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COMUZZO, IL FRATELLO A RFV: "PALLONE E LIBRI, ECCO CHI È PIETRO. E VOLEVA FARE IL PORTIERE"

di Redazione FV
Fonte: a cura di Andrea Giannattasio

Francesco Comuzzo, attaccante della Pro Fagagna e fratello del difensore della Fiorentina Pietro grande protagonista in questo inizio di stagione, ha parlato a Radio FirenzeViola raccontando come viene accolto questo momento dalla famiglia: "Da un lato è sempre una sorpresa, dall'esordio al Maradona di ottobre scorso fino a oggi. Ma conoscendo mio fratello, è sempre stato sul pezzo e ha sempre dato tutto e quindi i risultati arrivano, soprattutto se hai un atteggiamento come il suo che ogni giorno cerca di migliorare".

Come avete reagito in famiglia alla convocazione dell'Italia?
"Sinceramente pensavo sarebbe stato convocato dall'Under 21 in questa pausa. Poi ho iniziato a ricevere messaggi da qualche amico, ho sentito mio papà e le mie sorelle, non ce l'aspettavamo. Ma come ho detto prima, tutto quello che gli arriva è meritato".

Vi state organizzando per andare a San Siro anche se dovesse non giocare?
"Sì, ci stiamo già pensando. Mio padre dovrebbe riuscire ad andare, io mi sto organizzando perché domenica gioco ma dovremmo esserci tutti".

Quale il soprannome migliore per Pietro?
"Secondo me il soprannome che gli si addice di più è soldato, perché segue le regole ed è sempre umile e dirigente. Ma va bene anche mastino...".

La passione per il calcio arriva dal papà calciatore?
"Sì, la passione ce l'ha passata lui fin da piccoli. Giocavamo sempre a seconda di dove eravamo, che fosse una piazza o un campetto".

Lui difensore, lei attaccante: è sempre stato così?
"Da piccoli non ci sono mai troppi ruoli ma lui è sempre stato portato a difendere anche se all'inizio voleva fare il portiere. Poi è stato messo difensore, per fortuna aggiungo io".

Il trasferimento a Firenze come è andato?
"Giocavamo a Udine ma avevamo attenzioni da parte di diversi club di A. La Fiorentina era la squadra che ci intrigava di più e dopo Pordenone abbiamo scelto Firenze. Io sono rimasto solo un anno, lui invece ha scelto di restare lì".

Pietro ha detto che la sua vicinanza è stata fondamentale.
"Come sono stato fondamentale io per lui, anche lui lo è stato per me perché ci aiutiamo a vicenda".

Le è mai capitato di affrontarvi in campo?
"In allenamento più volte e forse siccome è mio fratello questa cosa ci spingeva a dare il nostro meglio per far vedere chi era più forte".

Pietro ha detto che spera di somigliare a Chiellini...
"Dal punto di vista difensivo sì, ci somiglia per aggressività e marcatura che forse è la sua dote principale. Ma ha un ottimo lancio ed è bravo a impostare: fa bene a ispirarsi a un giocatore come lui. Io guardo più a Lewandowski per come interpretare il suo ruolo da attaccante".

Come gestirà la notorietà suo fratello?
"Lui è molto tranquillo, sa quello che deve fare e quello che succede fuori non gli interessa. Sono sicuro che riuscirà a gestire la popolarità proprio per il suo carattere".

Chiudiamo con il vostro sogno nel cassetto.
"Da bambini il sogno era diventare calciatori ed esordire in Serie A. Lui ci è riuscito e fa bene a non porsi limiti, che siano vincere la Champions o qualcos altro. Io non ho obiettivi precisi, mi piace giocare a calcio e voglio dare il massimo. Poi studio e faccio l'Università a Gemona del Friuli di Scienze Motorie. Anche Pietro come le nostre sorelle siamo sempre stati attenti al rendimento scolastico: è importante avere basi culturali, informarsi e sapere cosa succede nel mondo".