DS PARTIZAN A FV: "VLAHOVIC HA UNA STRADA GIÀ IN MENTE. LE BIG LO PREFERIVANO A HÅLAND"
Fonte: dagli inviati a Belgrado, Dimitri Conti e Giacomo Iacobellis
La tappa del Partizan di Belgrado è una di quelle fondamentali nella carriera di Dusan Vlahovic, il definitivo trampolino di lancio verso il calcio dell'Europa che conta. Ecco perché, nella spedizione organizzata da noi di FirenzeViola.it nella capitale serba, non potevamo non passare dalla sede del club bianco-nero. Ci accoglie, nel suo ufficio che affaccia sulla verde municipalità di Savski Venac, il ds del club, una vecchia conoscenza della Serie A come Ivica Iliev, ovverosia l'uomo con cui la Fiorentina ha dovuto trattare per acquistare prima Milenkovic e poi Vlahovic. Esordisce così in esclusiva ai nostri microfoni: "Il passato tra Partizan e Fiorentina è bello, sono orgoglioso di questo rapporto tra le due società: negli ultimi anni tantissimi giocatori hanno fatto benissimo e dopo sono finiti nei più grandi club europei. Gli ultimi due sono quelli arrivati da quando io ricopro questo ruolo, ormai da 6 anni. Milenkovic l'ho conosciuto meno, è andato via quasi subito. Vlahovic invece meglio, anche da ex attaccante posso parlarvene nei dettagli. Diventerà uno dei più forti centravanti d'Europa. Vi racconto una cosa...".
Prego.
"Ero appena diventato ds e venne il capo-scout di una delle più grandi squadre al mondo. Era il febbraio 2016, marzo al massimo. Bene, mi disse che in tutto il mondo non esisteva un talento come Vlahovic tra i classe 2000 e cinque anni dopo si può dire che avesse pienamente ragione. All'epoca ancora Haaland non si conosceva. Si vede che Dusan cresce ogni mese, neanche ogni anno. Mi dispiace che non sia potuto rimanere di più al Partizan, ma chissà che un giorno non possa tornare a casa... Quando se ne è andato sono stato malissimo, ero convinto non avesse ancora dato il suo massimo in prima squadra".
Dove potrà arrivare?
"Pure quando alla Fiorentina non giocava così bene, ai media di Firenze ho sempre detto di lasciar perdere e avere pazienza, che prima o poi avrebbe trovato il suo posto. Sono anni che lo penso, e ancora oggi: è destinato a giocare nelle squadre più forti al mondo ed essere, con Haaland, il miglior attaccante d'Europa".
Un consiglio da dargli?
"Lui pensa solo al campo e ha le sue idee su dove vuole arrivare. Ricordo che nei giorni liberi veniva ad allenarsi da solo, visto che la casa dei suoi genitori è vicino al nostro centro sportivo. Poi anche dopo gli allenamenti si fermava per provare i tiri in porta. Ha la strada giusta in mente, non guarda a destra o sinistra ma solo davanti a sé. Nella sua testa è forte, ha il carattere del campione e niente lo può spostare dal suo obiettivo. Così si arriva a certi livelli".
Milenkovic ha già il ruolo di leader della difesa viola?
"Sì, lo è, da quello che posso vedere. Anche lui caratterialmente è giusto, ma è molto diverso da Dusan... D'altronde uno è difensore e l'altro attaccante (ride, ndr)! Hanno i loro ruoli anche fuori dal campo, Dusan attacca anche nella vita. Ma sono due ottime persone e grandi campioni".
C'è un nuovo Vlahovic nel Partizan?
"Alla Fiorentina conoscono bene i nostri giovani... Abbiamo un esterno come Nemanja Jovic già nel giro della Serbia. E poi due fenomeni, un 2003, Marko Milovanovic, e un 2004 come Samed Bazdar. Sono tutti attaccanti, significa che in quel ruolo sappiamo come fare un bel lavoro!".
Infine un ricordo del suo periodo in Italia.
"La Serie A quando giocavo io aveva i migliori calciatori al mondo. Negli ultimi dieci anni invece i top player sono finiti in Inghilterra e Spagna... Spero che l'Italia possa crescere di nuovo. Mando un affettuoso saluto ai tifosi delle mie due ex squadre italiane, Genoa e Messina".