DI PETRILLO A FV, LECH POZNAN SQUADRA FORTE E FISICA. ISHAK SIMILE A CABRAL. OCCHIO A SKORAS
L'allenatore pisano Alessio Di Petrillo, che è stato il vice ct della Polonia ai Mondiali e prima ancora ha vinto uno scudetto con il Legia Varsavia, fa le carte in esclusiva a Firenzeviola alla sfida di Conference tra Fiorentina e appunto i polacchi del Lech Pozan: "In Polonia è uno dei club più importanti, se il Legia è paragonabile alla Juve, il Lech può essere l'Inter, per fare un paragone con i club italiani. E' una buona squadra che sta stupendo anche in Europa visto che di solito le polacche che fanno bene in campionato non fanno altrettanto nelle competizioni internazionali. Il Lech invece è riuscito a centrare i quarti di Conference pur terzo in campionato ed è reduce da uno scudetto".
Che partita sarà contro i polacchi? "Sarà una partita fisica, come è il calcio polacco, anche se il Lech devo dire fa un buon calcio, di destrezza, con esterni piccoli e rapidi come ricordo quando lo affrontammo con il Legia Varsavia, squadra che ho allenato. Ma la Fiorentina è qualitativamente superiore, questo è indubbio".
Quali sono gli elementi da tenere d'occhio? "Hanno un buon allenatore, l'olandese Van den Brom che fa un buon calcio. I giocatori più forti sono il centravanti Ishak che è paragonabile per caratteristiche al viola Cabral. Poi ci sono Skoras che era con me il Nazionale, esplosivo e forte nell'1 contro 1, un po' alla Orsolini, e Salomon il centrale che conosce bene il calcio italiano avendo giocato nel nostro paese".
La Fiorentina ora è impegnata su tre fronti, qual è stata la svolta rispetto ad un inizio zoppicante? "Si è risollevata grazie agli attaccanti che hanno cominciato a segnare, se danno continuità nel fare gol, il gioco c'era già e dunque i viola possono fare un finale di stagione importante. Sono due attaccanti importanti, in particolare Jovic che ha avuto più difficoltà del dovuto ed ora la strada è quella giusta".
Il calcio italiano ha 6 squadre in Europa, un buon momento a livello di club? "Sentivo le tante polemiche perché in squadra ci sono pochi giocatori italiani, ma in realtà la differenza la fanno la strategia, la tattica e la qualità di gioco e per questo sta attraversando in momento d'oro. Se l'Inter dovesse superare il suo quarto avremmo sicuramente una italiana in finale di Champions".
Dopo la Nazionale polacca su quale panchina la vedremo? "Sono in attesa. Mi piacerebbe tornare ad allenare in Italia ma sono aperto a tutte le soluzioni. Spero in una bella opportunità dopo aver vinto, tra le altre cose, uno scudetto con il Legia e aver fatto Nations League e Mondiali con la Nazionale".