VIOLA, ORA L’EUROPA È TROPPO LONTANA. DODÒ, UN ERRORE GRAVISSIMO. DYBALA E ABRAHAM, LA DIFFERENZA VERA, UNO COME L’ARGENTINO A FIRENZE NON C’È. NON SI PUÒ GIOCARE SENZA CENTRAVANTI. AMRABAT E GONZALEZ INCEDIBILI: MENO MALE
La sconfitta di Roma inchioda la Fiorentina alla fascia mediocre della classifica. I viola hanno fallito il primo dei match ball che potevano rilanciarli verso l’Europa. Ora la distanza dalla Roma è di 11 punti e stante quello che abbiamo visto fino ad oggi colmare questa lacuna risulta un’impresa titanica.
L’amarezza viola è tanta perché francamente non ci siamo trovati davanti agli occhi una Roma trascendentale. La solita di questo periodo: blindata in difesa, aggressiva e pronta a colpire in contropiede. Tanto che nel primo tempo - gol a parte - ha impegnato Terracciano solo con un tiro di Zalewski e nella ripresa la chance di Abraham è nata grazie ad un errore di Bonaventura. Stop, la Roma non ha fatto altro. Neanche la Fiorentina stava creando niente di eccezionale fino al minuto 24 del primo tempo, quando tutto è cambiato in peggio per un errore gravissimo di Dodò.
Il brasiliano era stato ammonito al 4’, forse in modo precipitoso, da un arbitro insufficiente nella sua direzione. Ma una volta rimediato il cartellino, un calciatore come Dodò, con una trentina di presenze in Champions sulle spalle, doveva stare attento. Invece dopo 20 minuti stesso fallo su Zalewski, anzi più duro, secondo giallo e via di corsa a fare la doccia. Italiano in panchina era una furia.
C’è da capirlo: un allenatore prepara una gara nei minimi particolari e all’improvviso salta il banco per una follia calcistica. Ci dispiace per Dodò, ma fino ad oggi è uno dei flop del mercato estivo della società viola. Pagato quasi 20 milioni fa rimpiangere Odriozola. Lo spagnolo era un’altra cosa.
La Fiorentina ha avuto il merito di non disunirsi, restando in partita, ma un campione come Dybala l’ha colpita, grazie anche all’assist di Abraham. Italiano ha fatto i cambi giusti inserendo prima Venuti (per Duncan) e a inizio ripresa Barak per Jovic e Gonzalez per Ikonè.
Il serbo ha giocato 45 minuti da spettatore: non aveva pagato il biglietto, ma era sul prato. Jovic è un altro flop, fino ad ora, del mercato estivo. Cabral ha fatto poco in termini realizzativi, ma almeno si è sempre speso con grande energia. Jovic no. Non punge, non spinge, pare assente. L’argentino è andato al centro dell’attacco e si è battuto. Barak si è mosso bene in un contesto di una formazione sotto di un uomo e di un gol. Ikonè ha fornito un’altra prestazione evanescente, svolazzando senza mai essere veramente incisivo. Infatti Italiano lo ha sostituito.
Nella ripresa la Fiorentina ha concesso pochissimo alla Roma, ma la fatica è stata tanta, troppa. Ed è arrivato il raddoppio di Dybala, grazie ad una fuga con passaggio di cashmere di Abraham. I viola a tempo scaduto hanno avuto due occasioni con Milenkovic e Kouame, senza fortuna.
Roma e Fiorentina hanno disputato una partita in perfetto equilibrio, è stata l’espulsione incredibile a cambiare tutto. Manca la controprova, ma undici contro undici la Fiorentina forse avrebbe portato a casa almeno un punto.
La differenza però si è vista chiara in due giocatori: Dybala che ha firmato una doppietta e Abraham due assist. La Fiorentina non ha un centravanti e giocare al calcio senza un concreto numero 9 è impossibile: ci è riuscito solo il Barcellona di Guardiola. L’eccezione che conferma la regola. La Roma invece ha trovato in Abraham un sostegno offensivo molto valido.
Tra i giallorossi, lo ha spiegato anche Mourinho, è Dybala ad essere l’uomo in più. Ce ne siamo accorti. La Fiorentina non ha un calciatore che possa rovesciare le sfide come ha fatto l’argentino nella Roma. Morale: sono i calciatori bravi ad orientare il destino di una società. Senza quelli la palude della classifica si trasforma in una trappola mortale.
Il direttore generale della Fiorentina prima della gara ha dichiarato incedibili Amrabat e Gonzalez. Meno male. Una buona notizia di questi tempi è come un raggio di sole dopo una tempesta. Ne prendiamo atto, con una speranza: la società non sprechi l’occasione di questa sessione invernale. Italiano ha bisogno di un rinforzo vero in attacco, senza tentennamenti. Il quadro davanti è desolante e Cabral starà fuori ancora per qualche settimana. Per il futuro, invece, caccia ad un 10 che sappia accendere la fantasia del gioco e dei tifosi. Firenze lo merita.