VLAHOVIC E RIBERY PER IL 3-5-2. CROTONE E TORINO VALGONO LA SALVEZZA. KOKORIN È LA PROSSIMA SFIDA VIOLA. CACCIA ANCORA ALL’ESTERNO: TENTATIVO PER VRSALJKO MA MALCUIT NON TRAMONTA
In sei giorni la Fiorentina si gioca una bella fetta della torta salvezza, contro Crotone stasera e venerdì a Torino con i granata, che ieri sera grazie alla carica di Nicola hanno dimostrato di essere vivi per tornare prepotentemente in corsa per la permanenza in A. La Fiorentina è in mezzo alla tempesta, cerca quiete, andrebbe bene anche la bonaccia, navigando di inerzia verso il primo approdo sicuro. La tensione c’è, è innegabile e ci mancherebbe altro che mancasse. Il gruppo viola, dentro ci mettiamo tutti a cominciare dai dirigenti, percepisce la pesantezza del momento, quanto il frangente possa essere decisivo. Il presidente Commisso in settimana non ha scelto iperboli o scuse: “Dobbiamo battere il Crotone, punto e basta”. Una sintesi perfetta. Arrivata dopo l’umiliazione di Napoli, ma ieri in conferenza stampa Prandelli si è speso: “Mi aspetto una grandissima prestazione della Fiorentina, Napoli non ha lasciato segni”. Questa sera sarà il campo a scrivere la parola fine ad una settimana complicata, spesa tra i commenti duri dopo il Maradona, la vicenda stadio e infine, si fa per dire, il mercato con lo Zar Kokorin in arrivo, col suo carico di talento e dubbi, da renderlo più sfida che certezza.
Le sberle di Napoli hanno indotto Prandelli a più di una riflessione: la principale è stata quella di rendere più equilibrata la formazione, rinunciando almeno ad un tenore o presunto tale, Callejon. Lo spagnolo dovrebbe partire dalla panchina a beneficio di un centrocampista in più, Pulgar. Quindi avanti col 3-5-2 spalmato in ampiezza sul campo con Milenkovic, Pezzella e Igor o Quarta in difesa. Il ballottaggio c’è tutto perché l’argentino meriterebbe una maglia. In mezzo, quindi, Pulgar accompagnato da Amrabat e Castrovilli, con Venuti o Caceres a destra e Biraghi a sinistra, Vlahovic e Ribery in avanti.
Sua maestà Frank è stato al centro delle discussioni, ma ieri Prandelli lo ha rilanciato forte, al punto di dire: “I campioni come Ribery hanno un orgoglio diverso che viene fuori nei momenti importanti: ci aiuterà a vincere la partita”. E’ parso uno stimolo robusto alle corde di Ribery. Attendiamo risposte convincenti dal transalpino. Questa, dunque potrebbe essere la probabile formazione di oggi, ma non sono escluse sorprese in perfetto stile prandelliano.
Kokorin arriverà lunedì mattina a Roma dove si fermerà qualche ora per sostenere le visite mediche. Nel pomeriggio conoscerà Prandelli e i compagni al centro sportivo Astori. Comincerà la sua avventura e giovedì potrebbe essere convocato per Torino. Il russo ha lavorato in questo periodo, era in ritiro a Dubai con lo Spartak. Dovrebbe essere in discrete condizioni anche se nell’ultima parte del 2020 non ha giocato molto. E’ necessario che abbia subito il motore caldo a prescindere dal pedaggio che fatalmente pagherà alla cassa dell’ambientamento in Italia. Russia e Italia sono mondi diversi anche nei rispettivi campionati.
Talento e dubbi, dicevamo. La storia di questo 30enne è il racconto di un film di un calciatore forte, fondamentalmente seconda punta che all’occorrenza sa fare anche il centravanti. Una cinquantina di presenze in Nazionale, sempre in mostra come uno dei migliori del suo Paese. Coloro che si sono espressi in questi giorni, da Mancini a Capello passando per Cinquini, addetti ai lavori che lo hanno avuto alle proprie dipendenze, hanno usato toni lusinghieri per descrivere Kokorin. E questo è il film del campo, quello che, sia chiaro, ci appassiona di più e che vorremmo utilizzare come metro di giudizio nei confronti del nuovo acquisto viola. Dopo c’è quello del fuori. E qui arrivano le note dolenti di cui tutti sono informati: un anno di carcere, notti brave, foto di pistole e spari per festeggiare un matrimonio. Un passato burrascoso che certamente ne ha frenato la carriera ma che speriamo, soprattutto lo sperano i manager viola, sia alle spalle. Si augurano che Sasha, così lo chiamano a Mosca, sia cambiato e in meglio. Si è sposato e ha messo su famiglia, è padre di una splendida bambina. La vita è costellata di errori, la differenza sta nel prenderne distanze. La sfida con la carriera di Kokorin è uguale alla sfida che ha deciso di giocare la Fiorentina e chi lo ha preso. Si potrebbe obiettare che per salvarsi forse sarebbe servito un calciatore anche un po’ meno forte, ma pronto per il calcio italiano, dato che la salvezza è una pratica ancora tutta da risolvere. Però ormai il dado è tratto. Si balla con Kokorin nella speranza che la danza sia degna del Bolshoi.
Il mercato viola non è concluso: primo perché adesso siamo entrati nel vivo delle operazioni, potrebbero capitare occasioni da cogliere al volo. Secondo perché la Fiorentina è a caccia di un esterno di destra: Malcuit del Napoli potrebbe essere ancora una pista da battere. Si era parlato pure di Vrsaljko, Atletico Madrid, ex Genoa, Sassuolo e Inter. Sembra però che dalla Spagna non abbiano voglia di farlo partire, per ora. La Fiorentina insisterà. Ora il Crotone, però.