ALLE ORIGINI DI DRAGOWSKI, IL PRIMO TECNICO A FV: "NACQUE TERZINO, ORA COME ALISSON"
Tra i giocatori che, fino ad oggi, in casa Fiorentina hanno più di tutti lasciato il segno all’interno di un girone d’andata fatto più di bassi che di alti c’è senza dubbio Bartlomiej Dragowski. Il portiere polacco, arrivato nell’estate 2016 dallo Jagellonia per 2,8 milioni su intuizione dell'ex ds Freitas, è diventato con il tempo un pilastro della formazione viola, dando sicurezza all’intero reparto difensivo e confermandosi come uno degli estremi difensori emergenti di tutta la Serie A.
Per parlare di lui (probabilmente il miglior giocatore della Fiorentina di questa prima porzione di campionato) Firenzeviola.it ha scelto di tornare indietro nel tempo, più precisamente al 2006/07 quando un giovane Bart, ad appena nove anni, iniziava il suo percorso di crescita nelle giovanili dello Jagellonia Białystok sotto la guida di Samuel Tomar, il suo primo allenatore e, in un certo senso, il suo vero scopritore: “Era un anno più piccolo dei suoi compagni ma il talento che aveva si vedeva già molto bene: è stato in un certo senso un bel vantaggio giocare sotto età” racconta a Firenzeviola.it in esclusiva Tomar (nella foto di copertina in maglietta bianca assieme ad un giovanissimo “Drago”): “A quel tempo però non giocava ancora come portiere: faceva il terzino destro. Era velocissimo, nessuno lo teneva... ma poi realizzò che la sua vera vocazione era quella di stare tra i pali. E così ha scelto”.
Qual è secondo lei l’aspetto che ha fatto la differenza nella crescita di Dragowski?
“È stato prima di tutto fortunato, perché si trovava nel posto giusto al momento giusto. E ha avuto gli allenatori migliori… Un ruolo importante però lo ha giocato anche la sua famiglia, visto che suo padre, da ex giocatore, lo ha sempre seguito in ogni ritiro e in ogni incontro che facesse”.
C’è mai stato un momento duro nel corso della sua carriera?
“Sì, per due anni - quando era in una selezione giovanile - ha giocato davvero poco. Ma lui non si è arreso. Ha mostrato il carattere da combattente che ha tirato fuori anche a Firenze in questi anni ed è riuscito ad emergere. Anche in quella circostanza i suoi genitori lo hanno aiutato a non deprimersi”.
C’è un portiere al quale assomiglia?
“Senza dubbio ad Alisson del Liverpool. Spero propio che possa diventare come lui. Se ce la farà, può essere un giocatore da top club in Italia, come la Juventus. Magari potrebbe andare là per prendere il posto del connazionale Szczęsny, quando se ne andrà. Anzi, visto che sono simpatizzante della Roma, spero si trasferisca in giallorosso, dove ha giocato proprio il portiere brasiliano prima di trasferirsi in Premier”.
Lei ha citato la Juventus: dovrebbe sapere che tra la Fiorentina e i bianconeri c’è una storica rivalità…
“Non lo sapevo… non voglio certo spingerlo là, per rispetto dei suoi attuali tifosi. Ma resto convinto che di fronte ad una buona proposta farebbe bene ad andare a Torino”.
Chiudiamo con la Nazionale, Tomar: secondo lei Bart può diventare il titolare della Polonia?
“Se si confermerà in questo percorso di crescita credo proprio di sì: nei prossimi anni ci sarà un ricambio generazionale, anche per i portieri e credo che nell’arco di cinque anni possa tranquillamente diventare il numero uno del suo Paese”.
La speranza, aggiungiamo noi, è che Dragowski possa restare a lungo un giocatore della Fiorentina e legare il più possibile il suo nome alla Viola dell'era Commisso. Ecco, per concludere questo tuffo nel passato, una bellissima carrellata di fotografie che ci ha gentilmente fornito mister Tomar (ritratto in tuta nera, nella terzultima immagine), con un giovanissimo Bartlomiej nelle giovanili dello Jagiellonia tra i 9 e gli 11 anni di età: