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DI LIVIO A FV, La Fiorentina sta facendo benissimo, è una delle sorprese del campionato. Io rimasi a Firenze per amore. Bati e Rui...

di Niccolò Righi

Impegno, sacrificio e abnegazione. Queste sono tra le doti più importanti che un calciatore deve avere nel proprio bagaglio; spesso contano più della tecnica in sè. C'è stato un giocatore, però, che più di altri ha fatto sue queste virtù, tanto da venir chiamato "Soldatino" per la dedizione al lavoro che era solito mettere nel rettangolo di gioco. Un endorsement che sarebbe importante qualora arrivasse da qualsiasi altro calciatore, ma che ha un sapore ancor più magico se a coniare quel soprannome sia stato uno come Roberto Baggio
Angelo Di Livio è stato questo e molto altro: centrocampista capace di vincere  3 Scudetti, 2 Coppe Italia, 2 SuperCoppe Italiane, 1 Champions League, 1 Coppa Intercontinetale e 1 SuperCoppa Europea, che vanta 40 presenze con la Nazionale italiana e la partecipazione ad Euro 2000, ma anche Uomo che - per amore della Fiorentina - decise di togliersi i panni del campione di Serie A per calcare i campi di provincia restando all'ombra del Duomo negli anni della Serie C e B

Noi abbiamo avuto la fortuna di poterlo intervistare in esclusiva, per parlare un po' della Viola attuale ma anche di quella che lo vide protagonista sul campo. Queste le sue parole.

Siamo quasi al giro di boa e la Fiorentina, nonostante qualche defaillance lungo il percorso, ha raccolto 30 punti, si aspettava una stagione del genere? 
"La Fiorentina ha fatto un ottimo girone d'andata e, pur sbagliando qualche partita - come quella in casa con l'Empoli -, la squadra si sta dimostrando una delle sorprese di questo campionato. Deve continuare così e deve crederci perché le dirette concorrenti come Roma, Napoli e ci metto anche il Milan non stanno facendo benissimo". 

La squadra ha riscoperto un pragmatismo che in passato sembrava utopistico. Più merito di Italiano o dei giocatori? 
"La Fiorentina continua ad avere dei giocatori come Bonaventura e Nico Gonzalez di cui non può fare a meno. Però penso che l'aspetto più importante è l'organizzazione di gioco di Italiano, che è la cosa che più fa la differenza". 

Restando a Italiano: pensa che il suo ciclo a Firenze possa concludersi alla fine della stagione o secondo lei dipenderà molto dal conseguimento degli obiettivi finali?
"Sono situazioni che dovranno valutare il mister e la società. Capiranno se il percorso è giunto al capolinea o se ci siano i presupposti per continuare a lavorare insieme. Penso che comunque molto dipenderà dai risultati che la Fiorentina riuscirà a raggiungere al termine della stagione". 

Da ex centrocampista: come valuta la stagione della coppia Duncan-Arthur?
"Sono due ottimi giocatori, diversi ma che si completano a vicenda. Arthur ha una qualità tecnica che fa girare tutta la squadra, mentre Duncan è dotato di un ottima gamba che gli permette di recuperare tanti palloni ed è molto bravo negli inserimenti. Stanno disputando una grandissima stagione". 

Sempre a centrocampo, uno dei migliori fin qui è stato Jack Bonaventura, che a Firenze sembra vivere una seconda giovinezza tanto da essere nuovamente tornato nel giro della Nazionale. Anche lei è stato protagonista in maglia viola in “tarda età” che valse una convocazione ad Euro 2000.
"Mi fa molto piacere che Jack Bonaventura stia facendo una stagione così importante perché è un grande professionista e ci tiene molto. Dai suoi atteggiamenti positivi si vede che è un ragazzo attaccato alla maglia viola. Lo stimo molto per questo. Mi auguro che Spalletti lo possa convocare nella Nazionale italiana per gli Europei che si terranno tra pochi mesi in Germania perché ha un'esperienza che può far comodo e, in virtù della stagione che sta facendo, si merita la maglia azzurra".  

La provoco: a questa Fiorentina manca più un 9 alla Batistuta o un 10 alla Rui Costa? 
"Beh, è chiaro che un centravanti come Batistuta e un dieci come Rui Costa manchino a tutti, ma credo che non ci saranno più giocatori così perciò dovremmo guardare i centravanti della Fiorentina da un altro punto di vista. Sì, Beltran ha segnato contro il Monza e sta dando dei segnali importanti però Bati e Rui erano un'altra cosa. Non credo che si vedranno di nuovo giocatori di questo calibro". 

In avvicinamento al mercato, come si migliora secondo lei questa squadra?
"La Fiorentina qualcosa deve fare sul mercato, soprattutto per puntellare il reparto avanzato. È difficile però capire quello che si potrà fare a gennaio. Per me, se ci fosse la possibilità, la dirigenza gigliata dovrebbe cercare di mettere in rosa un difensore in più". 

In chiusura, lei scelse di rimanere nonostante il fallimento. Cosa la legò a quella squadra al punto di accettare la Serie C?
"Scelsi di rimanere a Firenze per amore: amore per la maglia e amore per la gente che nella mia avventura in viola durata sei anni mi diede talmente tanto affetto che dovevo assolutamente contraccambiare. Fu una scelta di cuore, che rifarei sempre e che mi rende molto orgoglioso. Ricordare certi momenti mi crea sempre molta emozione, capisco che possano essere scelte non semplici da fare, ma in realtà per me non fu difficile decidere di restare a Firenze".