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VITTORIA O PRIMI BRUSII

di Leonardo Petri

Dopo il trittico della scorsa settimana percepisco che, in città, qualcosa è cambiato. Intendiamoci niente di così allarmante ma l'attesa per la sfida col Bologna mi pare ben meno sentita rispetto alla trasferta di Parma che iniziò la settimana della Juventus. E invece la sfida col Bologna, dopo i soli due punti conquistati nelle ultime tre gare è di quelle che possono riaccendere o anestetizzare l'entusiasmo. Settimana scorsa elaborai una serie di possibili reazioni a seconda del risultato di San Siro, come temevo si è verificata l'ipotesi peggiore, ovvero una sconfitta meritata (troppe le occasioni concesse all'Inter per non essere meritata) e un passo indietro sul piano del gioco. Nelle prossime settimane arriveranno altre risposte, che ci faranno capire quanto questa squadra stia crescendo, con quale determinazione Montella continuerà a perseguire il suo progetto di gioco così accattivante e complesso, quanto la squadra riuscirà a sopperire all'assenza cronica di un attaccante dal gol garantito. Domande fondamentali, decisive per il futuro di una squadra e di un progetto davvero allo stato embrionale. Temo che il facile entusiasmo delle prime settimane di settembre non abbia tenuto conto della complessità della sfida che la Fiorentina, come squadra e società, si troverà ad affrontare in questa stagione. Dico questo perché, dovesse andare male, o non dovesse andare benissimo col Bologna, non vorrei che i soliti noti decidessero di scendere dal carro del vincitore e che tutto tornasse in discussione. Per una volta vorrei davvero che tutti ci sforzassimo di fare un grande salto di qualità e quindi, a prescindere da come andrà, vorrei che chi ha sposato la causa di Montella, di Andrea Della Valle, di questa squadra rivoluzionata, mantenesse fede a questo matrimonio almeno fino al termine di questa stagione. Ma non fidandomi completamente di tifosi e colleghi continuo a sostenere che, come fu col Catania, a maggior ragione quella col Bologna sarà una sfida determinante per permettere alla Fiorentina di lavorare in serenità nei quindici giorni della sosta del campionato. Senza se e senza ma. Senza pseudo processi, distinguo, precisazioni, critiche velate. E veniamo al campo. Personalmente trovo che per giocare come desidera Montella almeno uno dei tre difensori centrali debba essere discretamente dotato sul piano tecnico e in grado di impostare l'azione dal basso (per sopperire all'eventuale marcatura di Pizarro e Valero) e, per questo, vedrei benissimo Migliaccio in quella posizione più che Savic che, oltretutto, non ha neppure le caratteristiche di Gonzalo. Savic lo vedo, eventualmente, come alternativa a Tomovic. In attacco spero proprio che giochi dall'inizio El Hamdaoui, l'unico che finora mi ha fatto intravedere potenzialità da bomber anche se a Napoli, dove partì dal primo minuto, mi deluse un po' per l'incapacità, in almeno un paio di occasioni, di puntare deciso la porta avversaria, preferendo girare al largo dell'area di rigore. In ogni caso se adesso sta bene garantirei a lui almeno una decina di partite da titolare, in cui possa trovare minuti e possibilmente gol o, all'opposto, dimostrare di non poter essere l'attaccante giusto per la Fiorentina.

Leonardo Petri 


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