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BERNARDESCHI, CHI LO HA SCOPERTO E ALLENATO A FV

di Matteo Sestini

Ilario Saturni lo ha scoperto, Simone Sarti lo ha allenato nei pulcini della Fiorentina nel 2004, primo anno in viola per Federico Bernardeschi. In esclusiva a Firenzeviola.it ci raccontano tutta la loro soddisfazione nel vedere che giocatore è diventato il numero 10 della Fiorentina.

Saturni: ''Contro l'Inter ho avuto sotto gli occhi un giocatore strepitoso. Bello da vedere e non solo. E' stato devastante. Ora che gioca più vicino alla porta è libero di poter sviluppare il gioco secondo le sue caratteristiche. Ha spazio per affondare con la sua corsa e guadagna in visione di gioco. Senza contare il fatto che adesso è più fresco e riesce anche a saltare l'uomo con strema facilità. Se fossi il C.t. della Nazionale non ci penserei due volte prima di fare questa scelta, nonostante la concorrenza di giocatori più esperti. Però questa è una decisione che spetta solo ad Antonio Conte. Ovviamente a me farebbe piacere vederlo ad Euro 2016. Quanto ad inizio anno ci fu la festa in San Frediano, Federico mi riconobbe tra la gente e venne in mezzo al pubblico ad abbracciarmi. Questo per me è stato il dono più grande. Perché da questo ho capito che oltre ad un grande giocatore è diventato un grande uomo''.

Sarti: ''E' stato meraviglioso vederlo giocare così. Sono contento perché è un ragazzo d'oro, e vederlo in campo è stato un déjà vu. Un ragazzo cresciuto, col solito ciuffetto biondo, ma con le doti tecniche che già da bambino lasciava intravedere. Il carattere di Federico, il suo mettersi a disposizione non mi ha stupito, perché già da quando si allenava con i pulcini si vedeva che era uno inquadrato. La famiglia lo accompagnava a Firenze da Carrara per allenarsi tre volte a settimana, facendo ovviamente dei sacrifici. Lui scendeva dall'auto ed iniziava a correre perché aveva sempre paura di fare tardi. Arrivava al campo con l'entusiasmo e la voglia di allenarsi di chi abitava dietro l'angolo. Se il campo è il giudice in queste cose, Conte farebbe bene a convocarlo per l'Europeo. Domenica quando ha affrontato l'Inter aveva di fronte una grande squadra e giocatori esperti. Mancini ha cambiato spesso la marcatura su di lui e questo forse è l'attestato di stima più grande che potesse ricevere. Dovesse farcela ad andare ad Euro 2016, mi piacerebbe ricordargli quella frase così semplice ma carica di significato, almeno per me, che mi disse quando ci salutammo nel suo ultimo giorno tra i Pulcini. Mi disse: ''Grazie mister per avermi insegnato a giocare a pallone''. Gli auguro tutto il bene possibile!