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FOSCHI A FV, TERREI IACHINI A MENO CHE NON ABBIANO L'ASSO NELLA MANICA

di Alessio Del Lungo

La situazione in casa Fiorentina non è delle più serene con la panchina di Giuseppe Iachini che non è più salda come qualche settimana fa. Per approfondire la situazione, ma non solo, FirenzeViola.it ha contattato, in esclusiva, l'ex direttore sportivo del Palermo, del quale è stato anche presidente, Rino Foschi.

Vista l'andamento della squadra gigliata, confermerebbe Iachini come tecnico?
"Mi dispiace molto che sia in discussione. La sua conferma non metteva tutti d'accordo a 360 gradi all'interno del club, ma bisognava lavorare sui suoi concetti e lo si è fatto in parte. La piazza di Firenze è molto esigente, lui ha avuto i risultati, ma non tutti erano convinti di tenerlo. Iachini forse non è l'allenatore ideale, ma io andrei avanti con lui, a meno che non ci sia l'asso nella manica".

Potrebbe essere uno tra Sarri, Montella, Mazzarri o Prandelli?
"Prandelli conosce bene Firenze, è stato sfortunato per tante cose, ma gli è andato male tutto dopo la parentesi con i viola per tanti motivi. Si tratta di un toscano adottato. Sarri non è ancora libero dalla Juventus anche se sta trattando, è l'allenatore voluto dalla piazza, ma gli altri, chiunque tra quelli nominati sopra, è il medico del momento, non il tecnico del futuro".

Le scelte di Pradè possono essere messe in discussione a questo punto?
"Non si può sempre essere incolpevoli se si è dirigenti di una società come lo è Pradè, ma in un momento come questo è un po' difficile fare calcio e la figura del direttore sportivo non è più quella di 10 anni fa visto che ci sono tanti meccanismi non semplici. Il club era molto contento a fine anno di lui mi è sembrato di capire, è stato richiamato dopo aver già lavorato in Fiorentina... Mi sembra un'esagerazione pensare di cambiare anche lui sinceramente".

Le sta piacendo la Fiorentina come gioco espresso in queste prime giornate al di là dei risultati?
"Mi sembra che giochi come ha sempre fatto e quando non fa risultato gioca anche male. Iachini ha caratteristiche ben precise e con quelle si è salvato in Serie A, ha vinto campionati di categorie inferiori ed ha dimostrato tutta la sua competenza, ma forse non è quel gioco che Firenze vuole. Iachini non dà spettacolo, non predica un calcio come quello di Sarri o come vorrebbero i fiorentini".

Il mercato dei viola l'ha convinta?
"Appena hanno comprato Amrabat ho subito pensato fosse un buon centrocampista. Non mi sembravano acquisti da 8, ma comunque abbastanza interessanti. Molto probabilmente Iachini ha le sue responsabilità perché è stato contento di quello che ha fatto la società mi è sembrato di capire. Ora devono guardarsi in faccia loro, forse una punta e un regista ci vorrebbero a questa squadra, ma da fuori è complicato giudicare".

Su Commisso qual è il suo giudizio?
"Commisso e Barone sono amici. Il presidente è un calabrese, il direttore generale un siciliano. Nutrivano molto affetto per il Palermo e non le nascondo che abbiamo parlato a più riprese di un loro possibile acquisto della società prima che decidessero di puntare sulla Fiorentina e, telefonicamente, siamo stati anche molto vicini a concludere quell'affare. Vogliono lasciare un segno a Firenze e fare le cose per bene".