.

FACCENDA A FV: "ITALIANO ARMA VIOLA IN PIÙ. PIATEK-VLAHOVIC..."

di Luciana Magistrato

"Mi aspetto una bellissima partita e soprattutto tanti gol visto che sono due squadre che giocano bene, pressano alto, verticalizzano, portano in area sempre 3-4 giocatori.. " se la immagina così Sassuolo-Fiorentina Mario Faccenda, ex difensore viola e osservatore dei neroverdi, ora collaboratore del Modena. In esclusiva per Firenzeviola l'ex "Leggenda" viola (come cantavano i tifosi) fa le carte alla gara del Mapei: "Anche all'andata fu una partita aperta con il Sassuolo che nel primo tempo ci massacrò ma la Fiorentina seppe poi rifarsi. Credo che tra le due squadre possa esserci equilibrio anche stavolta perché sono in salute, soprattutto la Fiorentina, Lazio a parte, viene da un buon momento a livello di risultati tra campionato e Coppa".

Se lo aspettava questo rendimento dopo la cessione di Vlahovic?
"Lui faceva reparto da solo, teneva palla, segnava tanti gol.. Non era facile sostituirlo ma l'arma in più della Fiorentina è Italiano secondo me che sa far rendere qualsiasi giocatore sia in campo. Basti vedere la squadra presa ad agosto, era la stessa degli altri anni eppure, certo con qualche innesto di qualità, sta lottando per l'Europa. Anche chi gioca poco e le nuove pedine messe in quell'organizzazione di gioco riescono a rendere al meglio. E' quello che sta succedendo a Piatek. E mi interessa il giusto se ha le stesse caratteristiche di Vlahovic perché a me basta che segni. E la società con questa cessione è riuscita a tenere anche i bilanci buoni, spendendo meno".

Come si immagina il ritorno di Vlahovic mercoledì?
"Sarà fischiato perché non si sono lasciati bene. Il tifoso andava preparato invece le cose sono precipitate nel giro di poco e vederlo andare alla Juve non è stato il massimo perciò non mi aspetto certo una buona accoglienza per lui. Se tirerà un eventuale rigore? Io penso di no perché non credo che Firenze gli sia indifferente ma è difficile mettersi nei suoi panni".

Tornando a stasera, del Sassuolo a cosa bisogna stare attenti?
"A Berardi di sicuro, è il numero uno, poi a Traorè e alla squadra nel suo complessivo perché sa creare e finalizzare molto anche se subisce anche molto".

Berardi come mai non è mai arrivato alla Fiorentina?
"Non solo alla Fiorentina. Sono anni che deve muoversi, non è andato alla Juve né alla Roma perché a Sassuolo ha trovato l'ambiente giusto in cui riesce ad essere l'attore principale. Questa estate sembrava voler andare via forse perché dopo l'Europeo voleva vincere qualcosa a livello di club o giocare la Champions ma non si è concretizzato nulla, forse ci ha ripensato anche lui".

La Fiorentina a cosa può ambire?
"Intanto è messa bene ed ha una gara da recuperare. Credo che l'Europa League sia alla portata perché le due romane fanno fatica. Per la Champions ci sono troppi punti che dovrebbero perdere le prime quattro e dunque la vedo più difficile".