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DAMASCELLI A FV, Sinisa eviti certe esternazioni

di Samuele Brandi

La stagione viola non è iniziata nel migliore dei modi e le parole dette del nuovo tecnico Sinisa Mihajlovic hanno in qualche modo scosso la piazza gigliata abituata ad un Cesare Prandelli decisamente diverso nell’approccio con la stampa, in special modo nel dopopartita di una sconfitta amara come quella di Lecce. Per commentare le parole di Mihajlovic, Firenzeviola.it, ha contattato il noto giornalista Tony Damascelli. Di seguito le parole rilasciate in esclusiva al nostro portale

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Come giudichi le parole espresse da Sinisa Mihajlovic e molto dure nei confronti dei suoi giocatori?


Mi sembra che le parole di Sinisa siano più da spogliatoio che da conferenza stampa o da intervista. Mi ricordano le frasi di Marcello Lippi nei confronti dei suoi giocatori quando approdò all’ Inter. Nel caso di Lippi la storia era da poco iniziata ed era anche già finita. Quando un allenatore si comporta cosi con i propri giocatori è un bene perché vuol dire che ci crede ed è convinto di fare bene con il suo gruppo. A mio modo di vedere, Mihajlovic, dovrebbe limitare il più possibile il suo linguaggio appassionato e passionale anche considerato il bon ton della società viola”.


Pensi che Mihajlovic abbia promesso forse troppo ad una piazza come Firenze?


Qualcuno sostiene questo. Le promesse qualche volta le porta con se un cognome, quando Mihajlovic è arrivato a Firenze molti hanno pensato che bastasse lui a trasformare una squadra che in realtà era già forte e che aveva già una sua identità. Non dimentichiamoci che questa Fiorentina con Prandelli ha centrato sempre obiettivi importanti. Non basta un cognome nel calcio per fare bene, l’importante è allenare ed imparare a conoscere a fondo un ambiente. Interessante è questo cordone che lega Mancini a Mihajlovic entrambi insieme all’Inter ed entrambi passati sulla panchina viola in epoche differenti”.


Secondo te la vicenda legata al rinnovo di contratto del capitano Riccardo Montolivo può aver influito negativamente sul morale della squadra?


Non credo proprio. Un professionista non può farsi condizionare da una vicenda ugualmente professionale ma personale, significherebbe una fragilità caratteriale di tutta la squadra viola. Montolivo deve valutare bene il suo futuro, mentre la società viola deve cercare di accontentare il ragazzo con un occhio sempre attento al bilancio ed al progetto dei Della Valle, la soluzione alla fine verrà trovata. Mi auguro che non sia una soluzione dolorosa per la società viola”.