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VOTO AL MERCATO: 6,5. BUONE IDEE, MA È MANCATO L’ACUTO. LOPEZ VICE ARTHUR, SERVIVA UN DIFENSORE. CONTO IN EQUILIBRIO, IL CLUB È SODDISFATTO. IL CAMPO DIRÀ SE I VIOLA SI SONO RINFORZATI. DOMANI A SAN SIRO NEL SEGNO DI GONZALEZ

di Mario Tenerani

Il mercato somiglia ad una partita: ci sono due tempi e alla fine un recupero, diventato oggi extra large. La Fiorentina ha giocato la prima frazione in maniera brillante, ma si è un po’ arresa nella seconda. Guizzo finale con Maxime Lopez, arrivato a guardare le spalle ad Arthur che andrà gestito nelle presenze. L’ex Sassuolo è un buon centrocampista, un metronomo che sa cucire gioco, con il giusto ritmo. Fisicamente poco adatto all’interdizione, al fianco ha bisogno di un muscolare. Ma al di là di questo, dopo un avvio scoppiettante, pensiamo a Parisi, Infantino, lo stesso Beltran, la Fiorentina si è un po’ incartata: prima nella ricerca di un difensore che alla fine non è arrivato e anche alla caccia di un centrocampista: Lopez è sbarcato a Firenze dopo i tentativi per Demme e Vranckx. Insomma è mancato l’acuto che regalasse un profilo diverso a questo mercato. La sensazione è che la società non abbia voluto spingere sul pedale del gas fino in fondo.

Sulle cifre del mercato è sempre difficile mettersi d’accordo fino a quando non viene pubblicato il bilancio: girano diverse stime, molte di queste portano ad un attivo di qualche milione. Probabilmente la lettura più corretta è quella offerta da firenzeviola.it che parla di un sostanziale equilibrio tra operazioni in entrata e uscita. Sicuramente non si è registrato un saldo passivo, ma sappiamo come la società viola sia molto attenta ai conti: il club, dunque, può ritenersi soddisfatto. 

E i tifosi? Come nella miglior tradizione di Firenze i giudizi schizzano dal 5 in pagella all’8, il delta è ampio. Per chi scrive vale 6,5, una valutazione che tiene conto anche degli incassi, seppur questa voce giustamente ai tifosi interessi poco o niente. Ma nel peso complessivo di una sessione di affari va inserita pure questo elemento. Considerando come si era messa la vicenda Amrabat i 10 milioni di prestito oneroso e un possibile riscatto a 20 tra un anno oltre a 5 milioni di bonus, è un risultato non mediocre. Così come i 17 più 3 di Igor e i 20 più 5 per Cabral che aveva segnato solo 8 gol in campionato. Per non parlare della partenza definitiva di Jovic destinazione Milan, un altro problema risolto. I dirigenti viola hanno mostrato di essere abili nelle cessioni. 

Al 6,5 ci si arriva con 3 buone idee di calcio: Beltran 22 anni, Parisi 23 e Infantino 20. Quando si investe su profili così quasi mai si sbaglia. Le lacune, invece, sono una paio e sostanziali: il mancato arrivo di in difensore e di un esterno offensivo (Berardi tornato nei ranghi dopo il periodo fuori rosa ha segnato subito una doppietta). E’ vero che la società si è trovata a lottare col problema della lista, tutt’altro che banale. Non è partito Quarta e arrivederci. Da registrare una crescita incredibile di Ranieri che offre sicurezze, inaspettate fino a poco tempo fa, ma c’è anche un grande punto interrogativo con Mina, reduce da stagioni trascorse ai margini. Su Milenkovic, Ranieri e Quarta nulla o poco da dire, su Mina invece c’è una nube che speriamo possa evaporare in fretta. Il ricordo di Nastasic è fresco. 

Gli esterni ci sono in abbondanza, ma l’unico che fa veramente la differenza è Nico Gonzalez, secondo molti una sorta di centravanti: nelle prime 4 gare altrettanti gol. Gli altri devono crescere tutti: da Brekalo a Sottil, da Ikonè a Sabiri. Kouame è un caso a parte: può fare anche la punta centrale e comunque è sempre frizzante. Col Rapid si è mosso benissimo. Un altro giocatore sul modello Gonzalez avrebbe spinto molto più in avanti la Fiorentina, avrebbe consegnato ambizioni diverse.  

Davanti Nzola è in clamoroso ritardo di condizione, ma siamo sicuri che una volta in forma sarà di aiuto alla squadra, in termini di gol e di gioco. Beltran ci ha fatto vedere ottimi movimenti e garra argentina, lo aspettiamo sul tabellino dei marcatori, ma coltiviamo sensazioni positive. 

In porta Christensen: il salto di qualità non c’è stato, infatti Terracciano sta facendo il titolare, come da copione, però il danese sembra affidabile.  

Ora sarà il campo a parlare, a raccontarci come sempre la verità, quella inconfutabile. Ci spiegherà se la Fiorentina sarà più forte o meno di un anno fa. Intanto domani un altro esame da superare: San Siro ore 18, contro l’Inter di Inzaghi. I nerazzurri hanno battuto il 24 maggio scorso i viola nella finale di Coppa Italia. La Fiorentina ha voglia di vendicarsi. L’occasione è propizia…