbava comprensibilmente, ma egli lo doveva ingollare a forza come uno sciroppo cattivo perchè giungeva dalla curva delusa
Ebbene, adesso il paradigma si ribalta, il concetto s’inverte, poiché se occorrono grandi investimenti, l’unico modo per convincere Commisso a farli è alzargli le ambizioni e il gusto alla vittoria, la brama di gloria, il piacere di avere in mano un club, magari piuttosto costoso, ma foriero di soddisfazioni, e ancora fargli assaggiare ciò che significa vincere a Firenze in termini di emozioni e riconoscenza della gente, poiché se è vero che i fiorentini sono critici e pretenziosi, è vero pure che sanno amare per la vita, domandate ad uno a caso come Giancarlo Antognoni o ai tanti ( pochi) che hanno vinto in viola, adesso i tifosi viola sono a caccia di gioie e di nuovi grandi amori e così Rocco Commisso.
Ve le ricordate quelle poche vittorie viola? Vi ricordate le foto aeree dello stadio Franchi impavesato a festa e illuminato ed abbracciato dai fumogeni viola in occasione del ritorno in serie A della Fiorentina? Molti di noi quelle foto le hanno ancora appese in casa, in ufficio, nelle nostre camerette, vi ricordate i caroselli al piazzale Michelangelo? E cito episodi accaduti solo vent’anni fa, proprio per stimolare la memoria di più generazioni ancora relativamente giovani e vicine alle mia di boomer cinquantenne. Le vittorie, anche quelle poche, sono il motore della passione, per i tifosi, ma anche per i padroni, i proprietari, Rocco lo sa bene e infatti non a caso è tornato a Firenze alla vigilia del match con la Cremonese.
Anche lui è ghiotto di possibili soddisfazioni, di belle emozioni, e come bimbi non si è mai sazi di risa e felicità, del resto la felicità del pallone è proprio quella dei bimbi e come diceva Jim Morrison: bimbo mi chiedi cos’è l’amore, cresci e lo saprai, mi chiedi cos’è l felicità? Rimani bimbo e lo vedrai. Viceversa, approdare a Firenze per essere accolto dall’ennesima bega sullo stadio, stavolta sarebbe in forse persino la licenza Uefa del Franchi se non si scioglie entro domenica 30 Aprile il nodo sul futuro dello stadio ( ristrutturazione si o no e con quali soldi). Essere così accolto è quanto di più spoetizzante per uno che dovrebbe mettere altri quattrini nella squadra e non si può proprio dire che ne abbia messi pochi dal 2019 ad oggi.
E’ come se foste a letto con una splendida fanciulla (o un bell’uomo se vi garba) da tempo corteggiata e mentre l’accarezzate e la baciate le scappasse una scorreggia tonitruante. E quest’ultima ulteriore bega sullo stadio accoglie Rocco dopo che sullo stadio il presidente viola è stato letteralmente e reiteratamente illuso di avere la possibilità di costruire uno stadio nuovo di proprietà, prima alla Mercafir, poi a Campi Bisenzio. Ieri ha trovato questa bella nuova Commisso ad accoglierlo a Peretola, roba da smontare chiunque, altro che 30-40 milioni a giocatore. Ecco perché non resta che vincere e riguadagnare entusiasmo, tutti noi, e anche lui.
E anche se ogni italico dialetto ha un adagio per significare che ogni strada porta a Roma (sede della finale di Coppa Italia), non chioseremo in modo tanto banale, anzi pensando anche alla via per Praga sotto il segno della Conference, citiamo Marco Aurelio col suo splendido ho per mia patria Roma, ma come uomo ho il mondo (ma intanto pensiamo alla Cremonese). E rimembrate: vincere... bisogna vincere... per spendere, per spendere!