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GLI EX VIOLA DEL '90 A FV, ORA VIA LA PAURA. TIFOSI, SALVATELI

di Dimitri Conti

Il momento della Fiorentina è critico: dopo il cambio di allenatore in panchina, e più in generale a seguito dell'eliminazione in semifinale di Coppa Italia, il gruppo viola sembra essersi sfaldato, e i risultati ne sono una dimostrazione, con i gigliati che si ritrovano clamorosamente in lotta per non retrocedere a novanta minuti dalla fine della Serie A. Una situazione che, solo per alcuni versi però, può essere paragonabile a quella della Fiorentina 1989/90, che arrivò a salvarsi all'ultima in casa contro l'Atalanta. FirenzeViola.it ha contattato in esclusiva alcuni dei membri di quel gruppo, per rivivere le sensazioni di allora, metterle a paragone con quelle del presente, e provare a capire come uscirne per il meglio.

Renato Buso: "Vero che ci salvammo all'ultima giornata quell'anno, ma facemmo anche una grande cavalcata in Coppa UEFA e la città ci era a fianco, era con noi. Oggi invece è un momento molto più di contrasti, anche se sono sicuro che tutti si stringeranno intorno al colore viola per aiutare la squadra. Da lunedì poi si potrà tornare a parlare di altro. Non avevo dubbi che i tifosi si sarebbero mobilitati, perché nelle difficoltà i viola si stringono sempre intorno ai loro ragazzi. Domenica c'è da aspettarsi di tutto, perché si sfidano due squadre in grande difficoltà, e per entrambe fino a poco tempo fa sembrava tutto a posto. Sarà una gara psicologica e drammatica, da tutte e due le parti".

Alberto Malusci: "La nostra fu un'annata un po' particolare. In campionato steccammo in maniera abbastanza imbarazzante ma in Europa facevamo cose strepitose. Era una Viola a due facce, e i tifosi ci seguivano sempre ma non capivano il motivo e temevano la retrocessione. C'erano sia momenti di contestazione che di esaltazione per la coppa. La doppia faccia era sia nostra che dei tifosi, mentre oggi i giocatori sono un po' dimenticati. Alla fine però la città si strinse intorno a noi perché aveva capito che non eravamo neanche abituati a fare tre competizioni insieme. Quest'anno c'è stato un inizio discreto, ma non di più, però dopo l'addio di Pioli quello che sembrava un forellino, rapidamente si è ingrandito in un buco. Domenica sarà una partita a sé, staccata dal resto del campionato. Poi dopo il novantesimo si potrà dar libero sfogo a qualsiasi cosa, ma da qui a domenica ogni parola dovrà essere a pro della Fiorentina. Perché il fiorentino sarà anche burbero e critico, ma qui stiamo parlando della maglia".

Celeste Pin: "Non ci sono analogie tra allora e oggi, è tutto diverso: avevamo pochi giocatori e tre impegni tra UEFA, Coppa Italia e Serie A. Le forze erano poche e in Coppa UEFA andammo oltre le previsioni. Facevamo prestazioni eccellenti in Europa, e male in A. Gli impegni però erano diversi, così come il gruppo: c'erano leader come Dunga, campioni come Baggio... Allora c'era un gruppo coeso, oggi non lo so. Pioli, un amico, diceva di sì ma in questo momento non lo sto vedendo. L'idea dell'ammutinamento però è inaccettabile. La situazione è pesante, questi ragazzi hanno paura e si perde il contatto con il gioco. Il gol che ha sbagliato ieri Milenkovic ne è l'emblema: se risuccede, nove volte su dieci va in porta. Dico che manca tranquillità, ed io in primis ho fatto un appello ai tifosi: loro possono salvare la Fiorentina. Ricordo quel giorno del '90: dopo 9' eravamo stati ripresi sull'1-1, e potevamo crollare psicologicamente. Invece abbiamo reagito grazie ai nostri, straordinari, tifosi. I Della Valle domenica dovranno essere i primi ad arrivare allo stadio e gli ultimi ad andarsene, ognuno ora deve fare la sua parte. Va riempito lo stadio di viola".

Giuseppe Volpecina: "Questa situazione è davvero strana, dieci domeniche fa sembrava già salva, e oggi rischia. È incredibile. Il nostro caso però era diverso: facevamo gare straordinarie in Europa, mentre la domenica, pur provandoci, non ne andava bene una. Però ricordo che eravamo abbastanza tranquilli, anche perché allora venir risucchiati dietro era più facile. Forse hanno mollato, incosciamente, eppure sarebbe bastato un punticino in più. I tifosi con noi furono intelligenti, capivano il nostro notevole impegno e che c'era anche un po' di sfortuna. Adesso è importante scordarsi del passato e pensare positivo. Ora la realtà è questa e va preso il bicchiere mezzo pieno, considerando che c'è anche il paracadute Inter. Se si va con la paura, diventa tutto più difficile. Vincerà chi avrà i nervi più saldi, e la Fiorentina ha qualche vantaggio in più, già dalla classifica, con il Genoa che a sua volta si pensava anch'esso già salvo. La colpa, per me, è in buona parte dei giocatori: una moria di risultati del genere non si spiegherebbe neanche se non ci fosse un allenatore. Retrocedere sarebbe un vero disastro".