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D. ROSSI A FV, CHIESA SMETTA DI AVERE ATTEGGIAMENTI NEGATIVI. CON PEDRO SERVE PAZIENZA

di Alessio Del Lungo

Dopo un periodo pieno di soddisfazioni e di successi anche la Fiorentina è costretta a fare i conti con le naturali difficoltà di una squadra giovane ed in costruzione. Le assenze di alcuni leader simbolici certamente non hanno facilitato, ma i viola sono motivati a ripartire già da domenica contro il Cagliari, squadra in forma smagliante che con l'ex Giovanni Simeone come attaccante sta trovando continuità di risultati. Per approfondire le tematiche del momento in casa Fiorentina la nostra redazione ha contattato in esclusiva l'ex tecnico tra le altre del club gigliato, Delio Rossi.

Signor Rossi, la nota positiva dei viola è sempre Gaetano Castrovilli. Sta diventando imprescindibile?
"Credo sia un giocatore molto molto interessante perché ha tecnica, fisico e tatticamente è già evoluto. Come tutti i giovani vive di alti e bassi, non bisogna pretendere tanto, ma in questo momento è quello che riunisce le due fasi. Riesce a fare il quarto centrocampista in fase di non possesso e diventa un terminale offensivo in fase di possesso".

Chi invece sta un po' deludendo le attese è Federico Chiesa. A cosa è dovuto questo suo calo?
"Anche lui è molto giovane... Si tende sempre a vedere tutti i fatti positivi e si dà per scontato che siano ripetuti sempre in futuro, ma non si vedono le mancanze. In questo momento sembra voglia dimostrare di essere importante e sia portato a strafare finendo per innervosirsi. Dovrebbe vivere la situazione con piu serenità e dare la possibilità anche a se stesso di non dover dimostrare per forza... Lui è il futuro del nostro calcio. Ha molti atteggiamenti negativi dei giocatori grandi: si lascia cadere, protesta, mentre prima era più sbarazzino ed era più libero di testa. Non deve pensare di dover sempre tirare fuori il coniglio dal cilindro. Ora serve l'aiuto della società, dei compagni perché non si deve pensare che lui debba sempre spaccare le partite. Se ritrova la spensieratezza tornerà quello che conosciamo".

Con le prestazioni non troppo convincenti di Boateng può essere finalmente arrivato il momento di Pedro?
"Sono valutazioni che spettano all'allenatore che conosce tutto dei suoi calciatori. Se crede che questa sia la strada giusta deve insistere altrimenti farà altre scelte. Quando le cose vanno male non è corretto prendersela solo con uno o due calciatori in ogni caso. Pedro non lo conosco però i giocatori vanno visti, vanno date loro le possibilità, servono quattro o cinque partite. In Italia, specie con i giovani, conta molto la prima impressione: se un calciatore segna subito è un fenomeno altrimenti un acquisto sbagliato. Gli stranieri, sudamericani specialmente, non conoscono i nostri allenamenti, la nostra alimentazione... Non bisogna avere troppe aspettative su questo ragazzo, anche se molto dipende da quanto lo hanno pagato. Il Milan per esempio ha preso Rafael Leao che si vede ha qualità, ma non riesce ancora ad esprimersi con continuità: è difficile subito essere colui che prende la squadra per mano, si parla di furoiclasse in questo caso, non di buon giocatore".

Domenica ci sarà la sfida al Cagliari dell'ex Simeone. Sarà lui il pericolo numero uno?
"La squadra di Maran è costruita bene e non c'è solamente Simeone, anzi: Nainggolan, gli inserimenti di Joao Pedro... Bisogna che la Fiorentina stia attenta all'entusiasmo e alla compattezza del Cagliari. Simeone è un calciatore che viene a giocare, arretra, non dà punti di riferimento. Il bello di questo ragazzo è proprio questo ed a me piaceva anche l'anno scorso anche se magari ha segnato poco, ma non dimentichiamoci che è molto giovane".