L'ARCHITETTO DELLA SOPRINTENDENZA A FV, COPERTURA STADIO NON FACILE
L’idea di ristrutturare lo stadio Artemio Franchi è sempre più concreta. Ci sono varie ipotesi al vaglio: dalla copertura totale (con la motivazione di salvaguardare dall’usura del tempo il monumento) all'avvicinamento delle curve al campo. Per trattare questo argomento la redazione di FirenzeViola.it ha contattato, in esclusiva, l’architetto che per la soprintendenza si occupa dello stadio Artemio Franchi: Valerio Tesi.
Qual'è la situazione attuale, a livello di progetti, dello stadio Artemio Franchi di Firenze?
“Per il momento non abbiamo ancora ricevuto proposte o progetti di intervento sullo stadio. Bisogna fare una premessa però. Lo stadio Artemio Franchi è stato costruito tra il 1930 e il 1932 per ospitare i mondiali del ‘34 in Italia ed è opera di un ingegnere, Pier Luigi Nervi, che costituisce una delle figure più importanti della cultura architettonica del 1900. Dico tutto questo perché bisogna capire che lo stadio comunale di Firenze è davvero un monumento dell’architettura del secolo scorso e come tale deve essere conservato, preservato, valorizzato e utilizzato. Per questo bisogna analizzare per bene i possibili interventi che da una parte conservino l’elevato valore culturale della struttura e dall’altra parte ne consentano l’utilizzo, oggi, in tutte le condizioni di sicurezza necessarie. Il restauro del Franchi quindi deve prevedere l’addizione di tutte le funzioni e i servizi nel profondo rispetto della struttura. E noi cercheremo, quanto prima, di affrontare questo argomento anche con la nuova proprietà della Fiorentina”.
Quali sono, quindi, le operazioni realizzabili?
“Tutto deve partire da un profondo studio della struttura per poter poi arrivare a proporre un intervento. Bisogna però dire che deve essere avviato un percorso di analisi in base al quale impostare un intervento di restauro che potrà comprendere la realizzazione di servizi in funzione della destinazione d’uso. Già con i Della Valle era da circa un anno che stavamo definendo l’avvio di un analisi. Ci sono però operazioni complicate. La copertura totale dello stadio, ad esempio, mi sembra una soluzione non facile da definire. Anche l’avvicinamento delle curve al campo è stato già fatto, quando nel 1990 si sono tenuti i mondiali di calcio in Italia hanno tolto la pista di atletica, prolungando curve, tribuna e maratona”.