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BORANGA A FV, CHIESA SEMBRA CHIARUGI: QUESTA VIOLA COME LA MIA. RIGIOCHEREI CON L'INTER

di Luciana Magistrato

"Avevo una squadra in promozione per tornare a giocare  un paio di partite ad aprile, peccato, è saltato tutto. Ma continuo ad allenarmi a casa, guai a fermarsi". Lamberto Boranga, l'ex portiere di Cesena, Parma e Fiorentina (tra le altre), che a 78 anni continua a  parare e a vincere medaglie nel salto in lungo in giro per l'Europa nei campionati Master, racconta a Firenzeviola.it  come sono cambiate le sue giornate in tempo di Coronavirus e nonostante sia uno che non si ferma mai, stavolta non vuole rischiare e come tutti resta a casa.

Che fa durante questa quarantena, lei così super sportivo? "Sono stato previdente - racconta - infatti ho attrezzato la mansarda con materiale da palestra e corro in garage tutti i pomeriggi. Da biologo laureato in medicina, tra l'altro già un mese e mezzo fa giravo con mascherina e guanti, tanto che nel poliambulatorio dove lavoravo nell'aretino mi prendevano in giro. E così sono tutto coperto anche ora, se esco a comprare il giornale, solo  ogni tanto, se non possono portarmelo. Certo, faccio gli scongiuri come tutti, tra l'altro nessuno di noi sa se è un portatore sano. Ci vorrebbero tamponi a tappeto per isolare appunto anche i portatori sani e stoppare il contagio altrimenti non si risolve nulla".

Il calcio si è fermato troppo tardi? "Si, e tra gli eventi di massa che hanno contribuito alla diffusione del virus, oltre a riunioni in piazza, ci sono anche le partite di calcio, Atalanta-Valencia in primis".

Riprenderanno i campionati? "Ci sono oltre 11mila morti, come si fa a parlare di calcio e chi fa da pubblico alle partite poi? Inoltre molti stranieri sono anche scappati nei loro paesi e finché non c'è la sicurezza che tutto è superato non si può riprendere nulla. Vedo difficile portare a termine la stagione sinceramente, dovrebbero trovare un accordo per non assegnare titoli e fare retrocessioni perché se hanno rinviato Europei e soprattutto le Olimpiadi d'estate, come si pensa di poter invece giocare i campionati di calcio ora? Certo ci saranno sacrifici enormi ma con tanti morti come si può andare avanti?"

A proposito di sacrifici economici, i giocatori rinunceranno ai loro stipendi? "I giocatori devono capire il momento. Ci sono dipendenti e collaboratori delle società messi in cassa integrazione. I club hanno grandi perdite e anche i calciatori devono rinunciare a una parte del loro stipendio, in percentuale crescente rispetto all'ingaggio, altrimenti come continueranno a pagarli? Alcune società rischierebbero il fallimento".

Da ex lei segue anche la Fiorentina, che idea si è fatto? "Assomiglia alla mia Fiorentina, fatta di giovani baldanzosi. Quella squadra in tre stagioni vinse lo scudetto, anche se io non c'ero più e anche questa attuale può fare lo stesso percorso. Iachini d'altronde è un allenatore giusto, motivatore e aggressivo,  perché serviva una reazione a livello mentale. Ci sono poi buoni calciatori, come Castrovilli e Chiesa ma quest'ultimo, come lo era allora Chiarugi, è un po' "anarchico" e ci vorrebbe uno d'esperienza a richiamarlo all'ordine e farsi passare la palla, come faceva Hamrin. Ci vuole un po' più esperienza visto che a parte Pezzella non vedo giocatori di quel tipo, come lo era Astori per capirci".

L'esperienza di Caceres e Ribery non la considera? "Quest'ultimo però è mancato a lungo, con lui infatti la Fiorentina vinceva, è uno di personalità e che si fa rispettare. Caceres ha esperienza ma non lo considero uno legato alla società e che può trasmettere quel tipo di valori".

Quale partita vorrebbe rigiocare in viola? "Ero il secondo di un grande come Albertosi perciò ho giocato solo quando lui si ê fatto male. Anzi, si fece male al mignolo in partita con l'Atalanta ed io speravo che non si fosse fatto nulla perché non volevo neanche entrare. Tra l'altro dovetti giocare, oltre che a Bergamo, con Roma, Lazio, Brescia, Juve e Inter, mica squadrette. E di queste rigiocherei la gara contro l'Inter perché con il Var non avrebbe vinto. Eravamo in vantaggio grazie a Brugnera quando Burgnich mi fece fallo in uscita e Benin segnò. Ce la "rubarono", si può dire ormai? - ride - Poi nella ripresa prendemmo gol in ripartenza perché da squadra giovane volevamo vincere ed eravamo sbilanciati. Ed invece ci segnò Guarnieri, peccato perché perdemmo l'occasione di agganciarli in classifica e superare la Juve".