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GALANTE A FV, COSÌ SCOPRII ALINO. IERI MI HA DETTO...

di Andrea Giannattasio

Se parli di Alessandro Diamanti, della sua storia e di come è cresciuto non puoi fare riferimento a chi, per primo, ha scoperto e ha portato sotto i riflettori il talento del numero 18 viola. Stiamo parlando di Fabio Galante, ex giocatore del Livorno che nel 2007 convinse il presidente Spinelli a puntare su quell'estroso attaccante del Prato destinato di lì a poco a vestire anche la maglia azzurra, quella dell'Italia. E per commentare a caldo la splendida rete messa a segno ieri da Diamanti, Firenzeviola.it ha contattato proprio Galante, attuale direttore sportivo del Chiasso in Svizzera:

Galante, ha avuto modo di parlare con Diamanti in queste ore?
"Sento Alino costantemente: ho continuato a messaggiarmi con lui anche quando era in Cina e anche ieri sera dopo il gol contro l'Atalanta l'ho chiamato. Era felice, è contentissimo di aver scelto Firenze perché si è integrato subito ed in queste partite lo ha dimostrato. I tifosi però non si devono stupire..."

Perché?
"Perché Diamanti non ha fatto né più né meno di quello che ha dimostrato ai tempi del Brescia e del Bologna. Alino in campo dà tutto, ci lascia l'anima".

Tra l'altro è già diventato un leader della Fiorentina...
"Alessandro è un trascinatore di natura: è generoso, ha personalità e sa farsi subito intendere con gli avversari. I compagni di squadra recepiscono subito tutta la sua tempra".

Si narra che lei abbia avuto modo di conoscere Diamanti in discoteca e poi lo abbia portato a Livorno: è vero?
"No (ride, ndr), non è andata esattamente così: io ed Alino avevamo un amico in comune, ovvero Alan Carlet che come Diamanti giocava in Serie C, e fu proprio Carlet a sottopormi Alessandro, che era la vera e propria stella del Prato. Io, che giocavo nel Livorno, iniziai a seguirlo con attenzione e dopo un po' chiesi al presidente Spinelli di portarlo in amaranto e fui accontentato. Ci ho visto bene, dai..."

Pensa che nella carriera di Diamanti una piazza importante come a Firenze sia arrivata troppo tardi?
"Senza nulla togliere alla Fiorentina, che è una società ed una realtà molto grande, penso che Alino già quattro o cinque anni fa avrebbe potuto giocare in club come Juve, Inter o Milan: adesso a Firenze può diventare un numero uno. E direi che come inizio non c'è male".

Cosa ha provato ieri al gol di Diamanti?
"Ho avuto un grande senso di soddisfazione, mi sono quasi immedesimato con lui in campo. In parte sento che il meritato successo di Alessandro sia un po' anche merito mio per cui non posso altro che gioire".