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CUCCHI A FV, RIPRESA CALCIO NON È PRIORITÀ. VIOLA, TENERE CHIESA E CASTRO È DECISIVO

di Alessio Del Lungo

Il futuro del calcio italiano è ancora incerto. Questo è quanto è emerso dalla riunione di due ore in videoconferenza quest'oggi tra gli esponenti del mondo del pallone ed il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. FirenzeViola.it, per analizzare i tanti temi del momento, ha contattato, in esclusiva, il giornalista sportivo ed ex storico radiocronista, Riccardo Cucchi.

Le società di Serie A hanno manifestato all'unanimità la volontà di finire stagione. È prioritario in questo momento?
"Non è prioritario rispetto ai più grandi problemi che ha il Paese però, se ci fosse una possibilità per far ripartire il calcio in sicurezza, perché non provarci? Stesso discorso è da fare per le aziende. L'unica garanzia deve essere la sicurezza assoluta. In queste ore il calcio si sta interrogando proprio su questo".

Malgrado il comunicato di ieri, le posizioni dei club in Lega non sembrano così concordi.
"A me risulta che ci siano almeno 8 club che non sono d'accordo per ripartire anche se non so le ragioni. È normale che ci siano posizioni diverse. Da appassionato e osservatore di calcio spero si possa raggiungere l'unanimità con posizioni condivise da tutte le società. Credo anche che bisogna essere consci che se non si potesse riprendere, andranno assunte delle decisioni che dalla mia prospettiva non mi sembrano semplici: si annunciano ricorsi legali perché non ci sono regole scritte per una sospensione per cause di forza maggiore".

Quale sarà la scelta secondo lei che verrà presa dopo la riunione tra Spadafora ed gli esponenti del calcio italiano?
"Ciò che deve essere chiaro è che il calcio deve necessariamente tenere conto del governo. Non è il calcio che può decidere quando riprendere, ma vanno accettate le decisioni del governo. In Olanda nessuna manifestazione sportiva fino all'1 settembre potrà disputarsi e questo avrà una ricaduta anche sull'Eredivisie. Non sono solo UEFA, FIGC, a poter decidere. Possono esprimere opinioni, auspici, ma deciderà il governo anche in base ".

Pensa che le istituzioni avrebbero potuto muoversi meglio per fermare prima il calcio?
"Ha una risposta a questa domanda? Se in questa pandemia qualcosa ha dato fastidio è la presa di posizione senza alcuna competenza su problemi come questi. Non sono un medico, un virologo, un ministro o un politico. Prendo come riferimento la risposta dell'allenatore del Liverpool, Jurgen Klopp che ha spiegato come fosse soltanto un allenatore e non un virologo. Non sono dunque in grado di rispondere".

Quale futuro immagina per la Fiorentina?
"Non si può associare il rendimento di una squadra al problema della pandemia, ma è pur vero che non si sa anche che tipo di ricadute possa avere una persona dopo aver contratto un virus come questo. Vedremo se si potrà riprendere o meno a giocare. Fino a quando lo si è potuto fare ho visto una Fiorentina che credo abbia fatto partire un progetto importante che prendendo Iachini ha fatto una scelta intelligente perché è stato troppo spesso sottovalutato. Ha senso pratico, è un uomo di campo, potrebbe far ripartire un progetto che la proprietà vuole fortemente. I viola hanno sofferto troppo le prospettive di mercato non sempre chiare, i cambi in panchina... Ora si può costruire un percorso più ponderato".

Quanto sarebbe importante trattenere Chiesa e Castrovilli?
"Direi decisivo. Al di là delle capacità manageriali, delle qualità tecniche di chi li allena, la fortuna è fatta da giocatori di qualità, non sempre è possibile avere il massimo, ma la Fiorentina ha due giocatori estremamente importanti soprattutto Castrovilli. Sarebbe giusto trattenerli, lavorarci ancora per farli migliorare. Queste scelte sono condizionate dai bilanci troppo spesso ed è il problema che assilla i club che non hanno troppa forza economica come successo anche in passato".