DUNGA A FV, Neto emergerà col lavoro
Ad agosto, con la partenza di Frey e le perplessità di Boruc circa il calcio italiano in generale, le chiavi della porta viola sembravano indirizzate verso i guantoni di Neto, il giovane talentino brasiliano acquistato fra lo stupore generale da Pantaleo Corvino nello scorso mercato di gennaio dall’Atlético Paranaense. Invece, a poco meno di 10 mesi dal suo arrivo, non ha ancora avuto modo di mettersi in mostra. Per sapere chi è il giovane portiere viola e cosa aspettarsi da lui in futuro, la redazione di Firenzeviola.it ha contattato in esclusiva l’indimenticato ex viola ed ex CT della Nazionale brasiliana Carlos Dunga, che ci ha raccontato alcuni particolari di questo talento verdeoro.
L’acquisto di Neto lo scorso gennaio creò non poco scalpore a Firenze. All’epoca che giocatore era e che credenziali aveva in Brasile?
“L’ho visto giocare diverse volte nell’Atlético Paranaense, e nonostante fosse molto giovane è stato il titolare nell’ultimo campionato che ha giocato, e se l'è cavata alla grande. Ha fatto molto molto bene nelle oltre 30 partite che ha giocato, e prima che la Fiorentina si aggiudicasse il suo cartellino aveva dietro tanti club europei che lo seguivano, ma Corvino ha bruciato tutti”.
Fiorentina che si aggiudica un talento già in orbita Nazionale dunque. Però ancora, i tifosi viola, non sono riusciti a capire chi è questo portiere…
“E’ ancora giovane, ed il calcio brasiliano è una cosa, quello europeo è completamente un’altra. Qua in Brasile i ritmi sono diversi, ma dal punto di vista di un portiere la differenza maggiore sta nei cross e nei tiri da lontano, che in Italia sono molto più frequenti, quindi cambia il modo di interpretare il ruolo e di occupare la porta”.
Quali sono le sue qualità migliori da un punto di vista tecnico?
“Per quello che ho avuto modo di osservare in Brasile, ha ottimi riflessi e soprattutto una notevole elasticità fisica. In più a suo favore posso aggiungere che è uno che sa stare in porta, non perde la posizione. E anche se è in difficoltà, la sua esplosività gli permette di non farsi mai trovare impreparato. All’Atlético ha lasciato davvero ottime impressioni…”.
Come si spiega allora lo scarso impiego da gennaio ad oggi?
“Premetto che qualsiasi giocatore che non gioca da un po’ di tempo è difficile da mandare in campo, perché non ha più l’abitudine al clima della gara. Detto questo, personalmente lo farei giocare, anche se capisco Mihajlovic che si affida ad un portiere più esperto e sicuro. Il suo è un ruolo molto particolare, dove non ti puoi permettere di sbagliare, perché già dopo il primo errore puoi essere giudicato male, la seconda opportunità potrebbe non esserci”.
Intanto, continua ad essere nel giro della Nazionale…
“E questo è molto importante per lui. Può essere uno stimolo e può aiutarlo a mantenere alta la fiducia nei propri mezzi. Il fatto poi che venga convocato pur senza scendere in campo con la Fiorentina dovrebbe tranquillizzare tutti, vuol dire che le qualità ce le ha, altrimenti non sarebbe nella Selecao”.
Con quale spirito, dunque, dovrà affrontare questa stagione all’ombra di Boruc?
“Lui deve per prima cosa essere sempre pronto nel momento del bisogno e soprattutto imparare in allenamento i trucchi del mestiere da chi gli sta davanti, cioè Boruc. Questo perché non sai mai quando ti può arrivare l’opportunità, e devi saperla sfruttare al massimo. Io intanto lo farei giocare in Coppa Italia per fargli respirare l’aria delle partite che contano, poi starà a lui riuscire ad emergere. Io sono convinto dell’idea che i giovani debbano farsi spazio tramite il lavoro ed il sacrificio, solo così potranno maturare ed esplodere definitivamente”.
La Fiorentina, infine. Ha seguito la squadra viola in questo inizio di stagione?
“Purtroppo per motivi di lavoro sono stato molto impegnato negli ultimi periodi e non ho seguito i viola. Ma presto avrò del tempo libero e senza ombra di dubbio tornerò a seguire con interesse la squadra di Mihajlovic!”.