VIOLA E DEA, RIVALITÀ INFINITA. LA RABBIA ATALANTINA PER I FATTI DI FIRENZE, I FISCHI A CHIESA: SARÀ UNA DOMENICA THRILLING. IN MEZZO LE EMOZIONI PER DAVIDE, LA "LUCE" CHE ILLUMINA LA FIORENTINA
Ancora Gasp. Ancora l’Atalanta. Ancora uno scontro diretto tremendamente importante per la stagione viola. Con in testa e nelle gambe la vibrante partita di coppa, la Fiorentina si rituffa in campionato con un altro capitolo della saga infinita: tra la Dea e i viola volano scintille sul mercato (il caso Mancini, ma anche il duello per Pasalic, fino al rifiuto dei Della Valle di riscattare Sportiello), in classifica, in coppa e perfino ai microfoni. Gasperini, anche mercoledì, non ha perso occasione per puntare il dito contro Chiesa, per rispolverare quel rigore dell’andata che costò la sconfitta ai suoi: stasera il gioiello viola avrà uno stadio contro, sarà subissato dai fischi dal primo all’ultimo minuto. Ma col carattere che, con la determinazione mostrata finora, potrà superare anche questa sfida. Chiesa infatti sta maturando in fretta, e non solo tecnicamente. Segna e fa segnare, scatta e non si risparmia, ma soprattutto è un punto di riferimento. Un trascinatore. Un simbolo di questa Fiorentina che cresce e non molla mai, che sa rimontare e trova l’orgoglio per andare oltre i propri limiti. Anche e soprattutto in nome del capitano che non c'è più. Non è un caso che finora abbia perso solo 5 partite: meno della stessa Atalanta, dell’Inter e della Lazio. Non sarà perfetta, ma battere questa Viola è dura per chiunque.
A Bergamo comunque sarà battaglia. Il clima è diventato rovente anche per quello che è successo dopo la partita: la curva Nord atalantina esporrà striscioni contro le forze dell’ordine, urlerà la sua rabbia e se la prenderà con la Fiorentina. La storia è davvero brutta, le immagini pubblicate sui social parlano chiaro: la polizia ha usato la mano pesante, il motivo andrà chiarito in fretta. L’ipotesi che ci fossero ultras viola ad aspettare i pullman ospiti di sicuro non regge, perché il Mc Donald in questione era presidiato dalla polizia, perché si trova dall’altra parte del raccordo autostradale e perché nessuno poteva pensare di organizzare un raid uscendo dal cordone di pullman scortato dalle camionette della polizia. L’inchiesta chiarirà i fatti, l’importante è che non finisca tutto in una bolla di sapone come la storia delle orribili scritte contro Scirea scritte da personaggi che (ahinoi) resteranno impuniti.
Sul campo, Pioli darà fiducia ai soliti noti. Si fida dei suoi e non cambierà neppure di fronte alla stanchezza. Muriel con Chiesa dunque, con il Cholito arma di riserva e probabilmente Gerson ancora sulla trequarti. A cambiare semmai sarà la tattica, perché marcare Ilicic a tutto campo si è rivelata una scelta sbagliata. Pezzella, cuore di capitano, andrà in panchina a meno di un mese dall’infortunio al ginocchio: è già un successo, l’ennesima dimostrazione che German è il degno erede di Astori.
Già, Davide. Atalanta-Fiorentina è anche e soprattutto la sua partita. Si gioca nella sua Bergamo, il giorno prima del primo anniversario della sua morte. Lunedì la Fiorentina sarà tutta lì, a San Pellegrino Terme, a casa Astori. “Per andare a trovarlo” come dice Pioli, per rendergli omaggio, per ribadire a lui, alla sua famiglia e al mondo intero che il corpo di Davide riposa, ma che il suo spirito, la sua anima, il suo essere uomo semplice ma vero, in un mondo spesso finto e pieno di falsi miti, è ancora vivo. E resterà per sempre parte della Fiorentina. In queste ore, aspettando il 4 marzo, ho riascoltato le strazianti parole della lettera di Badelj (“Tu non sei come tutti gli altri, tu sei luce”), i ricordi dei compagni di Nazionale e di chi l’ha conosciuto fin da giovanissimo, ho riletto Saponara (“Perché non sei sceso a fare colazione con noi? Esci da quella maledetta stanza, ti aspettiamo domani agli allenamenti”) e ripensato alla piccola Vittoria e a quell’intervista fatta per il Corriere nella quale Pioli, con le lacrime agli occhi, mi raccontò di quella maledetta mattina al Là di Moret. Al 13’ di oggi sarà dura trattenere le lacrime. Lunedì, invece, sarà praticamente impossibile. Siamo tutti pronti a emozionarci di nuovo. Come mercoledì scorso, quando migliaia di bandierine hanno urlato “Ciao Davide, ti vogliamo bene”. Per dirla alla Jovanotti, "sono sempre i migliori che partono". E noi, che restiamo, ce ne accorgiamo troppo tardi.