JØRGENSEN A FV, FIRENZE NEL CUORE. IL RICORDO PIÙ BELLO...
Martin Jørgensen. Mai un nome banale a Firenze. Adottato dalla Fiesole e amato da una città intera, ha rappresentato uno dei cardini su cui la storia viola ha poggiato negli ultimi dieci anni. “Martino”, come lo avevano affettuosamente soprannominato i tifosi viola, a 39 anni suonati ha deciso però di appendere le scarpette al chiodo (LEGGI QUI). Proprio all’Aarhus, squadra danese nella quale aveva mosso i primi passi da calciatore. Eclettico e spesso imprescindibile, con la Fiorentina ha collezionato 151 presenze e segnato 14 gol, alcuni dei quali hanno un posto riservato nell’olimpo viola. Proprio ai microfoni di Firenzeviola.it, l’ex centrocampista della Fiorentina e della nazionale danese, ha deciso di raccontarsi, ripercorrendo la sua carriera e in particolare i momenti vissuti in maglia viola:
Più di vent’anni di carriera, quasi 600 presenze con squadre di club e 100 con la Danimarca. Qual’è il ricordo più bello?
“Sicuramente il gol contro il Brasile nel Mondiale del ’98. Eravamo ai quarti di finale e segnai dopo appena un minuto. Fu un’emozione unica e irripetibile. Comunque anche a Firenze ho vissuto momenti incredibili: dal 2-3 alla Juventus, fino alla magica notte di Anfield. Anche se il ricordo a cui sono più legato è sicuramente la qualificazione in Champions League raggiunta a Torino all’ultima giornata. Mi vengono ancora i brividi a pensare alla rovesciata di Osvaldo”.
Cosa hanno rappresentato Firenze e la Fiorentina per lei?
“Innanzitutto la seconda parte della mia avventura in Italia. Dopo Udine, il passaggio alla Fiorentina fu un grande salto per la mia carriera e di quel periodo ho solo ricordi stupendi. Mi sono trovato benissimo in Toscana e così la mia famiglia. I miei figli sono nati in riva all’Arno e dunque ho un legame che va oltre il semplice calcio con
Firenze e la Fiorentina”.
Ha un aneddoto o una curiosità da raccontare dell’avventura a Firenze?
“Mi dispiace ma custodisco con gelosia tutto ciò che non riguarda il terreno di gioco. Sono orgoglioso di quello che ho fatto a Firenze. Avevo un ottimo rapporto con tutti, dall’allenatore ai compagni, ed è ovvio che ci siano stati momenti curiosi e divertenti a cui sono più legato, ma se non sono mai usciti in passato, un motivo ci sarà…"
“Da grande” cosa le piacerebbe fare?
“Ho sempre vissuto di calcio, nel vero senso della parola e sinceramente non riesco a pensarmi lontano da questo mondo. Mi piacerebbe fare il dirigente e penso che presto inizierò questa nuova fase della mia vita”.
Ecco, a tal proposito. Le piacerebbe ricoprire un ruolo nella Fiorentina in futuro? Magari anche come ambasciatore viola all’estero.
“Premesso che non dipende da me, è ovvio che mi entusiasmi l’idea di poter tornare a Firenze con un ruolo dirigenziale. Ammetto che l’ipotesi mi stuzzica molto e la mia esperienza mi ha insegnato che nel calcio nessuna porta si può e si deve chiudere a priori. Vedremo”.
A Firenze è ricordato ancora con grande piacere ed affetto. Si sente di mandare un messaggio ai tifosi viola?
“Li porto nel mio cuore. Ho condiviso con loro alcuni dei momenti più belli della mia carriera e la loro presenza è sempre stata per me un supporto imprescindibile. Li ringrazio e li saluto con affetto”.