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BUCCIANTINI A FV, Viola ha identità e qualità

di Alessio Del Lungo

Il pareggio della Fiorentina ieri sera contro il Torino ha un sapore un po' amaro visto il modo in cui è maturato. Per approfondire tutte le tematiche relative alla gara, FirenzeViola.it ha contattato, in esclusiva, Marco Bucciantini, giornalista ed opinionista Sky.

Come ha visto la squadra di Prandelli?  
"la tendenza ormai è solida, è una squadra migliorata nella volontà di dare qualità, passando da una maggiore intensità di gioco. Prima erano partite a strappi, Ribery, Castrovilli ci mettevano le "giocate", Bonaventura ha letture di gioco superiori, ma mancava ...il gioco da leggere. Adesso fanno tutto collettivamente e di loro trattano bene la palla, così hanno associato al gioco anche Amrabat, che sembrava estraneo. In campo ci sono momenti di ottimo calcio nei quali la Fiorentina mostra mentalità, identità e qualità".

Ribery è finalmente tornato decisivo dopo tanto tempo con un gol.  
"Finché è in campo è decisivo perché lui pensa e fa cose decisive. Ha perso molti palloni, ma ha servito due assist perfetti per Vlahovic e realizzato un gol meraviglioso per pensiero e tecnica. Se la Fiorentina arriva intorno all'area di rigore e c'è Ribery qualcosa succede. Poi, per ripetizione, finalmente è cresciuta l'intesa con Vlahovic (e anche la "fiducia" di Ribery verso Vlahovic). Ieri, poi, è stato tatticamente importante, significativo: avvicinandosi al centrocampo, legando il gioco, mandando a vuoto il pressing del Torino".

Dall'altra parte il Torino invece ha deluso ancora.  
"Sono una squadra che è ancora quella di Mazzarri, ma senza Mazzarri. Sono bravi a giocare addosso all'avversario, quando tocca a loro è un dramma e si vide non appena lo Spezia rimase in 10, e al Toro toccò l'onere di fare tutta la partita. Così iersera: i pochi minuti in 11 contro 10 sono stati quelli più sbilanciati per la Fiorentina, che ha capito di dover muovere svelta e bene la palla, ed è andata in avanti, ha segnato, ha dato impressione di gestire la situazione davanti a una squadra in profondo imbarazzo. Una piccola considerazione: con questo 352, il Toro nel gioco d'attacco è costretto a far venire incontro alla palla Belotti, che adora fare tutto, e che la tratta meglio di Zaza (altrimenti non ci sarebbe sviluppo di gioco): così però capita (a Benevento, con la Fiorentina) che al tiro vada poi Zaza, e secondo me non un calcolo ideale per il Torino: sarebbe meglio far tirare Belotti, e forse con Sanabria il loro gioco d'attacco sarà più limpido ed equilibrato".

L'arbitraggio ha fatto molto discutere.  
"Di Bello fa due errori evidenti insieme al VAR. Il primo è il rigore su Lukic che c'è perché il contatto non è la naturale conseguenza dell'uscita, ma Dragowski allarga una gamba e il braccio per fermare il giocatore: un fallo di gioco con la palla in gioco. Poi l'espulsione di Milenkovic, che è assurda, Belotti è il primo a cercare un chiarimento e comincia lì la situazione da sanzionare. Non esiste da lì in poi una diversità di comportamento fra Belotti e Milenkovic, perché due sanzioni diverse? Si fronteggiano, fanno testa a testa. Perché viene espulso Milenkovic? Perché è più alto? Situazione da sanzionare con la stessa misura, due gialli. Resta il fatto che Milenkovic doveva controllarsi, ma resta in mente soprattutto quello che fa Belotti: un gesto del genere da un capitano, un uomo che mette sul campo tanti valori umani come lui è deludente. Qui è andato oltre se stesso: ha recitato. Per opportunismo. MI permetto tre righe personali, visto che dopo aver evidenziato i due - per me - errori di Di Bello sono stato attaccato da molti tifosi viola. Può darsi che il fatto che si sappia che sono simpatizzante viola mi porti a essere più netto su certi giudizi proprio per evitare di essere additato di essere tifoso: una specie di trappola mentale. Ma resto convinto che quello fosse rigore, e quello non fosse "rosso". Sono opinioni libere ma non per questo esatte: né il tifo né la libertà espressiva assicurano la verità. Per fortuna, aggiungo. Credo sia fondamentale la sincerità, che della verità è il sentimento".

Il mercato nel mese di gennaio dei viola le è piaciuto?  
"Per tutte le società è stato difficile comprare titolari. Anche quelle al vertice, in lotta per lo scudetto: semmai, hanno preso riserve. Laggiù, per disperazione, solo Torino e Cagliari hanno preso titolari (Sanabria, Nainggolan). Forse il colpo migliore è Lasagna al Verona, utile per il loro gioco di recupero palla e corsa verticale. E' difficile vendere (a prezzi buoni) così diventa difficile comprare, e se non compri non puoi nemmeno vendere. Un circolo vizioso di un momento drammatico per tutti".

Di cosa aveva bisogno la Fiorentina?  
"Di grandi titolari: un centrocampista, forse un attaccante (ma questo Vlahovic ci rosicchia questa necessità). Ma sono più sicuro di quello che non doveva prendere:  calciatori che hanno già mostrato il loro limite tecnico come Duncan e Pulgar. Che sai che prima o poi non ti basteranno più. Allora preferisco rischiare e prendere Kokorin che è stato fortissimo, ma non lo è più e Malcuit che era un calciatore importante, che ha faticato nella  difesa a 4 a causa dei limiti difensivi ma che può esaltare il suo coraggio e la sua vivacità offensiva in un centrocampo a 5".

Come giudica il lavoro di Pradè?  
"A gennaio non ha sbagliato niente perché ha avuto meno possibilità di farlo. Nella sessione invernale dell'anno scorso prese Kouame e Amrabat che sono due ottimi colpi, nell'idea che dicevo prima: giocatori che possono diventare molto forti. Mentre puntualmente hanno fallito i troppi giocatori buoni ma con un limite. L'accumulo è ormai un vizio e una necessità contabile di tutti i mercati e così si crea un argomento perfetto per essere attaccati nel proprio ruolo, perché fra tante operazioni aumentano anche gli errori. E' un problema vero, significativo del calcio: non si compra più  quello che serve ma quello che serve ai procuratori, ai bilanci, alle plusvalenze. Ma le plusvalenze, in campo, spesso ti fanno perdere le partite".