JACOBELLI A FV, QUASI TUTTI I CLUB VOGLIONO RIPRENDERE. MERCATO LUNGO È INEVITABILE
L'emergenza Coronavirus ha sconvolto il calcio italiano ed europeo che si sta in questi giorni interrogando su come programmare un'eventuale ripartenza una volta finito tutto questo. Molte le tematiche al centro del dibattito che FirenzeViola.it ha affrontato, contattandolo in esclusiva, con il direttore di Tuttosport, Xavier Jacobelli.
Come valuta un'eventuale ripartenza del campionato nella seconda parte di maggio? Si tratta di uno scenario un po' troppo ottimistico?
"Mi sono abituato in questo periodo a non fare nessun tipo di previsione. Viviamo giorno per giorno sotto una spada di Damocle che è il Coronavirus. Credo sia giusto prefigurare scenari per la ripresa agonistica, ma siamo nel campo delle mere ipotesi. L'auspicio di Gravina è condiviso da tutti nel sistema calcio, ma sappiamo che c'è un se enorme e dipende dall'evoluzione di questa pandemia".
In un momento come quello che sta vivendo tutto il mondo ed in particolare il nostro Paese, è davvero una priorità ricominciare a giocare?
"Non è questione di priorità, ma di pragmatismo. Tutti noi siamo consapevoli che in questo momento l'ambito calcistico venga per ultimo piuttosto al numero dei decessi, dei contagi e tutto il resto. Dobbiamo ricordare come l'azienda calcio si classifichi tra i primi 10 posti tra quelle del nostro Paese e fornisca lavoro a 300.000 persone. Come è giusto che si ipotizzi in che modo e quando l'attività lavorativa dell'Italia debba riprendere, è evidente che anche il calcio faccia i suoi ragionamenti".
L'ipotesi di un mercato aperto per un lungo periodo sarebbe l'ideale per gli agenti, ma metterebbe in difficoltà i club e i giocatori.
"Non dobbiamo ragionare più come prima. La sessione sarebbe eccezionale, ma non c'è alternativa. Si tratterà probabilmente di un mercato a campionato in corso, ma saranno sicuramente ridimensionate le quotazioni e gli ingaggi dei giocatori. Il nuovo calcio sarà diverso con partite ogni 3 giorni sempre che sia possibile giocarle... Dovremo abituarci a parametri nuovi".
Che idea si è fatto delle profonde divisioni in Lega?
"A parte Brescia, Sampdoria e Torino, per bocca del suo presidente, a noi risulta che la stragrande maggioranza dei club è favorevole alla ripresa dell'attività. Credo sia normale andare ben oltre il 30 giugno con la conclusione della stagione e quindi i contratti in scadenza verranno prorogati e certamente, se l'attività agonistica dovesse riprendere nell'ultima decade di maggio, si arriverà a giocare fino ad agosto. In momenti eccezionali come questo c'è bisogno di azioni senza precedenti. Quantomeno verranno risparmiate le tournée inutili di inizio anno che sono dannose alle preparazioni".
La UEFA ha deciso che non sarà necessario presentare il bilancio per disputare le competizioni UEFA 2020/2021. È una scelta giusta?
"È legata alle circostanze eccezionali. Il presidente della Federcalcio ha stimato in 700.000.000 di euro i danni per il calcio italiano, ma tutti i paesi saranno investiti da queste conseguenze. Così come Conte per far ripartire l'Italia, in tutt'altro ambito, chiede aiuto all'UE anche il calcio avrà bisogno di facilitazioni e l'allenamento del Fair Play Finanziario è giusto".
In generale qual è il suo parere riguardo i provvedimenti FIFA e UEFA per agevolare la regolare conclusione di campionati e coppe europee?
"È una questione didascalica: i campionati devono finire per consentire alle coppe di terminare. Stasera un illustre virologo ricordava che nel nostro Paese il virus è in anticipo di 12 giorni piuttosto a quello che sta succedendo in altri posti come USA, Francia, Germania, Inghilterra e Spagna. Sarà fatale giocare le coppe dopo i campionati, è evidente che sia qualcosa di necessario".