B. ASTORI A FV: "RIVIVO DAVIDE NELLE ALTRE PERSONE. CHE BELLA L'ESULTANZA A VERONA. E OGGI..."
Sorriso, spontaneità e quella straordinaria voglia di aiutare a tutti i costi il prossimo. Questo era Davide Astori, di cui oggi ricorrono i cinque anni dalla scomparsa e per il quale questa sera - in occasione di Fiorentina-Milan - la neonata Associazione intitolata a suo nome vivrà la prima di una lunga serie di iniziative a scopo umanitario. Un progetto nobile che in prima battuta aiuterà un centro medico del Camerun grazie al rifornimento di medicinali e che verrà portata avanti grazie al lavoro delle associazioni del tifo viola, pronte all'interno del Franchi a prodigarsi nella raccolta fondi per i quasi 39mila presenti. Il modo forse più bello e utile per ricordare, ancora una volta, la memoria dell'eterno capitano viola, come ha raccontato a Firenzeviola.it il fratello di Davide Astori, Bruno: "Che i cinque anni dalla scomparsa di Davide siano coincisi proprio nel giorno della partita che vede coinvolte le società in cui mio fratello ha giocato all’inizio e alla fine della sua carriera mi ha molto colpito. Credo poco nel destino ma il fatto che tra le persone più partecipi stasera ci sarà proprio l’ultimo suo allenatore mi ha fatto effetto".
Quello con Pioli è davvero un rapporto così speciale?
"In questi anni Stefano ci è stato molto vicino. Ci siamo tenuti in costante rapporto anche perché lo reputo una persona con dei valori esattamente coerenti con quelli che Davide aveva. Mi verrebbe da dire che questo contesto mi fa pensare che mio fratello ci stia dando una mano a portare avanti quello che ha lasciato".
A Firenze si sono fatti promotori del vostro appello Biraghi e Saponara...
“Con Cristiano e Ricky il rapporto è sempre stato straordinario. Il giorno della nascita dell’associazione sono andato al centro sportivo per salutarli e sono rimasto un po’ a parlare. Mi piace trascorrere momenti così insieme a loro perché è come se li vivessi insieme a Davide”.
Cinque anni fa la sua famiglia veniva straziata da una tragedia. C’è stato un momento che nel nome di Davide vi ha strappato un sorriso nel corso di questo periodo?
"Sì ma sarebbe impossibile elencarne solo uno. Dirò una cosa di cui parlo spesso anche con mia madre: molti sostengono che ricordare Davide e rivivere quei giorni di dolore vuol dire farsi del male. In realtà, quando rievoco certi pensieri e ripercorro nella mia mente la batosta che ho passato, ho la sensazione che, parlandone, incorra quasi nell’effetto opposto. Io riesco a vivere Davide nelle persone in cui lui ha lasciato qualcosa. Ed è questo il motivo per cui abbiamo fatto nascere l’Associazione che porta il suo nome. Lui avrebbe voluto tutto questo".
Qual è oggi il rapporto della famiglia Astori con Firenze?
"Ero già abituato a venirci spesso quando ci viveva Davide: l'ho aiutato a cercare un locale dove pensava di aprire una gelateria ed è per questo che è stata una città a cui mi sono legato molto. I fiorentini sono un popolo riconoscente e non per nulla abbiamo sempre definito Firenze una seconda casa".
A Verona Biraghi e gli altri hanno esultato in suo nome: che effetto le ha fatto?
"Il legame con i suoi ex compagni è sempre vivo. Ed è quasi naturale che ci sia. Quello che però fa piacere più di ogni altra cosa è che oggi, nella squadra, anche chi non ha conosciuto Davide abbia compreso l’eredità di mio fratello e se ne faccia un suo vanto. Me la spiego così l’esultanza di lunedì sotto la curva".
Le piacerebbe vedere intitolato a suo fratello il futuro giardino alle spalle del Franchi?
"Ne avevamo parlato con il sindaco Nardella, un’altra persona a cui siamo legatissimi. Ma anche con la Fiorentina abbiamo valutato la possibilità di fare qualcosa del genere anche nel futuro centro sportivo. Sarebbe qualcosa di molto bello anche sono convinto che Davide un po’ si vergognerebbe ad avere così tanta risonanza…".