FV RACCONTA RICKY: VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI SAPONARA
Sono bastate cinque presenze per mostrare ai tifosi viola il suo gran potenziale. Riccardo Saponara è l’uomo che può riaccendere la luce della Fiorentina. Un gol contro il Torino e un delizioso assist per Kalinic nell’ultima gara di campionato col Crotone. Fantasia, tecnica e resistenza fisica che fanno del classe 1991 un acquisto importante non solo per il presente, ma soprattutto per il futuro. “Quella in maglia gigliata è la mia grande occasione”, ha affermato più volte lo stesso giocatore ex Empoli, Milan e Ravenna. Firenze è dunque il luogo per rilanciarsi e consacrarsi dopo una carriera fatta di alti e bassi, di gioie e di dolori.
La storia di Riccardo da Forlì inizia infatti da molto lontano, per la precisione nel 1998/1999 a San Martino in Strada (FC), tra le fila della Sammartinese. Storia che FirenzeViola.it si è fatta raccontare da vicino e in esclusiva proprio da uno dei suoi principali protagonisti, il presidente del club Massimo Petrini.
Petrini, quando e come inizia la storia di Riccardo Saponara nella Sammartinese?
“Saponara ha iniziato a giocare alla Sammartinese nel 1998/1999. Aveva circa otto anni e faceva parte della formazione Piccoli Amici, si vedeva già che era fra i più portati per questo sport. Ha fatto tutto il percorso del settore giovanile con noi, prima come Sammartinese e poi come Sporting Forlì, quindi possiamo dire che siamo cresciuti insieme”.
Dai primi calci al pallone fino al periodo adolescenziale, che ricordo ha di Saponara?
“Riccardo è sempre stato un ragazzo con la testa sulle spalle, una persona umile e determinata. La sua famiglia gli è stata vicino e lo ha cresciuto con dei sani principi. Tanti giovani talenti nel calcio si perdono per strada, ma Saponara, proprio grazie all’appoggio dei suoi cari e a un club piccolo e familiare come il nostro, è riuscito a ottenere ciò che sognava”.
Anche l’ex difensore di Empoli e Livorno Richard Vanigli è cresciuto nella Sammartinese. E’ proprio l’"intimità” il vostro segreto?
“Senza dubbio. Eravamo e siamo ancora oggi una società piccola, questo ci ha permesso di lavorare bene e dedicare ampio spazio al miglioramento tecnico e caratteriale dei nostri ragazzi. Li abbiamo seguiti da vicino senza trascurare niente”.
Abbiamo parlato del Saponara ragazzo, com’era invece il Saponara aspirante calciatore?
“Un fenomeno in ogni categoria. Riccardo poteva giocare in tutte le posizioni da centrocampo in su e, nonostante l'età, era già un vero leader. Riusciva a fare una tale differenza in campo che a volte amava lanciarsi da solo, arrivare dinanzi al portiere e segnare, dopo aver seminato l’intera difesa avversaria. Faceva gol in tutti i modi: su punizione, da fuori area, di rapina, di testa, su rigore, in acrobazia, il suo repertorio era vastissimo e la sua velocità lo rendeva praticamente immarcabile. Sulle sue qualità non c’era insomma alcun dubbio, anche se non avremmo mai pensato di vederlo giocare a questi livelli”.
Nel 2007 arrivò il primo grande salto per Saponara. Ci racconta com’è andata?
“Nell’estate 2007 tanti dirigenti e giocatori della Sammartinese-Sporting Forlì andarono a rifondare il Forlì, che era appena fallito sotto la gestione Oliveti e ripartì grazie a questa fusione dalla Promozione. In quel processo di completo rinnovamento Saponara venne ceduto al Ravenna. Si dà il caso che i giallorossi fossero affiliati all’Empoli, che dopo averlo monitorato a lungo tra Primavera e Lega Pro decise di acquistarlo in comproprietà nel gennaio 2009”.
Prima del Ravenna e del successivo passaggio all’Empoli, non saranno però mancati gli attestati di stima per il giocatore...
“Assolutamente no. Molti dei nostri ragazzi venivano presi fin da piccoli dal Cesena, ma per una strana coincidenza gli osservatori bianconeri non erano quasi mai riusciti a vedere all’opera Riccardo. Avevamo un settore giovanile di livello e così Saponara rimase per tanti anni con noi. Il grande salto sarebbe sicuramente potuto arrivare anche prima. D’altronde, io e il vice-presidente l’avevamo segnalato a tante big, Empoli compreso”.
Cosa si prova ad aver lanciato un talento come lui?
“E’ un’emozione incredibile, un orgoglio per tutti noi. Vederlo giocare in Serie A e nelle Nazionali giovanili ci ha dato ancora più stimoli e fiducia. So che nella sua prima esperienza a Empoli, una volta lasciati amici e familiari, ha passato dei momenti difficili, ma Riccardo ha tenuto botta con la sua grande abnegazione e quanto ha ottenuto in carriera è arrivato grazie a tanto lavoro e sacrificio”.
Riccardo è ancora legato a voi in qualche modo?
“Sì, ogni anno partecipa alla premiazione del nostro torneo di Natale. Ci sono circa 70-80 squadre ed è davvero una bella festa di calcio, dove un campione come lui porta tanti sorrisi e serenità. Siamo felici di riabbracciarlo e fare un salto nel passato quando lo rivediamo qua con noi”.
Cosa vuole augurare a Riccardo per il futuro?
“Mi auguro che possa vestire presto l’azzurro che ha sempre sognato, quello della Nazionale italiana. Sarebbe un premio meritato e importante, di trequartisti come lui ce ne sono davvero pochi”.
Firenze è il posto giusto per raggiungere il suo obiettivo?
“Senz’altro. Sono davvero contento di vederlo alla Fiorentina, Firenze è il posto giusto per riscattarsi e consacrarsi nel grande calcio. Sono convinto che Saponara si farà amare dai tifosi viola grazie alle sue magiche giocate. Forza Ricky, in bocca al lupo!”.
Nelle foto:
1. Saponara ai tempi degli Allievi con la maglia dello Sporting Forlì;
2. Saponara (cerchiato) ai tempi degli Esordienti con la maglia della Sammartinese;
3. Saponara premiato dai vertici della Sammartinese: nella foto mister Mario Raboni e il presidente Massimo Petrini;
4. Saponara da piccolo insieme al padre.