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VLAHOVIC, C’È ANCHE IL REAL MADRID. VALE 50 MILIONI, MA IL SUO PROCURATORE GELA FIRENZE. CON MILENKOVIC E PEZZELLA UN TESORO PER IL MERCATO. I REGALI DI CORVINO. PRANDELLI: ORA UN PROGETTO TECNICO. VIOLA PARK ZONA AGRICOLA

di Enzo Bucchioni

È scoppiata la Vlahovic-mania e l’ultima società che s’è messa a corteggiare l’attaccante serbo è nientepopodimenoche (come si diceva una volta…) il Real Madrid.

Del resto, dopo la tripletta di Benevento credo sia tutto assolutamente normale nei meccanismi del calcio e assolutamente meritato per un ragazzo che è cresciuto e cresce di partita in partita ed è capace di segnare gol spettacolari come il terzo di sabato scorso.

Il tema adesso però è un altro: che futuro l’aspetta?

Nella classifica degli attaccanti classe 2000 d’Europa è già sul podio dietro a Haaland (inarrivabile per ora), ma se la batte con Kean del PSG, ex Juve.

Vlahovic ha compiuto da poco 21 anni, i parametri di valutazione composti da capacità di vedere la porta, abilità nel giocare con la squadra e muoversi negli spazi, caratteristiche tecniche, colpo di testa, acrobazia, destro e sinistro, fisicità e comportamento, hanno dei coefficienti altissimi e tutti gli osservatori che da mesi lo seguono sono concordi nel ritenere che possa avere ancora grandi margini di miglioramento soprattutto sotto l’aspetto tecnico e dei movimenti. La valutazione del cartellino fatta da Transfermarket è dell’estate scorsa, quindi ferma a sedici milioni. Oggi quanto può valere?

Sappiamo che il valore lo fa il mercato, ovvio, ma se Haaland è trattato attorno ai 120 milioni, visto che Vlahovic ha una storia e una capacità realizzativa diverse, non ha mai giocato nelle coppe, ma vanta comunque parametri importanti come detto, oggi non si sbaglia se si parla di una possibile valutazione attorno ai 50 milioni. Che potrebbe anche crescere se nelle prossime undici partite dovesse continuare con questo trend. Poi c’è la nazionale serba con la quale potrebbe avere un’altra importante valorizzazione.

A questo punto, riuscirà la Fiorentina a fargli firmare il prolungamento del contratto e a costruire attorno a lui la squadra dell’anno prossimo?

La situazione è difficile e complicata allo stesso tempo. Questo è un altro esempio del come questa dirigenza fatichi a entrare nei meccanismi del calcio e non faccia le cose con tempestività. Se offri ma la maglia da titolare a un ragazzo di venti anni come ha fatto la Fiorentina, vuol dire che in quel ragazzo credi fortemente, ci hai investito tanto. Bene. Nel momento stesso in cui lo hai fatto diventare titolare avresti dovuto imporre la firma sul rinnovo del contratto. Era chiaro che giocando con continuità sarebbe migliorato, era evidente che già rispetto all’anno scorso anche nelle prime partite di quest’anno i miglioramenti c’erano stati.

Oggi, mesi dopo, è tutto più complicato e si rischia il replay del caso-Chiesa.

La Fiorentina sarebbe intenzionata a offrire a Vlahovic il rinnovo per una cifra attorno a 1,5 milioni di euro che sarebbe poco meno del doppio di quanto guadagna oggi. E già qui la partenza è ad handicap. Le società che lo stanno avvicinando e tentando hanno budget e possibilità notevolmente superiori.

E qui veniamo al Real che secondo i giornali spagnoli, in particolare Don Balon, sarebbe da tempo sulle tracce di questo giovane attaccante per sostituire Jovic e Mariano Diaz che a fine stagione saranno ceduti, e in prospettiva fargli prendere l’eredità di Benzema che quest’anno ne compie 34. Resta comunque in pole position il Borussia Dortmund che in estate dovrà sostituire proprio Haaland per il quale è scattata un’asta fra le più grandi società d’Europa e pare destinato a finire in Premier. In Italia mesi fa si sono interessate a Vlahovic il Milan e soprattutto la Roma, adesso l’attenzione è molto più ampia.

È evidente che a questi corteggiamenti è difficile dire di no e infatti il suo procuratore Darko Ristic ha già gelato Firenze. Qualche settimana fa ha incontrato il Dg della Roma Tiago Pinto e al “Romanista” ha candidamente confessato che Vlahovic ha voglia di bruciare le tappe, di fare carriera e di andare a giocare le coppe. Cosa che la Fiorentina non potrà offrirgli nella prossima stagione e chissà quando in futuro visto che ad oggi non conosciamo i piani di Rocco Commisso.

Dunque, cosa dovrebbe succedere per trattenere Vlahovic?

Deciderà Rocco, ovvio, a naso dovrà essere molto convincente, proporre un ingaggio superiore ai due milioni a salire e un progetto calcistico per una grande Fiorentina. Il ragazzo è legato a Firenze, è cresciuto qui, e l’idea di poter diventare il trascinatore viola magari potrebbe stimolarlo.

Certo è che la prima cosa da fare e chiudere quando Rocco Commisso tornerà a Firenze sarà proprio questa. Ogni giorno che passa, ogni gol che segna, è un jolly in mano al procuratore di Vlahovic e al super procuratore slavo Fali Ramadani che risulta non avere un particolare rapporto d’affetto con la Fiorentina avendo già aperto il caso Milenkovic.

