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LA LEZIONE DI BORJA VALERO

di Stefano Borgi

La festa era per tutti, nello specifico per Andrea Della Valle. Però, sono bastate poche parole e Borja Valero si è preso la scena... quasi senza volerlo. "Loro mi vogliono bene, ed io ne voglio a loro". Questo l'incipit di Borja che di terzo nome fa Iglesias, e quale miglior musica per le orecchie dei tifosi viola? Poi l'intervistatore, non contento, gli chiede: "Sappiamo che tuo figlio Alvaro è diventato più famoso di te..." A quel punto lo spagnolo piazza il colpo del fuoriclasse: "So che i suoi video hanno fatto il giro del web (Alvaro che canta l'inno viola è ormai diventato un must ndr). Io voglio che lui diventi un brav'uomo, il resto non è importante". Quanti spettatori c'erano al Franchi? 20.000? Forse 25.000, non sappiamo bene. Tutti, nessuno escluso, hanno applaudito più che ad un gol di Gomez, più che ad un gol del PSV Eindhoven che giocava contro il Milan. Lo stadio intero ha tributato una "standing ovation" all'uomo Borja Valero, dopo che per tutta la stagione aveva applaudito il giocatore. Immenso Borja, uno spagnolo nato per caso a Madrid, perfettamente integrato nel tessuto fiorentino. E del resto le avvisaglie si erano avute già da prima: da Pasqual, a Rossi, a Gomez. Applausi convinti ma contenuti. Poi Montella (per lui applausi decisi, sopratutto quando ADV ha annunciato il rinnovo di contratto), quindi Borja Valero. E' stato un coro unanime, un grido di battaglia a celebrare l'uomo Borja, la persona che nei rari momenti liberi va a visitare gli Uffizi, il corridoio Vasariano, la Galleria dell'Accademia. E la domenica mattina? (magari la Fiorentina ha giocato il sabato...) Borja va alle Cascine a palleggiare col figlioletto Alvaro. Ma ve lo immaginate? Fate conto voi, una ventina di anni fa, che con i vostri amici andate al "prato del quercione" e ci trovate Batistuta, oppure Rui Costa. Difficile giocare, ancor più difficile non andare a chiedere l'autografo. Ebbene, Borja (ne siamo certi) si ferma, firma autografi, gioca con voi ed il figlioletto Alvaro. Bati e Rui Costa, chissà... Comunque, Borja Valero ha insegnato a tutti cosa vuol dire essere uomo, campione e giocatore. Cosa vuol dire entrare nel cuore dei tifosi, cosa vuol dire dare tutto per la maglia, per la città che lo ospita, per la tifoseria che gli vuol bene. Non è difficile, perchè Borja è unico nel suo genere. Sopratutto Borja vuol bene a quella tifoseria...