GHEZZAL A FV, SPERO DI GIOCARE DI PIÙ E RESTARE. COMMISSO COME UN PADRE DI FAMIGLIA
Fonte: a cura della redazione di FirenzeViola.it. Riprese e montaggio G.A. Galassi
Incontriamo Rachid Ghezzal dopo l’allenamento del pomeriggio. Alla seduta c’era come sempre anche il ds Pradè, mentre nell’altra stanza Franck Ribery si appresta a rilasciare un’intervista. Con la lingua italiana vuole fare progressi, è pronto a ricevere le nostre domande in italiano, almeno quando non c’è bisogno di una breve traduzione. È la prima volta che l'algerino parla a una testata fiorentina, ha voglia di farsi scoprire dai suoi nuovi tifosi viola.
Ormai è a Firenze da tre mesi, gli chiediamo un bilancio dei suoi primi 100 giorni in viola: "Se devo fare un primo bilancio sulla mia situazione personale direi che è piuttosto positivo. Anche se non ho giocato molto mi sento bene: ho buone sensazioni in allenamento e l'allenatore mi chiede di aiutare la squadra il più possibile. Poi mi sono integrato molto bene con tutti, mi hanno aiutato ad adattarmi velocemente. La squadra non è tra le prime della classifica ma abbiamo ancora molto da crescere e possiamo puntare più in alto".
Come procede l’ambientamento in città e il rapporto con i tifosi? "È molto diverso da Leicester, sia la città che la vita. Firenze è magnifica e la mia famiglia si trova bene qui. Spero di restare. I tifosi danno grande sostegno alla squadra. Tutti i giorni trovo qualcuno che mi dice: "Forza Viola" e questo mi fa molto piacere".
Che cambiamento è stato dalla Premier League alla Serie A? "Penso che la Serie A somigli molto alla Francia: c'è più tattica rispetto all'Inghilterra. Là conta più l'intensità, in Italia si sta molto attenti alla difesa. Lo scudetto? Nel calcio tutto è possibile. Quello che è successo a Leicester è stato incredibile, perché la squadra era forse più debole di quella di oggi ma tutte le grandi squadre hanno fatto male. Penso sia possibile anche in altri campionati una cosa del genere, ma deve andare tutto bene ed è difficile che accada".
Lei intanto sta lanciando segnali positivi, in amichevole ma anche negli ingressi a partita in corso. Quanta voglia ha di dimostrare il suo valore? “Ovviamente vorrei giocare di più, tutti i giocatori lo vogliono. L’importante non è giocare tanto, però, ma giocare bene. Sono contento di poter mettere minuti nelle gambe in amichevole, così da avere la miglior condizione possibile per quando il mister mi chiamerà in causa. Voglio mostrare tutte le mie qualità ed aiutare la squadra: quando avrò l'occasione mi farò trovare pronto".
Venite da una sosta non semplice, che giorni sono stati? “È sempre particolare riprendere a giocare dopo la sosta. Dovremo essere tutti molto concentrati perché in tanti sono andati via e sono rientrati solo in questi giorni. In più c'è stata la partita di Cagliari che non è andata bene: tutto il gruppo deve pensare solo al Verona e reagire".
Un giovane che l'ha colpita? "Ne abbiamo molti bravi in squadra. Abbiamo Dusan (Vlahovic, ndr), Sottil e Ranieri. Sono giovani ma hanno già avuto la possibilità di giocare e mostrare il loro valore. Adesso devono restare concentrati per migliorare ancora. Il mister fa giocare molto i giovani e questo è un bene, soprattutto perché qua siamo in un grande club".
Intanto a Verona torna Ribery: "È facile trovarsi bene con i grandi giocatori, e Ribery ha dimostrato ampiamente di esserlo. È un bene avere giocatori così, perché porta tutti noi a migliorare e le altre squadre a fare i conti con lui. Si sente bene e ci aiuterà molto".
La fede vi unisce: “Sono musulmano ma con Franck non ne parliamo perché la religione è una cosa parecchio personale".
Conosce Amrabat? Si dice piaccia ai viola, magari se lo trova davanti domenica: “Non lo conosco personalmente ma è un buon giocatore, fa la differenza. Anche per questo a Verona sarà molto complicato: dovremo imporre la nostra fisicità per vincere".
Come sta il calcio africano? "Giocare in Africa è molto difficile, ci sono spesso condizioni non semplici. Però ti forgia mentalmente e fisicamente, ti rende più forte. Per me la nazionale è un obiettivo e un motivo d'orgoglio quando mi convocano. Per ora non mi hanno chiamato perché non ho giocato molto, è normale. Ma il mio obiettivo è ritrovare il mio livello, giocare in Serie A e ritrovare la Nazionale. Il Mondiale in Qatar nel 2022? Anche se le nazionali africane hanno fatto male ai Mondiali in passato, nel 2022 ci saranno grandi giocatori che hanno scelto di giocare per l'Africa. Grazie a loro il calcio africano è cresciuto quindi sì, penso che anche le squadre africane potranno dire la loro".
Torniamo a Leicester, lei arrivò in Inghilterra per sostituire Mahrez, avete lo stesso ruolo? “Sì, è simile a quello di Mahrez. Sulla destra do il mio meglio perché posso rientrare con il sinistro, ma se il coach mi chiede di giocare da qualche altra parte a me va bene. Mi rendo conto che nel 3-5-2 ho meno possibilità di giocare ma sono in grado anche di sacrificarmi per aiutare la squadra".
A Lione invece il presidente Aulas era più o meno appassionato di Commisso? "Sono differenti. Per Commisso siamo come figli, ci mette molto cuore. Aulas invece è il vero capo dell'azienda, che dirige la propria società molto bene da anni. Entrambi hanno molta attenzione perché la famiglia partecipi al club".
In Italia ha trovato razzismo negli stadi in cui è stato? "Sfortunatamente nel calcio il razzismo c'è da tempo, e dappertutto. L'ho sentito anche in Francia o in Inghilterra. Penso che dare importanza a quei quattro-cinque stupidi su 30mila persone non sia la giusta risposta. Bisognerebbe interdirgli lo stadio a vita, come già accade in Inghilterra. Non penso sia giusto fermare il gioco perché a rimetterci sono i giocatori e le brave persone".
A Firenze invece di Fiorentina si parla ovunque, sempre di più sul web: “Lo so, guardo spesso le notizie sulla Fiorentina perché fa sempre piacere capire qual è l'ambiente nel quale gioco, soprattutto per me che vengo da un altro paese. Mi piace capire cosa pensano i tifosi o la stampa. Per i social è uguale: cerco di capire i commenti che si fanno, se sono positivi o negativi".
Le hanno accennato qualcosa sul Fantacalcio e i milioni di giocatori in questo paese? "Me ne hanno parlato (ride, ndr). Tutti in spogliatoio ci giocano. Esiste anche in Francia, ma non è così sviluppato come in Italia. In Inghilterra non credo. Ci ho giocato anche io con i miei amici sul campionato francese, e ho vinto. Mi hanno dovuto pagare una cena al ristorante. Se mi scrivono per sapere se gioco o meno? Ancora no. Bisogna attendere che riesca a giocare un po' di più. Lo dico a chi non mi ha preso: prendetemi. Aspettate ancora un po' e poi prendetemi".
Con Rachid Ghezzal ci salutiamo realizzando un breve video di saluti ai lettori di Firenzeviola.it, lui dribbla le incertezze linguistiche e se la cava senza problemi. Un altro passo in avanti nel suo inserimento nel mondo viola in attesa che dal campo arrivino ulteriori conferme.