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VIOLA STANCHI MA CONCRETI. DELLA VALLE PRONTI A INTERVENIRE NEL MERCATO DI GENNAIO. L'OBIETTIVO RESTA VINCERE UN TROFEO: COPPA ITALIA O EUROPA LEAGUE

di Mario Tenerani

Sfatiamo un luogo comune molto retorico: la classifica non è mai bugiarda (al netto naturalmente di clamorose sviste arbitrali). La Fiorentina è sesta, a 9 punti da una straordinaria Roma capolista, e merita questa graduatoria. Per come ha giocato o meglio per come non ha giocato negli ultimi venti minuti a San Siro e nel finale della sfida col Parma. Non c'è bisogno di produrre strane elucubrazioni: i punti che mancano li troverete in quelle due gare, senza discussioni. E quel deficit è colpa della Fiorentina, non merito di Inter e Parma. Semplice.
Si possono, però, trovare le ragioni di tanto spreco: una risiede nella stanchezza da coppa. E non è un luogo comune, bensì una verità conclamata. Anche la disprezzata (dagli snob del pallone, perché poi in finale arrivano sempre squadre da Champions...) Europa League comporta un dispendio energetico imponente. Partecipano club di zone periferiche del nostro continente, alcune volte distanti anche dall'aeroporto di competenza, così da trasformare il viaggio in una dura e lunga trasferta. Tempo sottratto al sonno e agli allenamenti. In aereo e pullman è dura trovare la forma giusta. Questo non è un alibi, ma un pedaggio da pagare, c'è poco da fare. Prendere o lasciare. Naturalmente le squadre che coltivano legittimamente ambizioni di crescita tecnica e societaria debbono sobbarcarsi l'impegno dell'Europa League e il dolce sforzo della Champions. Funziona così, anche per la Fiorentina. Passare poi dalla neve e dal pantano di Dnipro all'estate romana - un'escursione termica di di 20 gradi - comporta un ulteriore disagio. 
Dunque, nessuna meraviglia nel vedere una Fiorentina fortemente affaticata con la Lazio. Anche i biancazzurri erano stanchi dopo la battaglia in Europa League: la partita in generale è stata brutta, solo che la Lazio ha creato qualche palle gol più dei viola, tutto qui. La Fiorentina, però, in questa fase di stanchezza mentale, più che fisica, ha dimostrato di essere cresciuta rispetto ad un anno fa, quantomeno sul terreno della concretezza. Nel campionato scorso avrebbe perso una partita del genere, ha ragione Vincenzo Montella. 
Teniamoci stretta questa valutazione, in attesa del ritorno di Mario Gomez e della lievitazione di rendimento di uomini simbolo della stagione passata, come Pizzarro, Aquilani e Cuadrado, adesso francamente sotto le loro reali e grandi possibilità.
C'è un po' di tutto in questo momento non luccicante della Fiorentina, ma come detto c'è anche del buono e da lì dopo la sosta Montella dovrà ripartire. Serve molta calma perché il campionato deve spendere ancora 31 turni, siamo praticamente all'alba anche se taluni segnali, per carità, non vanno sottovalutati. 
Il mercato di gennaio, salvo rare eccezioni, non ha mai risolto i problemi di nessuno, forse talvolta li ha accresciuti. Però i Della Valle sono vigili e soprattutto hanno sempre dimostrato - come ricordava giovedì scorso a Dnipro il presidente esecutivo Cognigni - di saper intervenire anche nella sessione invernale. Pradè e Macia sanno che potranno apportare dei correttivi, se lo vorranno, e infatti si stanno già muovendo. 
L'obiettivo indicato dal presidente Della Valle durante l'estate era fissato nel ritorno in Champions League, ovvero nel terzo posto. La prima valutazione dopo 7 giornate è che Roma, Napoli e Juventus (questo recita la classifica) hanno qualcosa in più della Fiorentina, è la cronaca che ce lo racconta. Se questa griglia trovasse conferma a metà maggio, per i viola si profilerebbe un'altra stagione fuori dalla coppa che conta. Sarebbe una grande delusione: principalmente per la proprietà che sogna il ritorno in Champions anche per alimentare un indotto economico robusto, risorsa indispensabile al finanziamento della società viola. 
Tutto cambierebbe, però, se la Fiorentina riuscisse finalmente a vincere un trofeo, il primo dell'era Della Valle. Basterebbe la Coppa Italia. E se poi fosse l'Europa League... Allora, in quel caso, anche un quinto posto in campionato non avrebbe il retrogusto al fiele. Ecco perché serve calma, il catastrofismo non ha mai portato vittorie e guadagni. 

Mario Tenerani