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BONATO A FV: "BRAVI DIRIGENTI CON PIATEK. SU BERARDI..."

di Alessio Del Lungo

"Sassuolo-Fiorentina sarà una partita spettacolare perché sono due realtà che hanno nel DNA un calcio propositivo e dominante". A dirlo in esclusivaFirenzeViola.it è l'ex direttore sportivo dei neroverdi, Nereo Bonato, che ha analizzato molti temi riconducibili alla sfida di domani sera di Reggio Emilia.

Come arrivano le due squadre al match del Mapei?
"Arrivano entrambe molto bene e ci sono tutti gli elementi per vedere dello spettacolo. Il Sassuolo ha vinto contro l'Inter, ottenendo così un successo prestigioso, mentre la Fiorentina, contando anche la Coppa Italia, viene da tre vittorie consecutive ed è alla vigilia di una semifinale storica di Coppa Italia contro la Juventus".

In città si parla solo di Fiorentina-Juventus. C'è la possibilità che la squadra sia concentrata sull'impegno di mercoledì?
"Il rischio c'è. I viola devono però tenere ben presente che il Sassuolo sta bene e la Fiorentina sta facendo un campionato importante. Giusto avere un pensiero alla Juventus, ma questi punti possono essere importanti per ambire ad un piazzamento europeo contro un avversario ostico".

Si aspettava un impatto simile di Piatek?
"Bisogna dire bravi ai dirigenti della Fiorentina perché sono andati a giocare sulle motivazioni che poteva avere il polacco, visto che in Germania non aveva avuto un impatto importante. Le prime prestazioni sono state ampiamente positive, anche perché non era facile dopo Vlahovic segnare subito. Sta cercando anche di far giocare squadra... Complimenti ai viola perché hanno gestito nel miglior modo la situazione, vendendo il serbo e realizzando un incasso importante, ma allo stesso tempo trovando i sostituti".

Piatek ora come ora è insostituibile. Può essere un problema per Cabral?
"L'acquisto di Cabral va visto in ottica del medio-lungo periodo. Credo sia normale quando si prendono giocatori che vengono da campionati diversi aver bisogno di un periodo di ambientamento. Se ci sono dei sostituti più esperti può permettersi di viverlo in modo più soft e questa è una strategia utile, anzi è proprio la cosa migliore. La Serie A d'altronde è diversa dal campionato svizzero".

Come mai invece Ikoné non sta brillando e trovando spazio?
"Gli esterni della Fiorentina stanno facendo bene. Quando si cambia squadra a gennaio l'ambientamento è difficile, soprattutto per chi viene dalla Ligue 1 come Ikoné dove c'è una filosofia diversa. Un calciatore deve studiare i movimenti, capire cosa gli chiede l'allenatore, conoscere come sono gli avversari... Tutto questo è normale, serve tempo per esprimersi al meglio".

Scamacca e Berardi sono due rimpianti per la Fiorentina?
"Sono due giocatori che per caratteristiche sarebbero andati benissimo alla Fiorentina, ma l'aspetto economico ha giocato la sua parte. Non era sicuramente una passeggiata prenderli dal Sassuolo e le cifre erano sensibilmente diverse rispetto a Cabral, Piatek e Ikone".

Quali sono le novità che hanno portato Italiano e Dionisi?
"Sono due allenatori che hanno fatto la gavetta e sono partiti da serie inferiori per poi vincere in B e proporsi in A nel miglior modo. Italiano lavora sulle linee, sulla grande intensità e sull'aggressività. Vuole una squadra corta in avanti e fa un calcio propositivo e bello da vedere. A Firenze ha trovato il suo habitat naturale".

Dionisi invece?
"Ha avuto bisogno di un periodo di adattamento iniziale perché il suo calcio è diverso da quello di De Zerbi, ma poi si è inserito molto bene. Credo che abbia tutte le possibilità di dar vita ad un ciclo virtuoso con il Sassuolo e le vittorie fuori casa contro Juventus, Milan e Inter testimoniano la bontà del lavoro svolto".