BERTELLI (CHELSEA) A FV, FIO-JUVE, CHE EMOZIONI. NE PARLO CON ALONSO. 0-5? ME NE ANDAI
L'accento è ancora quello degno di un fiorentino purosangue, esattamente come il cuore. Che in tanti anni di esperienze lontano dalla sua San Frediano (tra Udine, Roma, Torino e adesso Londra) non ha mai smesso di battere per la maglia viola. Il legame tra la Fiorentina e Paolo Bertelli, preparatore atletico del Chelsea di Sarri, è più forte che mai, anche adesso che di rado riesce a vedere la squadra per la quale faceva il tifo da bambino e per cui ha sofferto quando lavorava con Conte alla Juventus: "Ho ancora due Fiorentina-Juve vissuti dalla parte opposta e ben piantati nella mente" racconta Bertelli in esclusiva a Firenzeviola.it a poche ore dal fischio d'inizio di Chelsea-Paok: "Lo 0-5 del 2012 e il 4-2 del 2013: nel primo caso, quando i bianconeri segnarono il gol del 3-0 momentaneo, io rientrai negli spogliatoi. Avevo capito che la situazione sarebbe potuta degenerare e mi dispiaceva troppo vedere la mia squadra del cuore ridotta così. Il 4-2 invece fu un mix di emozioni e ancora oggi i miei amici di Firenze me la ricordano: in quella gara la Juve dominò un'ora, poi si addormentò per 15' ed incassò quattro reti. Meritate eh, sia chiaro".
Ne parla ancora con Marcos Alonso?
"Sì, è lui che ogni tanto torna su quella partita. Per Firenze, così come per tutta la Fiorentina, è ancora oggi una gioia incredibile. Ed è rimasta sotto la pelle anche a tutti quei giocatori, come Alonso, che non vestono più ormai da anni la maglia viola. I miei amici invece conservano ancora gelosamente tazze e piatti con il 4-2 immortalato sopra... (ride, ndr)".
La sua carriera da preparatore inevitabilmente legata anche a Firenze: c'è un Fiorentina-Juve che ricorda con più piacere?
"Di memorie belle contro i bianconeri noi fiorentini ne abbiamo in generale poche, a cominciare dalla sconfitta in finale di Coppa Uefa nel '90... ma credo che nel corso degli anni di Batistuta, qualche soddisfazione ce la siamo tolta anche noi. In generale per la Juventus quella del Franchi è sempre stata una partita difficile e lo sarà anche ora, nonostante il divario tecnico tra le due formazioni. Peccato, non potrò vedere la partita sabato..."
Tra i suoi anni più vincenti ci sono quelli con Antonio Conte alla Juve: quanto è stata dura per lei tifare viola in maglia bianconera?
"Non c'è da vergognarsi a essere tifosi della Fiorentina se si lavora in un altro luogo, anzi. Così come non rinnego le mie tre stagioni a Torino, che sono state bellissime sotto l'aspetto professionale".
E di questa Fiorentina che pensa?
"So di andare in controtendenza rispetto a ciò che pensa una parte del tifo ma io sono innamorato di questa squadra: ha dei giovani molto interessanti, gioca molto bene anche se di recente ha buttato via un po' troppi risultati. Vedo però un grande lavoro da parte di Pioli e del suo staff perché si percepisce che dietro a un gruppo così giovane c'è già un'identità di calcio ben precisa".
Su Chiesa che dice? Le piacerebbe vederlo al Chelsea?
"Per adesso pensi a far bene a Firenze, che è la cosa più importante. Poi non saprei, di sicuro le squadre interessate a lui sono tantissime. Ho un legame speciale con la famiglia Chiesa, visto che ricordo Federico quando era bambino e io andavo a Pian dei Giullari a trovare il padre Enrico. Posso quindi solo augurargli il meglio".