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FRATELLO THEREAU A FV, FELICE PER LUI, MERITA UNA BIG. NOI DUE...

di Luciana Magistrato

Sei anni di meno ma tante passioni in comune, a partire dal pallone. Gaetan Theréau fa il centrocampista nella quarta divisione francese e si sta preparando per domani quando sarà in campo a Bordeaux con la sua squadra ma intanto gioisce per il passaggio del fratello Cyril alla Fiorentina: "Ero appena uscito dall'allenamento quando Cyril mi ha chiamato per dirmi che stava per andare alla Fiorentina. Questa sarà la sua grande opportunità, far parte di una squadra forte a 34 anni. Non capisco perché Cyril non abbia mai giocato in una delle prime sei squadre della Serie A. Eppure per 5 stagioni ha sempre segnato almeno 10 gol e questa è una buona statistica in un campionato molto complicato e impegnativo come la serie A. Finalmente è in un top club italiano ed io sono molto contento per lui perché merita una grande squadra per finire la sua carriera in bellezza e uscire dalla porta principale". 

Cosa può dare suo fratello alla Fiorentina? "Cyril conosce benissimo questo campionato. È un giocatore molto tecnico e veloce nonostante le sue dimensioni. Ora ha 34 anni e alla squadra giovane porterà la sua esperienza e il suo talento. I suoi movimenti e la sua visione del gioco saranno un altro punto di forza per la viola.

E come fratello, com'è? "Cyril è sempre stato un buon fratello, anzi come un padre, perché mi ha sempre dato i consigli giusti per farmi prendere la decisione giusta nella mia vita o nel calcio. Ci somigliamo ma abbiamo comportamenti diversi. Ci accomuna la passione per l'America perché da piccoli ascoltavamo musica americana e guardavamo film americani in tv. Inoltre ci piace la NBA come a molti altri calciatori perché è un campionato spettacolare e intenso e noi siamo stati fortunati a vedere il Miami contro San Antonio, è stato incredibile".

Ricordi? "Ho ricordi divertenti della nostra infanzia, delle partitelle con gli amici nel nostro quartiere. Giocavamo tutti i giorni perché ci basta un pallone per essere felici".

Il numero 77 che vi contraddistingue a cosa è dovuto? "Il numero è colpa mia. Quando giocavo in Belgio avevo il numero 77 e quando Cyril andò al Chievo e mi ha chiesto quale numero mi piacesse gli ho detto di prendere quello. Così il 77 è diventato un marchio della famiglia. 

Verrà presto a trovarlo a Firenze? "Non conosco Firenze ma da anni i miei amici italiani mi dicono che è la città più bella d'Italia. Vorrei visitarla con la mia ragazza, ma ora abbiamo una nostra nuova casa. Spero di venire però per la prima partita di Cyril o comunque al più presto anche se con le mie partite è difficile trovare tempo".