VIOLA, CARATTERE DI FERRO MA LA CLASSIFICA NON LIEVITA. SERVONO 28 PUNTI SU 45 DISPONIBILI: L’EUROPA RESTA MOLTO DIFFICILE. COPPA ITALIA AVANTI TUTTA
Prestazioni come quella col Napoli servono per ripristinare un rapporto con i propri tifosi, ma nel caso della Fiorentina non esisteva questo problema. Una partita così, semmai, serve a dimostrare che questo gruppo ha il fuoco dentro e fino alla fine non si spegnerà, rimarrà accesa quella fiammella di speranza per agganciare l’Europa dal campionato. Perché la sfida col Napoli, all’insegna della grande sofferenza e della quantità copiosa di occasioni da gol fabbricate dagli azzurri, disinnescate spesso da un sontuoso Lafont, solidifica il morale, ma è impalpabile per la classifica. La Fiorentina è decima, scavalcata dal Torino e per fortuna dei viola la Samp è inciampata - un campionato che si gioca su equilibri sottili - contro la concretezza di un Frosinone ben guidato dal tifoso viola Baroni.
Pioli, però, l’ha preparata bene e letta meglio, giocando a specchio e facendo uscire alla distanza la Fiorentina. Il secondo tempo del Napoli è stato meno scintillante del primo, frazione nella quale gli uomini di Ancelotti hanno impressionato per qualità di gioco e sicurezza. Non a caso è l’unica formazione, che seppur a distanza ragguardevole, è in grado di rincorrere la Juventus. Abbiamo contato 8 palle gol per il Napoli, di cui 2 nel finale, e 4 parate stupende di Lafont. Ha vent’anni appena, ma sembra ne abbia dieci in più. Crescita esponenziale del transalpino e ottima operazione della Fiorentina che sul mercato si è assicurata un ragazzo destinato a diventare uno dei migliori in circolazione. L’unica vera chance viola è stata di Veretout, ma l’ex obiettivo Meret ha risposto alla Lafont. La Fiorentina con la difesa in piena emergenza non aveva altre alternative, Pioli ha fatto bene a giocarsela così.
La classifica resta triste: inutile stare qui a contare i punti che separano i viola dal settimo posto, in mezzo c’è il mucchio selvaggio. L’unico discorso che conta è la meta finale: l’Europa League dovrebbe saltar fuori a 60 punti, minimo. Ci sono ancora 15 giornate con 45 punti in palio: la Fiorentina deve prenderne almeno 28 per sperare. C’è poco da sprecare e tanto da fare. L’Europa in queste condizioni resta un traguardo molto difficile da raggiungere. C’è il piano B, cioè vincere la Coppa Italia: sono tre gare ad altissimo coefficiente di difficoltà, ma sono sempre meno di 15 e se questo è banale, meno scontato è il tema in questione.
Il discorso diventa complesso perché non si può mollare in campionato per puntare tutte le fiches sulla Coppa, magari si può ricercare una via di mezzo. In prossimità delle due semifinali sarebbe opportuno guardare con meno apprensione alla partita di campionato, concentrandosi con feroce determinazione sull’Atalanta. L’andata a febbraio e il ritorno a fine aprile - ma che regolamento strano… - consentono di non distrarsi in campionato, pur tenendo come riferimento assoluto la Coppa Italia.
È questo il momento di produrre il massimo sforzo perché immaginare il terzo anno consecutivo fuori dalle competizioni continentali equivarrebbe al fallimento della politica societaria che ha puntato, stante le dichiarazioni, al ritorno in Europa. Il calcio di oggi ha prodotto una linea di demarcazione tra chi prende l’aereo in settimana e chi resta a casa. I secondi sono fuori da tutto: perdono appeal sui calciatori da acquistare, non smuovono gli introiti, non vedono crescere i propri club, si iscrivono di fatto alla fascia mediocrità.
La Fiorentina ripartirà dal quinto risultato utile consecutivo in campionato, ultima sconfitta il 26 dicembre in casa col Parma. C’è anche un altro dato positivo: i viola hanno chiuso finalmente la porta al Franchi, era dal 30 settembre (2-0 all’Atalanta) infatti che non beccavano gol. Piccoli dati che vanno sommati alla prestazione di testa e cuore offerta col Napoli. Il simbolo è stato Pezzella, rimasto in campo infortunato: oggi conosceremo la verità sui tempi di recupero del trauma contusivo-distorsivo al ginocchio, il sogno è quello di averlo disponibile il 27 febbraio nel confronto di Coppa con l'Atalanta, ma le probabilità non sono tante. Purtroppo anche il guaio muscolare di Mirallas non è cosa lieve: il belga potrebbe stare fuori qualche settimana. Ma lo spirito di questo gruppo, più forte delle criticità, è l'eredità più bella di Davide.