E se Vlahovic non volesse rinnovare? Per vicende recenti, Chiesa appunto, ma anche altre di altri club, trattenere giocatori a forza, magari dicendo che in fondo il contratto scadrà nel 2023, in genere è un autogol. Queste situazioni vanno risolte, non trascinate o spinte in avanti. Se Rocco non vorrà fare subito una grande squadra per convincere il serbo, converrà mettere in piedi una sorta di asta e con la mega plusvalenza ottenuta da Vlahovic reinvestire e ricostruire. Il ragionamento è sempre lo stesso, tanto il futuro è segnato come lo era quello di Chiesa.

Se poi lui è felice di stare qui e rinnova siamo tutti contenti. Lo dica però anche al suo procuratore che sta lavorando in altra direzione.

Il tema cessione è doloroso, ma i tifosi ormai hanno capito che i tempi sono cambiati, il calcio non ha più bandiere e i giocatori pensano solo alla loro carriera. Siccome la Fiorentina ha una squadra da rifondare e il fair play finanziario impone ostacoli agli investimenti dei presidenti, sarebbe giusto rigirare in positivo la vicenda Vlahovic, ovviamente se lui non volesse restare. Con i 50-60 milioni ipotizzabili più 30-35 per Milenkovic (Manchester?) e i 15 per Pezzella, in mano a Rocco potrebbe rimanere una plusvalenza importante da reinvestire subito sul mercato che unita all’investimento personale di Commisso, potrebbe dare davvero un futuro roseo alla Fiorentina.

Molti ieri non hanno mancato di sottolineare come questi siano tutti regali di Pantaleo Corvino. È vero, i due ragazzi serbi li ha presi bambini per pochi milioni e adesso valgono una fortuna. Ma il discorso non è questo. Se raffrontiamo calcisticamente Corvino a Joe Barone e altri dirigenti viola di oggi non c’è assolutamente corsa, il divario è assoluto. Ovvio. Negli ultimi tre anni viola però, il progetto tecnico di Corvino non aveva logica, non stava in piedi. È tornato a Firenze per ridurre le spese e il monte ingaggi, vendere i migliori e ridimensionare. Non ha pensato a fare la squadra, ma a drenare tanti giovani (una settantina) per vedere di fare plusvalenze. A fronte di un Vlahovic e di un Milenkovic, quanti Gil Dias, Zheknini, Rasmussen, Diks e frattaglie varie ha portato? Il progetto s’è rivelato fallimentare al punto che la Serie B è stata evitata per un soffio. Io, come sapete, ho criticato aspramente questo piano, ma che la professionalità di Corvino sia alta è assodato.

A proposito di progetto tecnico. La Fiorentina a Benevento finalmente ha avuto una reazione, nel primo tempo è sembrata la squadra che aspettavamo da settembre. La vittoria è assolutamente fondamentale, fa respirare. Ora mancano nove-dieci punti, la strada è sempre difficile, ma adesso si può fare. Servirà una continuità di prestazioni, la paura è svanita, la squadra dovrà giocare in modo più sciolto e coraggioso per far uscire le sue qualità, a cominciare da domenica con il Milan. A Benevento è stato bravo Prandelli a fare scelte drastiche, a preparare la partita e anche cambiarla (4-4-2) quando la squadra di Inzaghi ha provato a rialzarsi. Tutti da Cesare si aspettavamo di più, certe partite non sono piaciute (ovvio), ha faticato a ridare un senso a una squadra senz’anima, ma il capolavoro Vlahovic resta e l’uomo pure. La sua stanchezza è comprensibile, ci si stanca di attacchi frontali e insulti dai social. Purtroppo anche il mondo del calcio è cambiato troppo in fretta, dalle critiche ora si passa facilmente alle offese, e questo è inaccettabile.

Inaccettabile come il ricorso di Italia Nostra. E qui cambio discorso. Non sappiamo ancora quanto inciderà nei programmi futuri di Rocco, già turbato dal caso-stadio. Speriamo che Commisso abbia una reazione d’orgoglio della serie “ora vi faccio vedere io” e vari presto un progetto tecnico importante per il futuro della Fiorentina, come ha detto lo stesso Prandelli. Per ripartire serve un progetto tecnico con degli obiettivi precisi per cancellare due anni di non calcio.

Nel frattempo, a proposito di Italia Nostra, sono scese in campo anche le due organizzazioni che riuniscono il tifo organizzato della Viola per annunciare azioni legali a sostegno del progetto e contro il ricorso. Nel frattempo, vengono fuori sempre più nitidamente le motivazioni che hanno portato Italia Nostra alla richiesta di stop del progetto. In estrema sintesi la zona di Bagno a Ripoli comprata da Rocco sarebbe stata a destinazione agricola e sempre secondo Italia Nostra, i permessi della Regione e di conseguenza gli altri enti con il cambiamento di destinazione d’uso, non sarebbero validi. Speriamo, naturalmente, che l’Italia del fare e di Rocco prevalga contro l’Italia del non fare, delle pecore e dei mandolini che sono importanti, ma nella giusta misura. Se l’Italia è nostra, ma anche capace di cambiare, lo dimostri in fretta il capo dello Stato rispondendo senza perdite di tempo e ritardi, dopo aver valutato il progetto del Viola Park che è tutto fuorché una speculazione edilizia, ma un centro sportivo ecosostenibile e meravigliosamente inserito in un territorio di pregio, degno di Firenze e della sua cultura.