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IL MENTAL COACH A FV, SAPONARA? DEVE FAR RICORSO A TUTTE LE SUE RISORSE O...

di Luciana Magistrato

"Infortuni ed aspettative troppo alte da parte di tutti e magari di sé stessi rendono spesso le situazioni più complicate del previsto ed è quello che potrebbe essere accaduto a Riccardo Saponara" parla così Fabio Cola, formatore, consulente e docente a Coverciano che ha fatto anche il mental coach in società come Parma e Cesena. Riccardo Saponara infatti sta vivendo una stagione fantasma tra interventi, infortuni e panchine, con Pioli che non punta ancora sul talento viola nonostante ora stia fisicamente bene.

Cosa gli serve allora? "Nella vita professionale e privata capitano questi momenti, non ci sono progressioni lineari o performance verso obiettivi senza momenti no e questo è un dato di fatto. E in questi momenti appunto si deve fare affidamento alle proprie risorse, fare in modo di tirare fuori tutto ciò che si possiede. Se poi non si riesce a trovare in noi stessi queste risorse, bisogna pescarle al di fuori, intorno a noi. Ad esempio Saponara ha la fortuna di avere una società importante e un allenatore capace anche dal punto di vista umano che possono aiutarlo. Pioli mi sembra un allenatore dotato di una grande umanità e pazienza che sa attendere pazientemente un giocatore. Lo definirei un contadino, che mette a dimora un seme e lo accudisce aspettandolo".

Un mental coach, che Saponara ha avuto per alcuni anni da giovane ai tempi dell'Empoli può essere utile? "Come dicevo, quando certe risorse non riusciamo a trovarle in noi stessi, bisogna pescarle anche fuori. ma questo deve giudicarlo il giocatore stesso, senza imbarazzo può farsi dare una mano. Credo sia normale per tutti nella vita confidarsi con un amico quando si ha un problema privato, affidarsi ad un medico in caso di problema fisico e ad mental coach o uno specialista se il problema è mentale, per vedere le cose con più lucidità, per ritrovare la concentrazione e ottimizzare le risorse verso un obiettivo preciso. Lui credo che sia una persona di grandi qualità, non incarna lo stereotipo del giocatore, è riflessivo e intelligente e potrebbe fare altre cose oltre al giocatore ma le difficoltà arrivano quando tutti si aspettano il meglio e subito come può essergli successo all'approdo al Milan quando era più giovane. Ora si tratta solo di aspettarlo per capitalizzare le sue qualità innegabili".

Lei è di Parma come Pioli, come lo giudica? "Tralasciando le considerazioni tecnico-tattiche, credo che abbia una gestione eccezionale dei collaboratori e dei giocatori perché unisce alla preparazione, umanità, rispetto e attenzione. Inoltre ha una grande misura, anche se non sempre è la visione ideale che i tifosi hanno di un tecnico che magari preferiscono quelli sopra le righe".

Pioli lo aspetta, ma società e piazza cosa devono fare? "Devono tutti creare le condizioni ideali per non bruciare un giocatore, ci vuole certo molta pazienza ma io credo che il club ha preso Saponara perché ha visto le sue qualità. Certo è che la piazza ha ovviamente aspettative su di lui ma c'è ancora un girone da giocare e magari Saponara troverà lo spazio e gli stimoli esprimersi. Ricordandogli che il Crespo di Parma veniva fischiato all'inizio, poi la cura, la pazienza e la fiducia di Ancelotti l'hanno fatto diventare il giocatore che tutti conosciamo. Cederlo in prestito? Solo se una piazza importante come Firenze lo paralizza invece di stimolarlo, ma io ancora aspetterei".