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GALEAZZI A FV, BABA UN DIAMANTE GREZZO. IN ITALIA...

di Giacomo Iacobellis

Finalmente ci risiamo. Domenica alle 12.30 il campionato della Fiorentina riparte. Stavolta l'avversario, da non sottovalutare, si chiama Lazio ed è reduce da due vittorie consecutive (con Palermo e Sassuolo). Per commentare il momento delle due squadre, ma anche quello, in termini più generali, del calcio italiano, Firenzeviola.it ha contattato in esclusiva il giornalista Giampiero Galeazzi, noto tifoso biancoceleste. Queste le sue parole:

Galeazzi, il bottino stagionale della Lazio parla fin qui di 3 vittorie e 3 sconfitte con 9 punti in classifica, proprio gli stessi della Fiorentina. Quali sono le ambizioni dei biancocelesti? 
"La Lazio ha in rosa giocatori molto solidi, ma poco propensi al fraseggio. Djordjevic può essere il bomber che serviva, però sinceramente non vedo margini per un'annata da protagonista della squadra di Pioli. Il ruolo che possiamo recitare in questo campionato è marginale, visto che competere per lo scudetto o per il terzo posto non mi sembra certo alla nostra portata. Semmai l'Europa League..."

In casa viola, invece, morale ed entusiasmo sono alle stelle dopo la brillante vittoria contro l'Inter. Che ne pensa della compagine di Montella?
"Vedo una Fiorentina che sogna, come sempre. Ho molti amici viola, ma devo ammettere che i fiorentini sono un pubblico davvero esigente, una tifoseria che non si accontenta. A Firenze, dopo due successi, si pensa subito di trovarsi a due passi dal titolo, ma il titolo, anche in questa stagione, se lo giocano esclusivamente Juventus e Roma".

Contro la sua Lazio a Firenze ci si aspettano delle conferme da parte di Babacar, che contro i nerazzurri ha segnato e convinto. Pensa che possa essere lui l'asso nella manica dell'aeroplanino?
"Mi hanno sempre detto che l'attaccante senegalese è un fenomeno, dotato di rapidità, senso del gol e giusta mentalità. Con i giovani bisogna però andarci molto cauti, basta vedere cos'è successo al Milan con la parabola discendente di Mario Balotelli e con le luci e le ombre relative a El Shaarawy. Lasciate maturare Babacar, un diamante ancora grezzo, senza mettergli addosso troppe pressioni".

Parlando di giovani bomber, pensa che Simone Zaza possa essere il centravanti che mancava all'Italia?
"Zaza l'abbiamo scoperto adesso. Aspettiamo di vederlo sul campo almeno un'altra stagione prima di giudicare. C'è troppa esaltazione da parte della stampa italiana e non è certo elogiando i nostri giocatori alla prima gara positiva che fanno che possiamo ridure l'immenso gap che ci divide dal calcio europeo. Il caso di Roma e Juventus, giganti in Serie A e comprimarie in Champions, la dice piuttosto lunga. Pochi giorni fa Conte veniva celebrato come eroe nazionale, come salvatore della patria, mentre adesso in tanti hanno già cambiato opinione. Ma dov'è l'oggettività nel calcio?"

Dalle sue parole si evince una bella dose di pessimismo riguardo al sistema calcio italiano, ho forse torto?
"Sono più che pessimista riguardo allo stato attuale del calcio in Italia, siamo in una fase molto disgraziata e l'unico rimedio è che escano prima possibile da questo mondo alcuni personaggi. L'esempio da seguire in Italia deve essere la Roma, presa in mano da un imprenditore venuto da fuori con la voglia di investire e di sviluppare un progetto valido e concreto, con la costruzione del nuovo stadio in primis. L'Italia è il paese del finto benessere, lo affermo con rammarico proprio io che ho avuto la fortuna di aver visto un grande calcio: i tempi d'oro di Napoli, Roma, Juventus, Cagliari e Lazio sono ormai un ricordo sbiadito. Possiamo solamente pregare che le cose rinizino a migliorare presto, ma temo che senza un rinnovamento di dimensioni importanti la flessione negativa non si arresterà".