.

VIOLA APPANNATI, MA NON SCOPPIATI. SAN SIRO PUÒ RIDAR LORO LUSTRO. EUROPA POSSIBILE IN UN CAMPIONATO MATTO. L’EX PIOLI VERSO LO SCUDETTO SENZA BOMBER… MENTRE ITALIANO SPERA IN PIATEK O CABRAL. FIORENTINA TRANQUILLA, LA STAGIONE È OK

di Mario Tenerani

Per la Fiorentina battere il Milan lanciato verso lo scudetto equivarrebbe ad un’impresa. Addirittura doppia perché è già successo all’andata (4-3). Se si verificasse questa possibilità i viola tornerebbero all’annata 2000/01, quella che poi portò al trionfo in Coppa Italia (ultimo trofeo vinto, bacheca chiusa tristemente da allora), quando prima con Terim 4-0 e poi con Roberto Mancini (subentrato al turco) 2-1 batterono i rossoneri. Da quel tempo i viola non vincono due gare stagionali contro il Milan. Torniamo per un istante al 20 novembre scorso, anche se pare passato un decennio con tutto quello che è successo nel frattempo. 

Partita spettacolare al Franchi, un poker di gol bellissimi. Doppietta di Vlahovic (la settima in A) e 27 centri per il serbo nell’anno solare 2021, cifra utile a raggiungere il mitico “Uccellino” Hamrin. Nel tabellino entrò anche Duncan con un gol e un assist e infine Saponara che da buon ex firmò una rete pazzesca. A proposito, in carriera Ricky ha rifilato 4 gol ai rossoneri. Per il Milan doppietta di Ibra e autorete di Lollo Venuti. La Fiorentina giocò su livelli altissimi, ad oggi resta nell’annata di Italiano una delle perle più belle. Tutti i viola sopra rendimento e un Vlahovic in più nel motore, autore di due gol stupendi. Ora l’aria è diversa, ma non facciamo catastrofismi. 

La Fiorentina ha sicuramente un problema offensivo perché Cabral e Piatek per adesso non sono riusciti a incidere come avrebbero dovuto e potuto. Il brasiliano 2 reti in campionato, mentre il polacco un po’ meglio con 3 firme in Coppa e altrettante in A. L’ultimo ruggito però di Piatek risale al 6 marzo in casa col Verona (1-1). Italiano e la squadra da gennaio in poi si sono arrangiati anche con buoni risultati: la media punti a partita era addirittura aumentata, drasticamente dimezzata invece quella dei gol. Infortuni, leggero appannamento fisico e minor tenuta difensiva hanno giocato un ruolo decisivo, così il rendimento è calato. In una settimana 3 sconfitte con 8 gol al passivo e uno soltanto realizzato, Saponara a Salerno. Puoi anche realizzare meno, ma non puoi mollare dietro perché altrimenti è finita. Una formazione scoppiata, però, non crea 6-7 palle gol con l’Udinese e non corre come ha corso la Fiorentina. La sensazione è che nel serbatoio ci sia ancora benzina, ma forse è stata la testa a tradire i viola. Poco abituati anche a giocare tante partite a distanza ravvicinata. 

Il dato curioso è che domani Italiano sfiderà Pioli che sta provando a vincere lo scudetto senza bomber… Giroud, Ibrahimovic, Rebic per varie ragioni hanno incontrato diverse criticità e così se andiamo a scorrere la classifica dei marcatori, nelle prime 20 posizioni non si trova un rossonero. Il primo milanista è Giroud al 24esimo posto con 9 gol (2 rigori). Pare impossibile, eppure è vero. 

Insomma, se Pioli dovesse raggiungere questo traguardo così prestigioso senza l’aiuto di un reparto offensivo fertile, Italiano potrebbe sperare di andare in Europa con Piatek e Cabral poco incisivi ed esterni non tanto avvezzi al gol. Questo per spiegare che il calcio resta qualcosa di imprevedibile che sfugge alle regole della scienza esatta. Milan e Fiorentina non pareggiano a San Siro in campionato dall’1-1 del 26 ottobre 2014, firmato da Nigel de Jong e Josip Ilicic. Da quale momento si sono registrate 4 vittorie milaniste e 2 viola. 

Pioli ha eretto una sorta di bunker difensivo: nel 2022 ha subito solo 8 reti in 15 incontri di campionato, risultando la seconda miglior difesa dell’anno solare nei maggiori 5 campionati europei, alle spalle del Liverpool (6). In casa nelle ultime 3 gare in A ha tenuto la porta inviolata. 

Uno dei nodi da sciogliere per Italiano è proprio l’atteggiamento della difesa lontano dal Franchi: la Fiorentina nelle ultime 13 trasferte in A ha sempre preso almeno un gol. Occhio poi al vecchio Ibra perché con i viola si scatena. In campionato la Fiorentina è la sua vittima preferita, le ha segnato 11 gol e ha contribuito anche a fabbricare 4 assist. 

San Siro adesso sembra una tappa durissima da affrontare, ma dopo 3 sconfitte in 7 giorni, per la Fiorentina questa sfida potrebbe anche diventare quella del riscatto clamoroso, i viola ritroverebbero lustro. La squadra di Italiano, al netto degli stop con Salernitana e Udinese, resta in corsa per un piazzamento europeo. Tra pochi giorni al Franchi arriverà la Roma per uno scontro diretto proprio in chiave continentale. Le possibilità ci sono ancora, si tratta di volerle coglierle. Con 12 punti in palio si può ancora sognare un piazzamento autorevole. E’ anche la narrazione del campionato che consente questo ragionamento: un torneo pazzo. In testa non c’è un padrone come nelle altre annate, ora sono rimaste Inter e Milan a fare a sportellate, col Napoli che ha perso terreno. Ma sono i verdetti di giornata in giornata a raccontarci che non c’è nulla di sicuro, mentre è l’incertezza l’autentica costante del campionato. Il tonfo dell’Inter a Bologna è l’ennesima riprova che tutto è in ballo, sempre. Il discorso vale per Champions, Europa League, Conference e lotta per la salvezza. In fondo c’è un bel marasma. 

Ma se la Fiorentina al termine di questa cavalcata non riuscisse malauguratamente a qualificarsi per l’Europa, non sarebbe un dramma. La stagione resterebbe positiva anche per quello che è stato realizzato in termini di base per il futuro. Un domani da aggredire con idee chiare sul mercato e capacità di investimento, ma i nuovi innesti che dovranno essere solo di gran qualità, troveranno un terreno già coltivato e rigoglioso. 

La Fiorentina incrocerà Stefano Pioli, un ex che ha mantenuto un rapporto speciale con Firenze. C’è stato 6 anni da calciatore tra alti e bassi. Una finale Uefa persa contro la Juve con roventi polemiche arbitrali, una retrocessione da urlo nel ’93 e un repentino ritorno in A a passa di carica. Poi la parentesi in panchina nella Fiorentina di fine era dellavalliana. La tragedia di Astori e il grande merito di Stefano di aver tenuto in mano un gruppo distrutto sul piano psicologico. Pioli ha fatto un lavoro egregio a Firenze e le sue dimissioni il 9 aprile 2019 gridano ancora vendetta. Indotte da un comunicato vergognoso, senza alcun senso, che l’allenatore commentò così: “Per me è una scelta dolorosa, ma sono state messe in dubbio le mie capacità professionali e umane. Grazie a tutti, è stato un grande viaggio”. Avrebbe voluto restare a Firenze per anni, stava comprando casa e invece finì così. Ora proverà a vincere lo scudetto a Milano con la Fiorentina che tenterà di farglielo perdere. Ma questo è il calcio.